Rino Gaetano. Essenzialmente tu

Gabriella Cantafio

di Matteo Persica, Odoya, 302 pp., 20 euro

“E cantava le canzoni che sentiva sempre a lu mare”, quel limpido mar Ionio che bagna la città di Pitagora, salutata ben presto dal ragazzo alto, dinoccolato con una faccia da bimbo smarrito e la pelle bianca come il latte, che si trasferì nella capitale. Qui è divenuto il menestrello anarchico che intona la quotidianità con un ukulele in mano e un cilindro in testa. Si tratta di Rino Gaetano celebrato da Matteo Persica, giovane autore già noto per l’affascinante ritratto di Anna Magnani, in Rino Gaetano. Essenzialmente tu.

  

Raccogliendo materiale d’epoca e testimonianze di amici e colleghi di Rino, tra cui spiccano Domenico Messina, Franco Pontecorvi, alcune sue fidanzate e il produttore Giacomo Tosti, Persica ha voluto donare un atto d’amore al cantautore crotonese scomparso prematuramente, compreso e apprezzato troppo tardi. Alternando più voci, ma soprattutto rendendo vivido il pensiero di Rino, il biografo romano non presenta meramente il personaggio maledetto, che secondo i suoi detrattori si divideva tra droga, alcol e legami con la massoneria, ma tratteggia il ritratto del giovane autodidatta insinuandosi tra le pieghe più intime della sua esistenza. Dal distacco dalla terra calabra, che gli diede i natali, all’arrivo a Roma, dove trova evasione nella musica dando vita ai Krounks con la comitiva del muretto di via Cimone, alla breve sosta nel seminario di Narni per poi ritrovare se stesso nei versi che compone e sui palcoscenici che calca con la compagnia teatrale Il Carro di Tespi. Grazie a una ricerca accurata, durata tre anni, senza mai cedere alla fantasia, Persica, attraverso la memoria e gli sguardi degli amici, riesce a far pronunciare a Gaetano ciò che non ha mai detto nelle numerose interviste. Cresciuto a pane e Beatles, Rolling Stones, Rokes e Nomadi, ben presto si fa strada nei corridoi della Rca, frequenta il Folk Studio, appare sugli schermi delle tv nazionali sino ad arrivare sul palcoscenico di Sanremo.

  

E’ il 1978, in Italia imperversa l’estremismo politico degli Anni di piombo, quando Rino Gaetano porta la sua Gianna, canzone emblema del  nonsense d’autore, alla kermesse canora. Una melodia che sembra una mera canzonetta ma attesta come Gaetano porta in scena la voglia di ribellarsi alle imposizioni, puntando il dito contro luoghi comuni e futilità. Proprio nella biografia firmata da Persica è rivelato il processo creativo dei suoi testi in cui tratta, con amara ironia, importanti tematiche sociali: dalla critica al consumismo e alla società del petrolio in Spendi spandi effendi, alla totale indifferenza al disagio e all’emarginazione in Mio fratello è figlio unico, ad Aida che con “le sue battaglie e i compromessi” ha le fattezze dell’Italia, sino alla contestazione universale di Nun te reggae più e l’onnipresente questione irrisolta del sud che trasuda amara poesia.

  

Valori semplici che il cantautore ha urlato con compostezza sino in Messico, Cile e a Miami. Con quella voce graffiante che, influenzata positivamente dai padri del cantautorato italiano come Battisti, De André e De Gregori, ha lanciato messaggi rivelatisi profetici. Attuali tutt’oggi, a tal punto che, seppur sia venuto a mancare nel lontano 1981 a causa di un tragico incidente, episodio che suggella con delicatezza l’opera editoriale, è un po’ come sentirlo ancora canticchiare “se mai qualcuno capirà sarà senz’altro uno come me”. E, come per magia, grazie alla meticolosa semplicità di Persica, Rino Gaetano appare davanti agli occhi del lettore “chino sulla sua chitarra, con lo spirito imprigionato, in cerca di una rapida fuga, tra il desiderio di un futuro migliore e i giorni stanchi e misteriosi del presente”. 

 

RINO GAETANO. ESSENZIALMENTE TU
Matteo Persica
Odoya, 302 pp., 20 euro

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