Rossella Orlandi (foto LaPresse)

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Il caso dell'Agenzia delle entrate e la necessità di sostituire Rossella Orlandi

Mario Sechi
Se il capo di un’azienda non sa fare il capo la soluzione è solo una: si sostituisce il capo. Questo spesso non vale per la politica e il suo mondo di sotto e di sopra. La direttrice non solo non è in grado di controllare la situazione, ma non riuscendo a colmare il suo deficit di leadership, finisce per scaricare il peccato originale della sua nomina (incauta) sul governo.

San Gaudioso, vescovo. Venne dalla Tunisia, morì in monastero in Campania.

 

Titoli. Se il capo di un’azienda non sa fare il capo la soluzione è solo una: si sostituisce il capo. Questo spesso non vale per la politica e il suo mondo di sotto e di sopra. Il caso delle Agenzie delle Entrate ne è la conferma. La direttrice Rossella Orlandi non solo non è in grado di controllare la situazione, ma non riuscendo a colmare il suo deficit di leadership (conosce il fisco, non il management), finisce per scaricare il peccato originale della sua nomina (incauta) sul governo, mettendo in campo la lotta all’evasione quando in realtà si tratta di un problema di organizzazione e gestione dell’Agenzia. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan l’ha confermata al suo posto e c’è da comprendere la sua mossa, per ragion di Stato (c’è una guerra interna all’Agenzia in corso) e per ragion politica (nomina renziana). Che fare? Bel dilemma. In altri casi si poteva sorvolare e attraversare la tempesta, ma quello è il portafoglio dello Stato e la difesa di un generale che non sa guidare la legione non vale mai l’impero. Primo caffè, Corriere della Sera: “Duello nel governo sul Fisco”. Catenaccio: “Padoan difende Orlandi, Zanetti chiede chiarimenti. Renzi: bene sull’evasione”. Bene cosa? La norma sul contante bene, ma la gestione di questo caso male. Altro? Giovanna Mezzogiorno ci informa sull’ultima frontiera del femminismo in progress: “Basta esibire la maternità”. Ora che abbiamo la via illuminata, possiamo proseguire il nostro cammino tipografico. Il Sole 24Ore mette la faccenda così: “Padoan difende l’Agenzia: fiducia nel direttore Orlandi”. Sì, ma qualcosa s’è rotto, altro che difende. Che fa Repubblica? “Evasione, è scontro nel governo”, apre sul caso Orlandi e si capisce che qualcosa già scricchiola da questo titolo: “Ma Renzi pensa a un ricambio soft”. Se sarà ricambio non sarà soft. Altro? La nobile spalla di Repubblica ospita un pezzo di Timothy Garton Ash sulla Polonia nazionalista (che novità) che comincia così: “Il putinismo dal volto polacco”. Un paradosso, visto che il sentimento contro Mosca è stato il propellente della campagna elettorale di Diritto e Giustizia, il partito di Jaroslaw Kaczynski. Altro? Repubblica affida a Vittorio Zucconi un pezzo su Valentino Rossi: “Sto con Valentino, il Peter Pan che lotta contro i giovani leoni”. Sono i pezzi migliori di Zucconi e Repubblica fa bene a stare sul tema, è quello che tutti discutono di fronte a cappuccio, espresso e caffè ar vetro. Eccolo, Il Messaggero: “Il caso fisco scuote il governo”, titolone sulla Orlandi. Se in via del Tritone fanno un titolo sulla bottega del Fisco, vuol dire che al largo c’è già un sottomarino in quota periscopica pronto al siluramento. Offerte speciali dal Messaggero? Be’ non manca un titolo su Ignazio Marino, ma merita un altro capitolo di List, pazientate qualche riga. Ah, dimenticavo le news, oroscopo di Branko: “Toro, è in arrivo un grande successo”. Citofonare Urbano Cairo. Eh, Torino. La Stampa apre sull’Agenzia delle Entrate fa la foto sulla carne rossa, un bibì e bibò (pro e contro) su Valentino Rossi, un editoriale sulla Polonia, i nuovi vescovi sono preti di strada, un forum con Yehoshua e oggi non c’è Gramellini (si sente l’assenza) e dopo aver letto la prima pagina ti chiedi se quello sia il giornale di Torino o no. Andiamo oltre. Facciamo un giro di prime pagine. Il titolo in filodiffusione di Carlino-Nazione-Giorno: “Governo spaccato sul fisco”. Libero è in fase welfare: “Tagliano ancora le pensioni”. Il Giornale è sempre leggero come una piuma: “Furto sulle pensioni”. Il Fatto Quotidiano dopo aver difeso la scontrinite di Marino, va in trincea per le ricevute fiscali della Orlandi: “Il governo bombarda il fisco”. Il Manifesto fa il solito titolo bello che non capisce nessuno in edicola: “Tax Driver” (su foto di Padoan). Avvenire osserva il meteo: “Un cambio di clima” (vertice di Parigi). L’Osservatore Romano (uscito ieri pomeriggio) trae le conclusioni sul sinodo dei complotti e delle tensioni e offre uno spazio meditativo finale singolare, un bollettino giornalistico in total relax: “Orizzonti aperti”. Buona giornata.

 

Federal Reserve. Comincia un altro round nella banca centrale americana. Due giorni di discussione e poi vedremo quanto vicino è il rialzo dei tassi.

 

Poste in Borsa. Apertura in rialzo (+1,6%  6,9 euro per azione) per il debutto di Poste in Borsa. Commento dell’amministratore delegato Francesco Caio: “Questa giornata è la dimostrazione che in Italia le cose si possono fare per bene". Con queste parole l'amministratore delegato delle Poste italiane, Francesco Caio, ha celebrato il debutto della società a piazza Affari. Ho la grandissima sensazione di avere condotto una squadra che ha lavorato con entusiasmo. E' un passaggio storico importante per il gruppo e mi auguro anche per il Paese”.

 

Bollettino Marino. Ogni giorno ha la sua fotografia e il suo racconto dell’errore. E a Marino non gliene va bene una. Anche il suo registro per le unioni civili finisce a carte quarantotto. Corriere della Sera: “Le nozze gay all’estero? Nulle in Italia”. Catenaccio: “Il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar e boccia il registro del Comune di Roma”. Smontato quello, non resta niente. E si arriva alla resa dei conti senza più alibi per nessuno. Titolo del Messaggero: “Marino verso l’uscita. Tutti i consiglieri Pd pronti a dimettersi”. Siamo alla fine della telenovela? O arriva la classica battuta “bevi qualcosa, Ignazio” che prosegue la fiction in Campidoglio? Vedremo.

 

Renzi in Sudamerica. Prosegue il viaggio sudamericano del Presidente del Consiglio. Giornata colombiana, a Bogotà. Ecco l’agenda: Ore 8.30 Business Forum presso il Club El Nogal. Ore 11.00 incontro con il presidente della Repubblica di Colombia Juan Manuel Santos presso il Palazzo Presidenziale. Ore 15.00 Intervento al Congresso della Repubblica.

 

JPMorgan contro Apple. Dopo aver siglato un accordo per l’uso di Apple Pay, la banca americana ha sviluppato il suo sistema di pagamento, Chase Pay.

 

27 ottobre. Nel 1962 muore in un incidente aereo un genio italiano, Enrico Mattei, presidente dell’Eni.

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