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Cari Radicali, bello raccogliere quelle firme con Salvini, vero?

Le lettere al direttore del1 ottobre 2021

Al direttore - Riusciranno i giornali nemici di Salvini a trasformare Morisi in una vittima?
Marco Mattino

 

Il caso Morisi è interessante non per quello che ci dice sulla vita privata di Morisi ma per quello che ci dice su Salvini, sul suo doppio standard, sulla sua cialtroneria, sulla sua incapacità a comprendere che lo schema della Bestia fa schifo non solo quando viene applicato ai propri amici ma anche quando viene applicato ai propri avversari. E la dimostrazione plastica dell’incapacità di Salvini di comprendere questa minima, piccola, minuscola lezione di garantismo è arrivata ieri quando il Capitano della Lega ha utilizzato il suo liquidator per sparare schizzi di fango contro Mimmo Lucano. Gli innocenti fino a prova contraria non sono tutti i cittadini, ma solo gli amici di Salvini. Amici radicali, che bellezza raccogliere quelle firme con il Capitano, vero?


 

Al direttore - Se il nostro paese fosse un po’ più serio, le prime pagine dei quotidiani avrebbero titoli come “dov’è la transizione ecologica?” oppure “cosa sta facendo il governo per la transizione ecologica?” o qualcosa del genere. Invece ci ritroviamo nella maggior parte dei casi con articoli sulla presunta “crescita economica” che non è altro che un misero recupero del pil dopo la perdita disastrosa del 9 per cento nel 2020, crollo da cui non ci siamo ancora ripresi come dimostrano i dati sui consumi e la disoccupazione. Questi immotivati entusiasmi su un fantasioso “boom economico” stanno perciò nascondendo un imbarazzante fallimento su quella che doveva essere la “rivoluzione verde”, ormai completamente sbiadita. Non abbiamo nemmeno un serio piano sull’argomento e l’unica proposta suggerita dal ministero competente ha riguardato una riconsiderazione dell’energia nucleare, immediatamente respinta dagli ambientalisti più intransigenti. Possiamo allora dire che la “transizione ecologica” è un fallimento? Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare per capire che non si sta facendo nulla per convertire una società che probabilmente non ha nemmeno i mezzi per cambiare? Ciò che è più irritante è la menzogna ormai diventata istituzionale, che promette il “cambiamento del mondo”, ma in realtà non fa nulla.
Cristiano Martorella


    
Al direttore - Il culo di una statua offende le nostre donne, il burqa invece è passabile.
Jori Diego Cherubini


 

Al direttore - Mentre furoreggia il dibattito sul lavoro agile nella Pubblica amministrazione vorrei dar conto di quanto capitatomi. Ho chiesto al comune di una importante città alle porte di Milano il certificato di morte di mio padre, avvenuta nel 1982. La cortese impiegata mi ha spiegato che allora “non erano meccanizzati” (sic) per cui andava fatta una ricerca in archivio e in un paio di settimane (!) avrei avuto quanto richiesto. Cioè nel 2021 perché un impiegato scenda in archivio e fotocopi un atto ci vogliono, belle belle, due settimane. Buon lavoro dunque all’impiegato esploratore e soprattutto buon lavoro a Renato Brunetta che ha davanti un’ impresa da far impallidire le 12 memorabili fatiche di Ercole.
Valerio Gironi


 

Al direttore - Ho letto ieri un’agenzia con le dichiarazioni dell’ottimo deputato del Pd Stefano Ceccanti, sul caso Mimmo Lucano. Leggo: “Le sentenze si devono commentare, con rispetto sì, come si deve in una democrazia fondata sulla separazione dei poteri, ma si possono e devono commentare, come gli atti di qualsiasi potere, perché nessun potere è a priori infallibile”. Sbaglio o per la sinistra è una piccola rivoluzione?
Franco Cartoni

Dichiarazione perfetta. Ma oltre al caso del deputato Ceccanti, da sempre garantista, il dato è più generale e più interessante: la sinistra, con Mimmo Lucano, scopre finalmente che le sentenze si possono criticare. Ricordarselo anche al prossimo giro.

 

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