Dio ama le donne

Umberto Silva
Le donne sorridono alla vita, alla morte, perfino al nulla. Basta osservare un filmino porno.

Il Papa cammina per Auschwitz cercando Dio. Si ha l’impressione che non lo trovi, né lì né altrove, e per quanto s’inginocchi e preghi, Dio non gli appare. Alle sue spalle guardie del corpo con occhiali neri sono pronte a proteggere Sua Santità dai diavoli sempre in agguato, ma nemmeno loro sanno dove sia Dio. Che stia nei cieli ormai pare cosa un po’ sorpassata, che stia nei cuori va bene ma i cuori di chi, e a che pro? Papa Francesco naturalmente lo sa ma non lo dice, allora lo dico io: Dio sta dove c’è una donna. Ho conosciuto uomini intelligenti, simpatici e generosi, però c’è sempre la punta di un qualcosa di stonato che emerge in un certo momento della conversazione, a riprova che anche i migliori possono irrigidirsi in un briciolo di superbia. Nessuno è perfetto, d’accordo, ma guai pensare di esserlo.

 

Neppure le donne sono perfette, grazie al cielo, eppure in qualche modo lo sono, perché fin da subito in mille graziosissimi modi mostrano la propria imperfezione e umilmente accettano d’essere nate, e questo è un segno di grandezza di contro la miseria della maschia arroganza. Tra le donne può esservi di tutto, anche la ferocia e il calcolo, nonché una sublime stronzaggine, ma c’è sempre un qualcosa che le assolve: l’essere donne, per l’appunto. In ciascuna di loro c’è un desiderio che le avvicina a Dio, quel sorridere paziente e tuttavia mai rassegnato all’arroganza del maschio, quell’intenderne la colpa senza colpevolizzarla ma cercando con grazia di portarla su più simpatici binari. Un sorriso anche per sé, sempre pronte a lasciare il mondo, senza rancore. L’accettazione che hanno della morte, il lavorare fino all’ultimo per i mariti e i figli, si chiama amore, e Dio è amore.

 

Anche le donne più esasperate posseggono questo amore, sicché vedendolo passare dopo anni e anni per strada lo saluteranno, lui, l’ex a se stesso, sempre indaffarato nell’idiozia, e gli doneranno un sorriso. Perdonarlo magari no, ma un sorriso lontano sì, mi sovviene il sorriso di Barbra Streisand nel film di Sydney Pollack “Come eravamo”; quando per strada ritrova l’amato Redford che nel frattempo ha sposato una bionda; lui è imbarazzato anche se perbene, è gentile ma finisce lì, mentre il sorriso di Barbra è infinito, accoglie Redford in sé, dice tutto il suo amore per lui e per quell’umanità sgangherata che la circonda e di cui fa parte. Le donne sorridono alla vita, qualunque piega essa prenda, e alla morte, e perfino al nulla. Basta osservare un filmino porno, una ragazza o una milf, come le si chiama, che ride, sorride, gioca nella sua inquietante esibizione, mentre dall’altra parte c’è sempre un insipido bestione senza sguardo, desiderio e anima. In questi filmini c’è la storia di una maschia umanità greve e indolente di contro a una femminile misterica espiazione che non si accontenta del denaro, della vendetta o dell’altrui sguardo. Ma invitarle a cena, in riva al mare, e parlare con loro, in solitudine, e ascoltarle, con sguardo amoroso, non è assai più hard?

 

Torniamo al Papa. Francesco non vede Dio perché non riconosce la donna nella sua grandezza? In realtà il Papa vede tutto, ma non può ammetterlo, fedele alla tradizione che esige l’uomo dominante, istituzione di cui il Papa è il sovrano. Inchinarsi alla donna risulterebbe rischioso, ma guardate la differenza, le suore, che sempre sorridono, e ora ballano e cantano in tutte le parti del mondo, mentre i preti e i cardinali sono chini e pensosi sul loro peccato, quello di non osare di amarle abbastanza. Guardate ora lo splendore delle donne arabe e italiane che pregano insieme, e niente  di più bello del velo che fascia i capelli e dei capelli che adornano il collo. Lì è il Dio dei fiumi e degli ulivi, del “Cantico dei cantici”. La misoginia è il nascondimento di tutto ciò, ma più la si vela più la donna si svela, più la si svela più si vela nell’enigma che ne mostra lo splendore. Yahvè, Allah, tutti sappiamo che Dio ama le donne e in loro ristà. Onorarle è amarle, è onorare Dio; sorridere davanti a tanta primavera è entrare a nostra volta nella rosa dei beati.

Di più su questi argomenti: