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I veri responsabili del traffico di migranti restano in Libia

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese

I veri responsabili delle traversate in mare restano in Libia

Parigi, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - I veri responsabili del traffico di migranti restano in Libia, non sono gli scafisti che compiono le pericolose traversate in mare. È quanto afferma il settimanale francese “L’Obs”, che ha incontrato tre scafisti arrestati in Italia di nazionalità ivoriana, senegalese e gambiana. “Le morti non avvengono a causa del mare, ma perché mettono ai comandi (delle navi, ndr) persone senza esperienza”, dice uno di loro, mentre un altro racconta di essere stato costretto a prendere in mano la guida dell’imbarcazione sotto minacce di morte. I tre sono stati condannati a tre anni di detenzione dalla giustizia italiana.

Leggi l’articolo del Nouvel Observateur

Pechino sfrutterebbe Roma con la Nuova via della seta per entrare in Europa

Parigi, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - L'emittente radiofonica francese “Rfi” si chiede se, con la sua adesione alla Nuova via della seta, l'Italia sarà “il cavallo di Troia” della Cina in Europa. Nella giornata di domani 21 marzo, durante la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia, è infatti prevista la firma del memorandum d'intesa tra Italia e Cina sul megaprogetto infrastrutturale su scala globale sviluppato da Pechino. Sebbene altri tredici paesi europei abbiano già stretto accordi con la Cina per entrare nella Nuova via della seta, l’Italia sarà il primo stato appartenente al G7 ad aderire. Roma al momento rappresenta la terza economia europea, ma nonostante ciò è “l’anello debole dell’unione monetaria” a causa del suo debito pubblico, che supera il 130 per cento del Pil. La Commissione europea teme che le clausole del memorandum d'intesa sulla Nuova via della seta possano portare all’acquisto del debito italiano da parte della Cina.

Leggi l’articolo della Rfi

Sequestrata la nave ong italiana Mare Jonio

Madrid, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - La Procura di Agrigento ha disposto lo sbarco e il sequestro della Mare Jonio, la nave della ong Mediterranea Saving Humans, battente bandiera italiana, che lo scorso 18 marzo ha salvato 50 immigrati a bordo di un barcone in avaria, a largo della Libia. Fonti del ministero dell'Interno, guidato dal leader della Lega Matteo Salvini, hanno fatto sapere che il provvedimento è stato eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno scortato l'imbarcazione fino al porto di Lampedusa. Lo riferisce il quotidiano spagnolo "La Vanguardia", aggiungendo che nella notte sono iniziati i primi interrogatori dell'equipaggio. Salvini, da sempre promotore del pugno duro contro l'immigrazione clandestina, poche ore prima aveva dichiarato a "Skytg24" che i migranti non avrebbero messo "piede in Italia". Ma, a differenza dei casi precedenti, la Mare Jonio è italiana per cui Salvini non ha potuto scaricare le responsabilità su altri paesi e ha alla fine dovuto cedere e autorizzare il loro ingresso nel porto siciliano.

Leggo l’articolo della Vanguardia

La spada di Damocle di un abbassamento del rating pende sul paese

Berlino, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - L'agenzia di rating statunitense Moody’s ha lasciato invariata la sua valutazione del merito di credito dell'Italia a Baa3, spingendo in rialzo la domanda di titoli di Stato italiani e determinando la caduta dei loro rendimenti. Tuttavia, avverte il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, per il governo “non vi è alcun motivo di festeggiare”, poiché un abbassamento del merito di credito dell'Italia da parte delle agenzie di rating è stata “soltanto rinviato”. Sul paese paese pende, dunque, la spada di Damocle di un peggioramento del rating di credito. Qualora tale sviluppo si realizzasse, la valutazione dei titoli di Stato italiani scenderebbe al livello “spazzatura”, provocando la fuga degli investitori.

Leggi l’articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung

Ue-Italia: vicepresidente Commissione Dombrovskis chiede a Roma revisione politica fiscale

New York, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che le difficoltà economiche dell'Italia dovrebbero spingerne il governo a rivedere la propria posizione fiscale. Intervistato da "Bloomberg Television", il funzionario europeo ha sostenuto che il programma politico dell'attuale coalizione di governo italiana ha causato instabilità finanziaria, aumentato dei tassi di interesse e minato la fiducia, ed è dunque responsabile del rallentamento dell'economia italiana registrato negli ultimi mesi. "Questa è un'altra ragione per il governo italiano di riconsiderare la propria traiettoria fiscale, e garantire che sia il deficit di bilancio che il debito restino su una traiettoria discendente", ha detto Dombrovskis. L'economia italiana è scivolata in recessione alla fine dello scorso anno, e la Commissione Ue prevede che nel 2019 il Pil del paese crescerà soltanto dello 0,2 per cento su base annua.

Leggi l’articolo del Bloomberg

Salvini punta sulla flat tax per sedurre le classi medie

Parigi, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, vuole sedurre le classi medie italiane con la flat tax. È quanto afferma il quotidiano francese “Les Echos”, spiegando che l’obiettivo del leader leghista è quello di portare l’aliquota al 15 per cento per i redditi familiari non superiori ai 50 mila euro. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, che è stato preso in contropiede dall’annuncio di Salvini, ha stimato il costo di una simile misura a 60 miliardi di euro. “Sono cifre strane, non siamo al lotto”, ha commentato Salvini, secondo il quale i costi si dovrebbero aggirare sui 15 miliardi di euro. Secondo il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, si tratta di “un’ingiustizia fiscale perché la flat tax favorisce prima di tutto le famiglie più agiate”.

Leggi l’articolo dell’Echos

 


PANORAMA INTERNAZIONALE


 

Orcel valuta causa contro Santander

Madrid, 20 mar 08:36 - (Agenzia Nova) - Il piano avviato da Santander per rimodellare la leadership interna rischia di finire in tribunale. Lo riferisce la stampa spagnola, secondo cui il banchiere italiano, Andrea Orcel, si sarebbe rivolto al noto studio legale di De Carlos Ramon per valutare la convenienza di un'eventuale causa contro l'istituto finanziario, reo di aver negoziato e annunciato la sua nomina ad amministratore delegato salvo poi fare marcia indietro all'ultimo minuto. L'italiano, riferiscono fonti vicine, ritiene di meritare un risarcimento e starebbe quindi valutando le possibilità di successo di una possibile citazione in giudizio. Ana Botin, presidente di Santander, aveva annunciato lo scorso settembre che Orcel, responsabile del settore investment banking di Ubs, sarebbe diventato il prossimo ad della banca. Alcuni mesi dopo però era tornata sui suoi passi, spiegando che il Consiglio di amministrazione si era rifiutato di pagare i 50 milioni di euro richiesti dalla banca svizzera per concludere il contratto con Orcel.

Leggi l’articolo del Cinco dias

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