le lettere

Brutte storie di arresti e assoluzioni tardive, anche in casa Pd

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Elly gioca a biliardo. Forse si prepara a sfidare Meloni a boccette. E’ la sola gara che può vincere.
Giuliano Cazzola


   

Al direttore - Condivido interamente il suo articolo dal titolo “Il cedimento di un paese che ha trasformato in un crimine finanziare la politica”. Nel 2014, con la dissennata decisione del governo Letta di eliminare totalmente il finanziamento pubblico, la classe politica ha costruito per sé stessa una trappola perfetta. In primo luogo esistono reati, dall’antico abuso in atti d’ufficio al più recente traffico d’influenze, che danno ai magistrati enormi margini di discrezionalità. Ciò detto, il finanziamento dei privati agli uomini politici non ha avuto una configurazione giuridica rigorosa e precisa per cui, secondo qualche interpretazione che si fonda anche sui testi, una volta che il finanziamento di una impresa privata è stato dichiarato, non esiste una dichiarazione di illiceità se quell’impresa si muove in un ambito di interessi che hanno ricadute sul comune o sulla regione i cui presidenti o assessori sono stati finanziati. Ancora più complessa e confusa è la situazione per quel che riguarda ministri o partiti a livello nazionale. In una situazione di questo tipo può quindi avvenire di tutto, specie se la magistratura decide di entrare in campagna elettorale per buttare per aria il progetto di riforma della giustizia che più infastidisce l’establishment della magistratura italiana, vale a dire la separazione delle carriere. Per chi non lo sapesse, il meccanismo sotteso alla situazione attuale è il seguente: il Csm gestisce le carriere dei magistrati non per titoli ma sulla base della lottizzazione fra le correnti. Tutte le correnti, senza eccezione alcuna, sono dominate dai pubblici ministeri, ergo i pm gestiscono la carriera dei magistrati giudicanti. Se si considera poi che, stando a una bella battuta di Luciano Violante, la prima incompatibilità dovrebbe essere fra le carriere dei pm e quella dei cronisti giudiziari, il circolo è chiuso. Poi nella fattispecie emergono altri interrogativi: perché l’arresto e non l’avviso di garanzia? E perché una richiesta di arresto fatta il 27 dicembre 2023 è realizzata nel maggio del 2024, a un mese delle elezioni europee? Vale anche in questa occasione l’aureo meccanismo della sentenza anticipata descritto da un signore che se ne intendeva, vale a dire Francesco Saverio Borrelli? Se a un personaggio pubblico tu invii un avviso di garanzia, meglio ancora spicchi un arresto, la sentenza di condanna è già dichiarata. Poi magari fra sette anni arriva in terzo grado di giudizio l’assoluzione, ma essa viene comunicata in ottava pagina e in dieci righe, magari a un personaggio oramai politicamente distrutto. 
Fabrizio Cicchitto

  

Nel 2018, un governatore del centrosinistra, Marcello Pittella, fu arrestato e posto ai domiciliari. Si dimise. La sua accusa: aver truccato concorsi. Quattro anni dopo, è stato assolto con formula piena. Ma la sua carriera è stata rovinata. Da un’indagine ingiusta. Il 17 dicembre 2018, a Mario Oliverio, esponente del Pd, governatore della Calabria, viene imposto l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza. L’accusa: abuso d’ufficio. Nel 2020, il Pd non lo ricandiderà alle elezioni. Nel 2021 il tribunale di Catanzaro lo assolverà. Garantismo vuol dire prudenza. E avere prudenza vuol dire non trasformare un arrestato, o un indagato, in un colpevole fino a sentenza definitiva. 


   
Al direttore - Lei vuol farci credere che Putin abbia invaso l’Ucraina per ricostruire l’impero russo e sbaragliare l’occidente; che il pogrom del 7 ottobre volesse dimostrare la vulnerabilità di Israele e quindi la possibilità di scacciare tutti degli ebrei dal fiume al mare. Si sbaglia, sostiene Carlo Rovelli nella sua prefazione alla traduzione italiana del rapporto di Greenpeace sugli effetti della spesa militare, pubblicata nei giorni scorsi come editoriale sul Corriere della Sera. Questo “scenario da brivido” sarebbe invece dovuto “all’immensa scellerata pressione esercitata dai fabbricanti di armi di tutto il mondo”. America, Canada, Europa, Australia e Giappone, perduta la loro gigantesca supremazia economica, hanno ormai praticamente solo la supremazia militare. “Gli smisurati proventi dell’industria militare, secondo Rovelli, generano un potere che spinge all’incremento degli armamenti e al loro uso per il solo motivo che qualcuno ci guadagna”. Perfino In Italia, “un personaggio che ha giocato un ruolo centrale per la potente industria militare italiana è ora ministro della Difesa e ha fra le sue priorità l’aumentare, per lucro, la vendita di armi italiane”.  L’illustre scienziato avrebbe potuto aggiungere che è per aumentare i profitti della IG Farben con la produzione del Zyklon B che si costruirono i campi di sterminio, e della J.A. Topf und Söhne con la fabbricazione dei forni. E che da noi fu forse per sostenere l’industria delle spade che si chiese agli aratri di tracciare il solco. Cordialmente.
Franco Debenedetti