Foto di Elisabetta Baracchi, via Ansa 

Lettere

Un pessimo inizio: quanto a difesa delle libertà, peggio non si poteva fare

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Non oso pensare, se fosse vissuto oggi, alla bolletta della luce di Giuseppe Ungaretti quando s’illuminava d’immenso.
Michele Magno


 

Al direttore - Certezza della pena: omicidio colposo (da 6 mesi a 5 anni); lesioni gravissime (da 3 mesi a 2 anni); truffa aggravata (da 1 a 5 anni); furto in abitazione e scippo (da 1 a 6 anni); rapina a mano armata (da 4 a 10 anni); organizzazione arbitraria di un rave party (da 3 a 6 anni per gli organizzatori, pene minori per i partecipanti). È bene osservare con attenzione soprattutto la differenza tra i minimi di pena vigenti per i reati elencati e quello nuovo tipizzato nel decreto Piantedosi.
Giuliano Cazzola

 

“Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti  profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032. Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto  è commesso da persona palesemente armata. Se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata”. Recita così l’articolo 633 del codice di procedura penale. Dove si dimostra che è falso che non vi fosse già una legge utile a contrastare le occupazioni illegali di territorio; che il problema della politica semmai è saper far rispettare quelle leggi; e che una politica interessata a usare l’arma dell’esercizio penale come uno strumento utile ad assecondare le preoccupazioni dei propri elettori tende a far prevalere inevitabilmente il tema del “più pene per tutti” sul tema del “più garanzie per tutti”. Come inizio, a proposito di difesa delle libertà, peggio non si poteva fare.


 

Al direttore - Ci sono tanti lavori che si possono fare, non si capisce perché un medico che non si vuole vaccinare debba continuare a fare il medico anche se considera la scienza una ideologia da combattere. 
Luca Martoni

 

In buona sostanza, per difendere lo 0,7 per cento di sanitari non vaccinati, Meloni, rivedendo ogni norma che punisce i medici che non si vaccinano, sceglie di tirare pomodori in faccia a tutti i medici che hanno rispettato le regole (che sono il 99,3 per cento) e decide di schierarsi dalla parte di chi considera la scienza solo un’ideologia. Come inizio, a proposito di difesa delle libertà, peggio non si poteva fare.


 

Al direttore - La droga può colpire tutti e fa sì che la ragione cada nel pozzo profondo di un orrore senza senso. L’età del primo contatto si sta abbassando notevolmente: per il consumo di alcolici, è tra gli 11 e i 14 anni, mentre per le sostanze stupefacenti tra i 12 e i 15 anni. Alla temibile eroina (che è ritornata in auge), si arriva intorno ai 14-15 anni. Il mercato illecito delle droghe è un mercato del venditore, è oligopolistico al centro, ha una consistente fascia di operatori a livello intermedio e una gestione polverizzata dei punti vendita in periferia. La vendita è in mano alla criminalità organizzata che pianifica gli approvvigionamenti, definisce la dinamica dei prezzi e canalizza il mercato verso un prodotto: nei luoghi abituali dello spaccio, si possono trovare “tagli” di oppiacei sintetici da 5/10 euro in grado di provocare “dipendenza” velocissima. Spesso i nostri ragazzi si espongono da soli a rischi enormi, in contesti di spaccio che raramente sono in grado di gestire. Il nodo cruciale è come ridurre la “domanda”: non esistono progetti di prevenzione strutturati, non esistono progetti di prossimità con educatori di strada che sappiano supportare o orientare e il lavoro nelle scuole è pressoché inesistente.  La risposta dello stato e del nuovo governo Meloni, deve essere forte e integrata: prevenzione, riduzione del danno, contrasto del traffico, cura e recupero non possono più essere pensati da soli, serve un tavolo integrato in cui gli operatori di polizia discutano con gli operatori del territorio, dei Sert e delle comunità.
Andrea Zirilli

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