Foto di Mauro Scrobogna, via LaPresse 

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Il congresso della Cgil è un'occasione per riflettere sui flop della Cgil

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Letto il programma dei lavori del XIX Congresso della Cgil: ottima la presenza dell’attivista iraniana Pega Moshir Pour; pessima l’assenza di un’attivista ucraina.
Michele Magno

Mi sembra già un passo in avanti aver scelto di non affidare la regia del congresso agli stessi organizzatori del congresso della Cgil di Bologna, che pochi mesi fa, di fronte a Maurizio Landini, scelsero di accogliere l’elezione del nuovo segretario locale con l’inno dell’Unione sovietica. E sarebbe un ulteriore passo in avanti fare anche una piccola analisi delle sconfitte della Cgil. Per esempio: come mai, dopo lo sblocco dei licenziamenti, gli imprenditori, piuttosto che assumere di meno, come sosteneva la Cgil, hanno iniziato ad assumere di più? Per esempio: come mai, dopo le politiche economiche del governo Draghi, l’Italia, piuttosto che crescere di meno, come sosteneva la Cgil, ha iniziato a crescere di più? E come mai i governi che si rifiutano di seguire l’agenda della Cgil di solito offrono ai lavoratori più benefici che malefici? Forse, caro segretario, potrebbe essere utile iniziare a parlarne. 


 

Al direttore - Pierluigi Concutelli, il terrorista “nero” condannato all'ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio nel 1976 muore alla vigilia degli ottant’anni. È colpevole anche di altri svariati e gravi crimini di cui si rischia di smarrire memoria. Concutelli, è stato tra i capi di Ordine nuovo prima di darsi alla lotta armata. Malato da tempo, dopo aver trascorso quasi metà della sua vita in carcere, aveva avuto la sospensione condizionale della pena nel 2011 per motivi di salute. Fin qui le “notizie” ufficiali. Quello che forse poco si sa è che Concutelli con altri detenuti il 20 giugno 1990 si iscrive al Partito radicale. Perché lo abbia deciso, spinto da quale molla, non saprei dire. Chissà quale malia ha saputo esercitare Marco Pannella che in questo era insuperabile mago. Certo quella tessera e quell’iscrizione non gli hanno procurato alcun concreto vantaggio. Quanto al Partito radicale, perfino a uno con il passato e il presente di Concutelli la tessera viene data: lo statuto radicale prevede che tutti si possano iscrivere, la tessera non si può rifiutarla a nessuno se paga l’annuale quota; nessuno può essere espulso, chiunque se vuole può salire sul “tram” radicale. Non so perché a un certo punto della sua vita il “nero” assassino Concutelli ha deciso di pagare il “biglietto” e salire, a quale “fermata” sia poi sceso e tutto sommato poco importa. So che il “tram” radicale mi è sempre piaciuto anche per questo.
Valter Vecellio


 

Al direttore - Venerdì e sabato, al Torino Liberal Forum, si discuterà di una proposta di riforma del sistema giudiziario italiano, che mira a riqualificare i rapporti di convivenza tra i cittadini, in linea con quanto suggerito ieri sul Foglio dal ministro Nordio. Se pensiamo, a quanto successo in questi ultimi anni nel nostro paese, è evidente come il tema della giustizia abbia condizionato profondamente la nostra vita politica, spesso interferendo nel normale confronto tra partiti di diverso schieramento. Da tempo, la magistratura italiana, spesso impatta negativamente sulla vita quotidiana di noi cittadini, incidendo sulle nostre libertà fondamentali: si pensi, ad esempio, alla difficoltà di avere garanzia di tutela per chi è stato vittima di soprusi, anche modesti; ai tempi biblici che richiede l’istruzione dei procedimenti giudiziari, che inficiano inevitabilmente la certezza della pena; alla frequente violazione dell’integrità dei diritti fondamentali come quello della privacy, che ciascuno di noi dovrebbe vedere garantiti, a prescindere da ogni esigenza di giustizia. Attorno ai temi della giustizia, la “diaspora liberale”, un insieme di movimenti in fermento, potrebbe trovare un punto di incontro. E provare a ripartire.
Nicolò Compostella

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