Il decadentismo, il mio topino bianco e il fallimento di Obama

Redazione

    Al direttore - Bompiani ristampa Carmelo Bene “Apparso alla Madonna”. Più modestamente, sul magazine del Corriere, la Madia è apparsa a Medjugorje.
    Maurizio Crippa

     

    Al direttore - Sono ora in viaggio da Padova e, come semplice dottoranda all’università, anche la spesa affrontata per esser presente alla veglia del Foglio fa parte del sacrificio. Un sacrificio che però è nulla se penso che sono – immeritatamente – nata e cresciuta in un paese in cui non ho mai temuto per la mia incolumità, né mentre andavo a messa della domenica né perché portavo al collo un piccolo crocifisso. Non solo condivido la sua battaglia, dunque, conscia di come la perdita improvvisa di libertà che si danno per scontate possa avvenire – e in parte stia già avvenendo – anche in Italia. Ma ad aiutarmi a scegliere e partire è stato anche il pensiero di una donna che per me è quasi un angelo custode. Mi riferisco a Oriana Fallaci. Sebbene Oriana non si fosse mai professata cristiana, ciò nondimeno quella donna straordinaria ha sempre compreso immediatamente, quasi per intuizione, da che parte stessero il Bene e il Male, dove la libertà e dove, invece, l’oppressione. E ho pensato che lei, nata povera e cresciuta con scarpe sempre troppo grandi, vissuta in America, come anche a me è capitato, e innamorata e arrabbiata con quel popolo per gli stessi motivi per cui io stessa ancora lo amo e lo detesto, avrebbe speso il suo ultimo centesimo per essere presente ieri sera. Per difendere, ancora una volta, la libertà. Non avrei potuto tradirla. La credo in paradiso, ma una mia preghiera sarà anche per lei; e perché, se può, interceda: per farci ancora vedere, altrettanto lucidamente, quale sia la posta in gioco.
    Marianna Orlandi

     

    Al direttore - Lo scenario politico italiano sembra contenere anche  figure di desaparecidos: e che desaparecidos, riconoscibili in Enrico Letta e Emma Bonino, che, dal giorno della rimozione “renziana” dai  loro rispettivi incarichi, sono letteralmente scomparsi, rinchiudendosi in un ossessivo silenzio dettato forse da una caratteristica che li accomuna: un rancore esasperato per l’onta subita  che, a mio avviso, allontana ambedue da quanto amerebbero essere o apparire: due autorevoli statisti.
    Vincenzo Covelli

     

    Al direttore - Pare che i sondaggi dicano che Obama è giudicato dagli americani come il peggiore presidente del Dopoguerra. Questo è anche il mio modesto giudizio personale. Ma, quel che più è grave, è che Obama sintetizza in sé tutti gli aspetti peggiori della decadente cultura occidentale, che sta contagiando l’Europa e non solo: è abortista, vuole i matrimoni gay con relative adozioni, è animalista, è politicamente corretto, censura le esperienze del popolo religioso, è cieco verso l’avanzare della violenza islamica contro cristiani ed ebrei, è inetto culturalmente e politicamente nei confronti dei problemi nodali della nostra epoca. Non a caso, è stato frettolosamente insignito del premio Nobel per la Pace. E’, dunque, preoccupante dire che Obama è il peggiore presidente, perché lui rappresenta il peggio di noi (fortunatamente, ci sono eccezioni su cui basare lotta e speranza).  
    Giuseppe Zola

     

    Bè, sull’animalismo ho delle riserve dovute al mio amore per gli animali. Ho cercato di intrappolare in gabbia e salvare un topino bianco di campagna, ma non ci sono riuscito e si è infilato in un trappolino mortale. Mi è spiaciuto perché si era innamorato di me. Mi era pure entrato nei pantaloni. Anche sul decadentismo non so se concordare: mi sento decadente da sempre e molto decaduto da poco. Un saluto.

     

    Al direttore - Emerge sempre più che il buon Bersani, persona onesta senza se e senza ma, politicamente non ha capito nulla. Coprirsi a sinistra, l’ossessione del Pci, con un Vendola è, concettualmente, politicamente, concretamente una assurdità, una mossa da piccolo funzionario di cellula. Capisco quanto sia urticante ammetterlo, ma se il Pd di Renzi vuole davvero fare le riforme, deve prima liberarsi delle sue parti abbarbicate su pregiudizi ideologici e vittime delle sue catene. Quelle della sinistra, che descrive Claudio Cerasa con documentati tocchi magici. Ma la base? Gli elettori? Gli occupy Pd? Sono un problema solo se si dà spazio a chi non vuol cambiare e che, prima di accettare le riforme gioca irresponsabilmente sul tanto peggio tanto meglio. Lo spettacolo in scena al Senato è il tentativo di metterlo in atto.
     Moreno Lupi