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Applebaum da leggere sulla differenza tra Italia e Usa sul Covid-19

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Dicono i francesi che noi mangiamo pizze vive.

Giuseppe De Filippi

 

Al direttore - Sono un ventisettenne consigliere comunale di minoranza del paese di San Fiorano, uno dei dieci all’interno della cosiddetta “zona rossa”, attualmente sottoposto alle misure di quarantena in seguito ai primi focolai di Covid-19. Mi ritrovo a osservare il mio piccolo paese immerso in un’atmosfera surreale, dove le paure delle persone non sono alimentate solo dalla situazione d’epidemia, ma anche dalle pesanti misure restrittive a cui gli abitanti sono soggetti. Da qua, si ha l’impressione che questo strano lazzaretto sia stato messo in piedi solo per offrire un’apparente sicurezza agli esterni, a partire dal fatto che i casi accertati al di fuori del confine di San Fiorano sono maggiori rispetto a quelli dell’interno. Stiamo toccando, oggi più di ieri, l’incompetenza della classe politica. I nostri governanti, assecondando i capricci propagandistici di un certo capo della minoranza votati a denunciare “l’inerzia” e la “pigrizia” dello stato, stanno adottando misure estreme e diffondendo allarmismi ingiustificati. Di fatto, basta confrontare i dati (per esempio quelli forniti recentemente dallo studio del Ccdc e facilmente reperibili) per rendersi conto che questo virus con cui abbiamo a che fare ha un bassissimo tasso di mortalità e che riguarda soprattutto persone anziane con quadri clinici già fortemente compromessi. Risulta evidente da queste circostanze che sia necessaria una certa attenzione, tanto alla competenza di chi agisce tanto a quella di chi ascolta. Questa è la ragione per cui abbiamo deciso di fondare l’associazione Epistocrazia, di cui io sono presidente, le cui idee, oggi più che mai, assumono una particolare rilevanza politica e sociale. Sto parlando di un concetto politico e di governo, l’Epistocrazia, che affonda le sue radici nel passato, da Platone a Stuart Mill per giungere a Brennan. Alla base di questa idea si pone il grande problema della crescente disinformazione dell’elettorato e, conseguentemente, dell’incompetenza della classe politica. Poiché il voto di un elettore male informato produce necessariamente un eletto inadeguato. E ne abbiamo avuto più di una volta le prove, non solo in questa infelice circostanza, ma anche nel più recente passato. L’obiezione epistocratica alla democrazia vuole, attraverso l’attestazione delle competenze del singolo, essere un incentivo a informarsi, così che si innalzi sia il livello dell’elettorato attivo che di quello passivo. Come Lei ha scritto in un articolo del 22 febbraio, anche io spero che “la svolta di questa storia sarà la fine della democrazia dei creduloni”. E devo dire che noto con piacere che in questa situazione, e nonostante il bombardamento d’informazioni esatte e non, le persone ritrovano l’innato istinto alla ricerca della verità, portandole così a filtrare e distinguere le notizie. Chissà quindi se alla fine di questi famosi quattordici giorni si rimarrà affezionati alla ricerca, più che al consueto e caotico copia-incolla.

Nicolò Gallinari

Si tratta probabilmente di un’influenza meno mortale del previsto, e speriamo tutti che sia davvero così, ma si tratta comunque di un’influenza molto violenta, molto pericolosa che rischia di intasare gli ospedali d’Italia. Né io né lei abbiamo le competenze per poter valutare se le misure che il governo ha preso sono sproporzionate oppure no rispetto al pericolo che corriamo. Ma dato che anche lei, come me, pensa che sia arrivato il momento di spazzare via ogni traccia della democrazia dei creduloni suggerirei (a) di avere un po’ di pazienza, (b) di affidarsi agli esperti del nostro sistema sanitario che sono certamente tra i più bravi e i più competenti al mondo, (c) di ascoltare alcuni commentatori internazionali come Anne Applebaum che in queste ore ci stanno ricordando che i numeri di paesi come l’Italia sono molto alti anche perché l’Italia sta facendo un buon lavoro testando le persone in modo rapido, preciso e gratuito mentre i numeri di paesi come gli Stati Uniti sono ancora relativamente bassi non perché corrono meno pericoli di noi ma perché paesi come gli Stati Uniti stanno testando in ritardo, con lentezza e in modo molto costoso. Il governo italiano ha certamente delle colpe nel non essere riuscito a evitare il contagio del virus dai pazienti all’economia ma prima di dire che i provvedimenti approvati siano stati troppo duri e troppo severi onestamente aspetterei ancora un po’. In bocca al lupo.

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