Lufthansa si concentra sull'affare Alitalia

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Times, Telegraph, Parlamentskaja Gazeta, Handelsblatt

Italia-Gran Bretagna, una professoressa dell'Università di Cambridge al centro della disputa sulla morte di Giulio Regeni

 

Londra, 3 gen - (Agenzia Nova) - Il quotidiano britannico "The Guardian" torna oggi mercoledì 3 gennaio sullo scontro diplomatico sorto tra Italia e Gran Bretagna a proposito del ruolo di una professoressa dell'Università di Cambridge nella morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato ed ucciso al Cairo nel febbraio del 2016 probabilmente da membri dei servizi segreti egiziani. Il reportage scritto a quattro mani dalle giornaliste Stephanie Kirchgaessner, inviata da Roma, e Ruth Michaelson, inviata dal Cairo, sostiene in particolare che la professoressa egiziana Maha Abdelrahman, la "tutor" di Regeni a Cambridge, è stata presa di mira in Italia dalla stampa che l'ha accusata di rifiutarsi di cooperare con l'inchiesta della magistratura italiana. Sui giornali italiani, racconta il "Guardian", hanno preso piede teorie cospirazioniste in base alle quali Regeni sarebbe stato spinto ad occuparsi del rischioso tema dei sindacati egiziani, aldifuori dell'approvazione della prestigiosa università inglese, proprio a causa delle pressioni esercitate su di lui dalla professoressa Abdelrahman; la quale, sostiene il giornale britannico, è stata anche falsamente accusata di essere una simpatizzante del movimento dei Fratelli musulmani vietato in Egitto: proprio l'orientamento politico della Abdelrahman avrebbe attirato sul giovane ricercatore italiano la fatale attenzione della polizia politica egiziana. Il reportage delle due giornaliste del "Guardian" riconosce che la professoressa Abdelrahman ha finora resistito alle richieste di informazioni giunte dalla magistratura italiana, giustificandola però con l'irritualità delle procedure utilizzate, e la descrive come "devastata" dalla morte del suo pupillo, tanto da essersi posta in aspettativa sin da allora. Ora però ha accettato di rispondere agli inquirenti italiani, che nelle prossime settimane potranno interrogarla nel Regno Unito: la novità, un deciso passo avanti nella disputa diplomatica sulla vicenda, è stato annunciata nello scorso mese di dicembre al termine di un incontro tra il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ed il suo collega italiano Angelino Alfano; secondo il quale tuttavia la la professoressa Abdelrahman si sarebbe finalmente resa disponibile solo perché un tribunale i Gran Bretagna ha approvato il mandato di comparizione europeo emesso dalla magistratura italiana. Tutto bene allora? Niente affatto, suggerisce l'articolo del "Guardian", che dà ampia voce alle preoccupazioni provocate nel mondo accademico britannico dall'insistenza italiana nel voler interrogare la professoressa Maha Abdelrahman e che si spinge fino ad accusare l'Italia di aver puntato il dito sul coinvolgimento dell'Università di Cambridge nella morte di Giulio Regeni solo per poter sviare l'attenzione dell'opinione pubblica interna dalle responsabilità delle autorità egiziane e poter così riprendere a fare lucrosi affari con l'Egitto.

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Migrazioni: Sea-Watch difende il proprio operato sul Mediterraneo

 

Berlino, 3 gen - (Agenzia Nova) - In una lunga intervista rilasciata alla “Sueddeutsche Zeitung” sulla Libia e la crisi dei rifugiati, Frank Doerner, della ong Sea-Watch, sostiene che l’organizzazione di soccorso intervenga solo per aiutare i profughi, laddove le autorità non farebbero nulla, probabilmente per scoraggiarli a partire. Doerner sostiene che l’ong rispetta la legge marittima internazionale, non ostacolando nessuno nelle operazioni di soccorso, soprattutto quelle di Frontex. A novembre il centro di soccorso di Roma ha contattato Sea-Watch affinché soccorresse una barca carica di rifugiati fuori dalle acque territoriali libiche. Sea-Watch sostiene che in quell'occasione la Guardia costiera libica abbia ostacolato le operazioni, causando la morte di cinque migranti. Inizialmente Sea-Watch ha rifiutato di aderire al codice di condotta elaborato dal governo italiano, definendolo inutile. Dopo le accuse mosse alla Ong “Jugend Rettet”, che Doerner definisce "sicuramente infondate", Sea Watch si è confrontata con il governo italiano ed ha "raggiunto un compromesso": "Alla fine abbiamo firmato il Codice perché ci siamo resi conto che il nostro atteggiamento di principio nei confronti della causa potrebbe non essere il più pratico”, ha dichiarato Doerner. A detta dell'esponente di Sea-Watch, le navi del dispositivo Frontex non soccorrono i migranti. Il rappresentante di Sea-Watch ha poi respinto le accuse di collaborazionismo con i trafficanti di esseri umani nei confronti dell’Ong. "E' inquietante vedere ancora la scarsa responsabilità che la politica europea assume per ciò che sta accadendo a suo nome”. L’organizzazione ha recente ordinato una nave più grande, secondo Doerner, per soccorrere più migranti.

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Inizia la campagna elettorale in Italia

 

Mosca, 3 gen - (Agenzia Nova) - In Italia, a partire dai primi giorni del nuovo anno, sono stati avviati i preparativi per le elezioni parlamentari previste per il 4 marzo. L'incertezza in questa fase si manifesta sopratutto nelle configurazioni delle coalizioni, la cui composizione è dettata dalla nuova legge elettorale. In particolare, il nodo problematico è la raccolta di firme a sostegno dei candidati provenienti da nuovi partiti per l'ammissione alle elezioni.

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Lufthansa si concentra sull’affare Alitalia

 

Berlino, 3 gen - (Agenzia Nova) - Dopo il fallimento dell’acquisizione della controllata di Air Berlin, Niki, la più grande compagnia aerea europea, la Lufthansa, si concentra su Alitalia. La situazione, secondo informazioni del quotidiano “Handelsblatt”, sarebbe stata presa in carico da Harry Hohmeister, responsabile per la gestione dei grandi hub. L’amministratore di Lufthansa, Carsten Spohr, non ha mai fatto mistero del suo grande interesse per il mercato italiano, così come il presidente del Consiglio di sorveglianza Karl-Ludwig Kley. Gli ostacoli sono però enormi perché la ristrutturazione della compagnia aerea, che è stata dichiarata insolvente dal maggio del 2017, non sarà gestita da Lufthansa, ma dall’Italia e ci vorranno minimo 18 mesi. Nell’acquisizione ci sono ancora in gioco Easyjet e il fondo d’investimento americano Cerberus. In ogni caso una decisione in merito è difficile che venga presa prima del risultato elettorale di marzo. Intanto il governo Gentiloni ha esteso il prestito di 600 milioni, approvato a maggio, fino alla fine di settembre con altri 300 milioni di euro. Di questi finora, secondo i media, ne sono stati usati 60 milioni. I rappresentanti di Lufthansa si sono recati a Roma diverse volte per discutere i dettagli. Il punto critico è l’acquisizione di 1.000 dipendenti che il governo vorrebbe fosse inclusa nel pacchetto per garantire i posti di lavoro. L’intransigenza dei numerosi sindacati continua a essere un problema. Inoltre, secondo le informazioni degli addetti ai lavori, Lufthansa può presentare un prezzo di acquisto di circa 300 milioni di euro per le operazioni di volo di Alitalia. Il governo di Roma vorrebbe invece 500 milioni di euro. Easyjet ha recentemente annunciato un investimento in Italia. Questo include nuovi collegamenti da e per Genova e Ancona e lo schieramento di tre aerei a Venezia e Napoli. L’investitore finanziario Cerberus aveva confermato a fine novembre di essere interessato all’intera Alitalia. Tuttavia gli investitori che non provengono dall’Ue possono detenere solo un massimo del 49 percento di una compagnia aerea. 

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L'Italia dichiara guerra alle nutrie

 

Londra, 3 gen - (Agenzia Nova) - Le nutrie sono animaletti carini simili ai castori, ma l'Italia ha dichiarato guerra alla loro crescente popolazione, esplosa dopo che alcuni esemplari decenni fa erano fuggiti da un allevamento per farne pellicce: gli agricoltori accusano questi roditori di danneggiare gli argini dei fiumi e di provocare alluvioni che devastano i loro raccolti. Un problema che è diventato particolarmente acuto nelle risaie della Valle del Po, nell'Italia Settentrionale, dove le nutrie scavano sotto gli argini e deviano i canali di irrigazione. Nessuno sa esattamente quante nutrie attualmente vivano nel paese, ma si pensa siano diversi milioni. Come conseguenza, diverse regioni italiane hanno varato programmi di eradicazione di questi roditori, spesso incoraggiando i cacciatori ad abbatterli o addirittura reclutando volontari per piazzare trappole.

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