Alexis Tsipras e Mario Draghi (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Grecia-Europa, accordo fatto, Draghi apre la cassa

Mario Sechi
Diktat. Germania cattiva. Greci buoni. Il conformismo tipografico è in edicola e a nessuno viene in mente che prima di scucire 86 miliardi per la Grecia forse è il caso di avere qualche straccio di garanzia da Tsipras e compagni.

Sant’Enrico, che imperatore dei Romani, si adoperò insieme alla moglie santa Cunegonda per rinnovare la vita della Chiesa e propagare la fede di Cristo in tutta l’Europa.

 

Titoli. Diktat. Germania cattiva. Greci buoni. Il conformismo tipografico è in edicola e a nessuno viene in mente che prima di scucire 86 miliardi per la Grecia forse è il caso di avere qualche straccio di garanzia da Tsipras e compagni. Caffè e Repubblica: “Diktat Ue, Grecia al muro”. Quale muro, amici? Quello del referendum? O quello dei prestiti non pagati? O quello di 4 governi e 3 piani di salvataggio finiti nel nulla? Tranquilli, è la Germania cattiva. Andiamo avanti, vediamo cosa ha impaginato il Corriere della Sera: “La Grecia ora è con le spalle al muro”. Aridaje con il muro. E’ una metafora che nelle redazioni del giornalismo collettivo piace assai. Che fantasia. Purtroppo non vi sono ancora tracce in pagina della famosa “trattativa segreta” su Atene che il Corrierone aveva squadernato con uno scoop micidiale. Resto in fiduciosa attesa. Ci sarebbe da leggere una lettera di Ignazio Marino, sindaco di Roma: “Perché non mi arrendo”. No, all’alba mi pare troppo. Lascio perdere. Serve un altro caffè, sfoglio il Giornale per cercare un momento di buon umore, il titolista di via Negri è in modalità Panzer Divisionen: “La Germania invade la Grecia”. Bum. Al Giorno decidono di metterla sul piano delle lettere di licenziamento: “L’Ue dà tre giorni ad Atene”. Non faccio in tempo a versare lo zucchero che torna il diktat, sul Messaggero: “Dikat Ue, Grecia nell’angolo”. Dal muro, all’angolo. Vediamo cosa ne pensa il Sole 24Ore: “Ultimatum alla Grecia, riforme subito o Grexit”. Ecco, hanno messo la parola che racconta esattamente cosa serve in cambio del gruzzolone: le riforme. Sono l’unica garanzia per il nostro portafoglio in mano ai greci. Buona giornata.

 

Accordo fatto. Draghi apre la cassa. L’Eurovertice è andato avanti tutta la notte. Linea dura della Merkel. Soldi in cambio di riforme. E voto del Parlamento. E garanzie sul fondo di privatizzazioni. Tsipras in stato confusionale perde le staffe, si toglie la giacca e manda a quel paese il coinvolgimento del Fondo monetario internazionale. Il premier greco dopo l’Oxi ha scoperto che esiste anche il Nein. L’accordo è arrivato alle 8.30. Alle 15 nuovo Eurogruppo. Nel frattempo: “Mario, abbiamo un problema”. Sono le banche greche che riaprono gli sportelli (vuoti) e chiedono a Draghi liquidità. Cash.

 

Bolletta ko. La società pubblica della Grecia che eroga la corrente elettrica (la Public Power Company S.A.), produce due terzi dell’energia, ha 7.4 milioni di clienti e perde 20 milioni di euro al giorno. I greci non pagano la bolletta e lo Stato non fa il recupero crediti. Il conto delle bollette arretrate è di 1.9 miliardi di euro. E’ nell’elenco di riforme da fare con urgenza. Va privatizzata. (via Politico).

 

Record di durata. Quello sulla Grecia è il più lungo vertice della storia dell’Unione Europea. Ha superato il record del vertice sul trattato di Nizza (dicembre del 2000) dche durò 18 ore.

 

Renzi d’Europa. Che fa a Bruxelles? Un sacco di dichiarazioni. Tutte “speranzose” per salvare Atene. Linea perdonista. Lui, “non immagina la Grecia fuori dall’Europa”. I tedeschi sì, è tutta qui la differenza. La frase giusta ieri l’ha pronunciata il di poche parole Pier Carlo Padoan: “C’è un problema di fiducia”.

 

Renzi d’Africa. L’agenda di Palazzo Chigi oggi dice che il presidente del Consiglio sarà in visita in Etiopia e in Kenya dal 13 al 15 luglio. “In Etiopia Renzi interverrà, nel pomeriggio del 13 luglio, alla Conferenza Onu “Financing for Development” ed avrà incontri bilaterali con le autorità. Dal tardo pomeriggio del 14 luglio, il premier sarà in Kenya, per colloqui bilaterali, e mercoledì mattina terrà un discorso all’Università di Nairobi”.

 

Mercati. Attendiamo le aperture delle borse europee, sono tutte in attesa dell’accordo sul salvataggio della Grecia. Nei giorni scorsi ci hanno creduto. Le borse asiatiche continuano il recupero agli estrogeni pechinesi.

 

 

La Grecia americana: Puerto Rico. Oggi negli uffici di Citi ci sarà il primo incontro tra i creditori e le autorità del territorio americano. Ballano 72 miliardi di dollari. E Puerto Rico è sul lastrico.

 

Hillary. La campagna per le presidenziali americane del 2016 si fa intensa. Oggi Hillary Clinton presenterà il suo piano economico. E siamo giunti alla Hillarynomics.

 

Più droni in Libia. La notizia interessa parecchio l’Italia. Secondo il Wall Street Journal il Pentagono sta cercando una base in Nord Africa per schierare una flotta di droni contro Isis. Tunisia e Egitto tra i paesi candidati a ospitare la base. Domanda: non partono già dalla Sicilia? Nel frattempo: il governo di Tobruk ha firmato l’accordo di pace sotto egida Onu. E quello di Tripoli? No.

 

Rimpasto. Cose che appassionano, potete immaginare. Comunque, ecco le ultime sul giro di poltrone governative: Enzo Amendola al posto lasciato libero da Lapo Pistelli come vice ministro agli esteri, Gaetano Quagliariello agli Affari regionali. Emanuele Fiano sostituirà Francesco Paolo Sisto alla commissione Affari costituzionali.

 

Senato. L’assemblea di Palazzo Madama deve convertire in legge il decreto Poletti sulle pensioni e il trattamento di fine rapporto. E’ quello che si adegua alla sentenza numero 70 della Corte Costituzionale sul blocco dell’indicizzazione delle pensioni.

 

13 luglio. Nel 1814 viene fondata a Torino l’Arma dei Carabinieri, il nome era Corpo dei Reali Carabinieri. Nei secoli fedele.

 

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