Conquistateci tutti, d'accordo, ma diamoci una mossa pure noi

Redazione

    Al direttore - Concordo con la tesi, esposta come sempre con efficacia da Lo Prete, secondo la quale vi è un ricorrente, non giustificato allarmismo di fronte a investimenti esteri in Italia. Detto ciò, è pur vero, però, che bisogna distinguere i settori di intervento: non a caso alcuni di essi, di rilevanza strategica per il paese, sono protetti dalla vigente normativa. L’investimento estero può essere anche una operazione “fantastica” in qualche caso. Ma, vedendo l’altra faccia della medaglia, non si riscontrano pure, accanto alla rilevazione degli aspetti positivi, le carenze annose del nostro capitalismo industriale e finanziario e le omissioni e i ritardi dei governi, posto che non siamo l’Inghilterra che, godendo della posizione di prima piazza finanziaria mondiale, ha potuto puntare molto meno su di una industria nazionale? Ovviamente, non mi sfuggono gli effetti della globalizzazione; do per scontato tutto ciò che potrebbe essere controdedotto; non ho una visione autarchico-dirigistica. Ma perché il fantastico non si rivolti nelle fantasticherie, non sarebbe doveroso che, insieme con l’esaltazione, per la verità smodata, dell’investimento estero, si parli anche, dal governo, di politiche industriali (non da supergestione), di regole dei mercati, più in generale di politica economica per valorizzare le iniziative già presenti e quelle che possono essere avviate ex novo? O l’apertura all’estero si deve tradurre, alla fin fine, in piena, e non biunivoca, dipendenza dall’estero? Con più cordiali saluti.
    Angelo De Mattia

     

    Al direttore - Dilma Rousseff alla premiazione ha tirato fuori la faccia più indispettita e insofferente che aveva in repertorio. Che volete di più? Piuttosto propongo l’esilio per Pierluigi Pardo che ha scritto un articolo titolato “La Germania si merita tutto”. No. Questo è troppo. Hanno vinto. D’accordo. Bisogna fargli pure le feste? Il Foglio è un giornale aristocratico. Si occupa di politica, di cultura di filosofia e teologia. Potevate mettere la notizia alla pagina 23. Quella che non è stampata.
    Claudio Baleani

     

    Al direttore - La pochezza di Messi era prevista. Che sia stato definito il miglior giocatore è assurdo come assurdi sono i suoi palloni d’oro. Pallone e basta. Naturale che il Foglio abbia vinto. Mette in campo una squadra di giganti rispetto ai soliti commentatori sportivi. Certo è che Fabio Caressa dovrebbe dedicarsi alla cucina. Della moglie.
    Maria Pia Banchelli

     

    Al direttore - Ritengo che gran parte degli ostacoli alla pace, derivano proprio dai continui appelli alla pace: da quelle sollecitazioni, vaghe e generiche, rivolte tanto agli aggressori quanto alle vittime, che mettono sullo stesso piano prepotenze e diritti, ragioni e pretesti. Ma con quale criterio, coloro che per decenni hanno descritto quei conflitti e quei popoli in modo fazioso, equivoco e falso, fomentando odio e frustrazione, adesso con la stessa vigliacca ipocrisia sollecitano accordi e tregue? Il solito buonismo, tanto becero e irresponsabile quanto devastante. Cordiali saluti.
    Rodolfo Maida

     

    Al direttore - Sono restato disgustato dalla fotografia in prima pagina del suo giornale, ripresa poi, e fortemente ingrandita, nell’inserto I. Questa fotografia offende la sensibilità maschile non meno di quanto offenda quella femminile. Sinceramente non mi aspettavo che il Suo giornale, del quale debbo dire “ero” attento lettore, si abbassasse fino a questo livello di pornografia (prescindo dall’articolo che volutamente non ho letto perché già disgustato e offeso). Non posso nemmeno dire che spero che questa sia una caduta isolata visto che nella presentazione si fa riferimento a una serie estiva e si precisa che quella odierna è la prima puntata della serie. Se il buon giorno si vede dal mattino… Con i migliori saluti.
    Giancarlo Battisti

     

    Al direttore - Sono così imbevuto di papismo che non posso vedere l’unghia del caprone dentro le scarpacce nere di Francesco. Di Scalfari ricordo come ammettesse di avere torto marcio in un “incontro” con Montanelli ma sostenesse che ragione e logica possano essere trascurate contro “il fascio”, vero o supposto. Figurarsi se si sottrae, alla sua età, alla giuggiola che gli viene offerta.
    Efisio Loi