La Loyola University elimina Flannery O'Connor. Spadaro che dice?

Le lettere al direttore del 1 agosto 2020

Al direttore - Va bene scoprire l'alta velocità, ma tutti insieme?

Giuseppe De Filippi


 

Al direttore - La democrazia funziona se a decidere sono in due e uno è malato, recita un irriverente aforisma di Winston Churchill. Da noi ormai decide solo il presidente del Consiglio con i suoi decreti. Allora chi è il malato? Ai contemporanei l’ardua sentenza. Post scriptum: io in verità un’idea ce l’avrei, ma non la dico. Perché sarei subito rimbrottato dall’eminenza grigia del Pd, il quale mi spiegherebbe che sono un’anima bella, incapace di distinguere tra il populismo di destra e autoritario e “il populismo sociale, rispettoso delle regole elettorali e di un regime di libertà (nostalgia di Laclau?)”; che “non possiamo rinunciare alla nostra presenza nel gorgo della realtà” (nostalgia di Ingrao?); che “il riformismo è la capacità di guardare in faccia ai fatti e di differenziare l’analisi” (nostalgia di Togliatti?); che “la popolarità che ha conquistato Conte, e il suo rapporto con la maggioranza degli italiani, sono il punto di partenza per ogni ricerca di una leadership del centrosinistra” (nostalgia di Zingaretti?). Così ha sentenziato Goffredo Bettini in un suo recente scritto (Linkiesta, 30 luglio). Capirà, quindi, che di fronte a cotanta lezione di realismo politico non mi va di fare la figura dello scemo del villaggio.

Michele Magno

 

Spunto stimolante. Ma in questi giorni – specie alla luce del voto registrato giovedì in Senato sul caso Open Arms, dove il M5s ha di fatto votato contro l’operato del suo vecchio governo – se mi consente c’è un altro aforisma di Churchill che mi sembra più adatto ai tempi: “Solo i cretini non cambiano mai idea”.


  

Al direttore - Il Foglio giustamente sostiene l’opportunità se non la necessità di ricorrere ai prestiti del Mes e ritiene che non vi siano condizionalità nascoste. Quest’ultimo aspetto è valido solo fino a un certo punto, a mio avviso. Finora nessuno è stato in grado di rispondere all’osservazione secondo la quale non ha la Commissione Ue il potere di superare l’ipotesi della condizionalità che, in via generale, per i finanziamenti del Mes è prevista dal Trattato e dal Regolamento, fonti giuridiche superiori rispetto a un atto della predetta Commissione. C’è da chiedersi perché non si affronti, concordando o no e in quest’ultimo caso esponendo le necessarie obiezioni, questo delicato argomento secondo il quale la condizionalità non sarebbe nascosta, ma immanente in quanto attivabile sulla base delle norme indicate, magari in conseguenza di un mutamento della composizione della Commissione o comunque “melius re perpensa”. Sarebbe doveroso che, a partire dal Governo, a esse si rispondesse con giuste argomentazioni.

Angelo De Mattia

  

Resto alle Q&A pubblicato dal Fondo salva stati per rispondere ai possibili dubbi sul tema: “L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi Covid-19”. Mi pare chiaro, no?


 

Al direttore - Ho letto sul suo giornale che la Loyola University del Maryland ha deciso di cancellare il nome di Flannery O’Connor dal proprio pantheon ideale perché “razzista”. Tale notizia sfida ogni confine logico che la mente umana può raggiungere. Ma è tutto vero: la più grande scrittrice cattolica americana, morta all’inizio degli anni Sessanta, in un’America ben diversa da quella odierna, eliminata perché era una bianca del sud. Il caso vuole che sempre sul Foglio fosse ospitato un bell’articolo tratto dalla Civiltà Cattolica, il cui direttore, padre Antonio Spadaro, è uno dei più profondi conoscitori dell’opera di Flannery O’Connor: su di lei ha scritto moltissimo in passato, con una capacità di inquadrarne l’opera come pochi hanno saputo fare. Chissà, forse sarebbe bello che il padre Spadaro (gesuita come i cancellatori della Loyola), offrisse ai suoi lettori un punto di vista in merito.

Marcello Strazzeri

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