Il sesso e Dio

Umberto Silva

La guerra di religione e la guerra dell’uomo contro la donna, come le bambine rapite da Boko Haram.

E’ in atto una guerra molto combattuta sui fronti dell’opinionismo: parlo della guerra tra coloro che sostengono che l’attuale conflitto tra i popoli sia una guerra di religione e coloro che invece parlano di una battaglia tra uomini e donne, che lì sia l’inferno. Pur la guerra di religione avendo il suo daffare, penso sia più importante e determinante quella dei sessi, la guerra con la quale si cerca di ridurre in un modo o nell’altro la donna a schiava, con tutto quel che comporta.

 

A tal proposito l’estate ha donato molteplici gioie. Non parlo dell’Olimpiade che in quanto a piacere non riesco a far competere con un solo cioccolatino rubato ai miei trigliceridi, quanto di alcune confortanti notizie che arrivano dai paesi arabi. La satanica Is è in più città in fuga, entusiasmante il volto delle ragazze che gli occhi birichini dopo tanto orrore fanno capolino dagli chador che poi faranno a pezzi, la loro sì è vacanza, dall’inferno, un profumo di libertà. Un’altra gioia è partecipare alle parole di Papa Francesco che in questi giorni va a trovare e confortare le ragazze stuprate, ragazze rubate e ingannate, schiavizzate e torturate. Personaggio quanto mai a sua volta torturato da pensieri differenti in lotta tra di loro, come in guerra sono i vari canoni vaticani e i cardinali e i preti, Francesco dice qualcosa di fondamentale per la chiesa, qualcosa che riprende l’insegnamento di Cristo con la Maddalena, e lo porta a conseguenze estreme, a Dio, passando per Maria Vergine.

 

Dice il Papa alle ragazze ucraine, albanesi, italiane, rumene: “Oggi a voi io chiedo perdono per tutti i cristiani, i cattolici che hanno abusato di voi e anche perdono da parte mia di non aver pregato tanto per voi e per questa schiavitù”. Francesco sa quanto i cristiani hanno abusato delle donne, e chiede perdono per questo crimine nei secoli dei secoli praticato in ogni modo. Chiede perdono perché sa che anche i Papi vi hanno a volte attinto o comunque chiuso gli occhi, ma Dio no, Dio sta in loro, nelle ragazze stuprate come nei bambini annegati. E Bergoglio dice qualcosa di nuovo, finalmente, a favore di Dio, della sua Resurrezione, che ormai pareva spenta, impossibile. Dice che Dio risorge con loro, con le stuprate, dice che Dio sta in quelle vagine mai sverginate perché sante, come quella della Madonna.

 

La verginità non è affare ginecologico ma di amore e impegno, e quelle ragazze che trovano finalmente un padre, un Padre vero, sono vergini quanto Maria, e che il Padre-Figlio, il Vicario, a esse s’inchini e chieda perdono, è un atto di così grande dottrina e verità che possiamo di muovo credere in quel Dio sepolto da ondate di ateismo e derisione. Eccolo Gesù in cima a un carro che fuma una sigaretta dalla bella bocca di una ragazza che finalmente può annunciare la propria sessualità libera dalla mortificazione dei bruti. E quanto mai sessuali e vergini sono le parole che Bergoglio lancia dalla finestra di San Pietro dedicandolo alle ragazze che: “… un giorno finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita, fino al cielo. Maria è una fanciulla che ha sofferto tanto nella sua vita, ci fa pensare a queste donne che soffrono tanto. Chiediamo al Signore che lui stesso le porti per mano sulla strada della vita e le liberi da queste schiavitù”.

 

Nessuna gioia per il miserabile

 

Per intanto è il caso di liberare le ragazzine rapite da Boko Haram, delicatissime creature ma bambine inscalfibili. Nel video un diavolo tiene banco, chiede loro di sollecitare lo scambio con altri diavoli imprigionati. Le piccine non tremano, sono forti perché sante. Concederà il governo lo scambio? Se non lo fa è criminale, occorre costringerlo, le bimbe sono Gesù ma sappiamo come a Lui fu preferito Barabba. Eppure commuove e converte  la loro misteriosa dolcezza, annienta la tracotanza dei carnefici. Sorella Vita e Sorella Morte sono state create per far comparire tutti all’Universale Giudizio, che fin da subito è in atto: nessuna gioia può attraversare il corpo o la mente di un miserabile. Ciascuno di noi in un qualche modo ne fa lunga o breve esperienza.