Cobas vs coronavirus è uno scontro da Avenger. God bless Cav.

Al direttore - Fontana, mi consenta.

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - “Tom Hanks dimesso dall’ospedale” prima notizia del mattino letta tipo “gli alleati sono sbarcati in Sicilia”.

Andrea Minuz

 


 

Al direttore - Da bastardi a eroi il passo è breve: basta una breve sequenza chimica, un virus, a cambiare completamente prospettiva. L’ultima aggressione in un pronto soccorso è solo di qualche settimana fa; le minacce e le violenze, verbali e fisiche, al personale sanitario sono storia lunga e recente. Per non parlare delle cause civili e penali intentate quotidianamente e nella maggior parte dei casi risolte con un nulla di fatto, o dei megafoni della stampa pronta a gridare alla malasanità a ogni piè sospinto.

E adesso tutti eroi. Messaggi commoventi, flashmob di ringraziamento, bandiere al vento, cartelli ai cancelli degli ospedali, voi siete eroi in tutte le trasmissioni, e il cielo è sempre più blu. Vi prego. Quelli che chiamate angeli ora, sono stati per anni il vostro dèmone, solo perché talvolta la malattia di un congiunto è stata più forte della scienza. E’ vero e comprensibile che a sorreggere il coraggio ci vuole la speranza. E che quando ci si trova di fronte a un nemico più grande di noi, per avere speranza ci si affida a un essere superiore, sia esso un Dio, un mago o un eroe. Non eravamo dèmoni prima, non siamo eroi adesso. Facciamo solo il nostro lavoro. Sottopagati, in condizioni estreme e privi del minimo indispensabile per farlo in sicurezza, vostra e nostra. E continuiamo a farlo. Non ci battete le mani. Prendete piuttosto coscienza del fatto che paghiamo oggi anni di spoliazione lineare delle risorse alla sanità, anni di malaffare e appalti che hanno sprecato quelle poche messe a disposizione. E ricordatevelo, quando tutto questo sarà finito. Ricordatevi di chiedere i nomi dei responsabili del fatto che, nonostante la Cina, ci siamo fatti trovare impreparati. Ricordatevi di chi è entrato a gamba tesa sul Sistema sanitario nazionale che, nonostante gli acciacchi, ha continuato a fare il suo dovere. Un ultimo pensiero va ai colleghi più giovani. Si corre ai ripari abilitando sulla fiducia oltre diecimila neolaureati in Medicina. Mi è tornata in mente quella scritta con vernice nera, quella sulla casa distrutta in provincia di Treviso, apposta da mano anonima nel 1917. “Tutti eroi! O il Piave, o tutti accoppati!”. Era il motto dei ragazzi del ’99, da poco diciottenni, chiamati e armati in fretta e furia per salvare una guerra che la sconfitta di Caporetto aveva appena gravemente compromesso. Giovani eroi, quelli sì, che ce l’hanno fatta. Spero che la Storia si ripeta.

Venanzio Porziella

 

E ricordiamoci anche di chi, dopo aver allontanato dagli ospedali i medici più esperti attraverso quota 100, oggi si lamenta del fatto che negli ospedali c’è un problema di medici che mancano. E non tutti gli ospedali d’Italia hanno la fortuna di avere un Cav. (God bless him) che gli regala dieci milioni di euro per andare avanti.

 


 

Al direttore - Leggo da uno straordinario comunicato degli Unicobas relativo alla posizione ufficiale del sindacato rispetto al tempo della didattica a distanza: “Assistiamo a una campagna senza precedenti volta a far passare l’obbligatorietà della presenza a scuola e della didattica a distanza per gli insegnanti. Ribadiamo come gli obblighi contrattuali relativi alla funzione docente non contemplino l’obbligo di presenza a scuola quando gli studenti sono assenti (tranne le riunioni programmate dai Collegi dei docenti), né la didattica a distanza. Ciò che non è obbligo di servizio si qualifica come lavoro aggiuntivo, sia per gli insegnanti che per gli Ata, ivi compresa l’eventuale retribuzione aggiuntiva che, se richiesto, va liquidata. Senza considerare il sequel di obiezioni pedagogiche che una siffatta impostazione (falsamente “modernista”) comporta…”. Siamo oltre il cabaret.

Luca Martini

 

Avevano ragione Michele Masneri e Andrea Minuz, che dialogando sabato scorso sul Foglio avevano visto giusto: “I Cobas non vogliono assolutamente che i professori usino la quarantena per far lezione online. Si sentono scavalcati a sinistra dal virus. Vogliono mettere bene in chiaro che il paese si ferma solo quando lo dicono loro… E Cobas contro coronavirus è uno scontro da Avenger”.

Di più su questi argomenti: