Non solo Renzi, perché la sinistra occidentale è in crisi

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Pais, Telegraph, Financial Times, Wall Street Journal...

La crisi della sinistra occidentale

Madrid, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Venti anni fa, si assisteva alla "potente nascita delle sinistre moderate e riformiste. Romano Prodi a Palazzo Chigi, Tony Blair a Downing Street, Lionel Jospin primo ministro francese e Gerhard Schroder cancelliere tedesco. Il tutto mentre alla Casa Bianca c'era Bill Clinton". Oggi, scrive "El Pais", le sinistre europee "sono allo sbando". In primo luogo pagano il dilemma tra "società aperte o chiuse. Grande è la frattura al loro interno su come rispondere alle conseguenze della globalizzazione, alla diseguaglianza, alla erosione dei diritti del lavoro". Il greco Tsipras, l'inglese Corbyn, il "pierino" spagnolo Iglesias o lo statunitense Sanders "guardano con sfiducia il libero commercio o la flessibilità nel mercato del lavoro. L'asse dei Valls, Renzi o Clinton sono su un orbita differente". La prima sinistra "non va oltre lo scetticismo dei moderati, la seconda paga l'usura delle sue responsabilità di governo". C'è poi da scontare la crescente "concorrenza dell'estrema destra nella difesa dei diritti socioeconomici" e la "metamorfosi delle società occidentali, che si disgregano e atomizzano, svuotando le tradizionali riserve di voto della socialdemocrazia e sfibrando le istanze collettive che garantivano coesione alle loro cause". Più concentrato sulla cronaca attuale, "Abc" parla del "suicidio" di Renzi, come pedina di un domino che ha coinvolto tutte le sinistre europee. Il Partito democratico "solo tre anni fa dettava il ritmo dei socialdemocratici europei" e ora pare destinato a soccombere non solo per il periodo di crisi del paese ma anche per la battaglia di successione a Renzi.

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Tranquillo, diplomatico e non popolare, la Spagna fotografa Gentiloni

Madrid, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - "Serviva un politico discreto e di basso profilo. E nel governo di Renzi c'era molta scelta", perché "l'ex sindaco di Firenze si era impegnato a costruire un fossato di irrilevanza attorno alla sua figura carismatica". Così il quotidiano spagnolo "El Pais" introduce la figura del presidente del Consiglio incaricato e della sua relazione con il suo predecessore. Di Paolo Gentiloni, uomo "di carattere tranquillo e portato per le lingue", la testata ricorda le buone relazioni intessute con Usa e Israele e "la relazione privilegiata con il segretario di Stato John Kerry nella ricerca di un governo di unità in Libia". Tutti i quotidiani parlano del premier incaricato sottolineandone il carattere "tranquillo", la diplomazia e la pazienza. "Riconoscibile per i suoi occhiali spesso appoggiati in modo obliquo", scrive "El Mundo", l'ex ministro degli Esteri è "figura rispettata" ma "non gode di troppa popolarità tra gli italiani", come dimostra l'11 per cento ottenuto alle elezioni per il sindaco di Roma nel 2013. "Prima di integrarsi alla politica 'mainstream'", il politico di "nobili origini" aveva da ragazzo "flirtato con la sinistra radicale", scrive la testata ripercorrendone in breve la traiettoria che termina con uno stile totalmente diverso a quello di Renzi. La sua nomina, scrive "Abc" si deve "alla sua fedeltà a Renzi, che lo ha proposto a Mattarella perché considerato capace di tranquillizzare l'Europa e i mercati, oltre a calmare le acque nel Partito democratico". Tra le buone relazioni ascrivibili a Gentiloni, il quotidiano conservatore segnala anche quella con il gruppo Mediaset di Silvio Berlusconi "dopo il suo passaggio da ministro delle Comunicazioni nel governo Prodi". Anche per "Abc", valgono i buoni rapporti con Kerry, col ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e la approfondita conoscenza del Medio Oriente. Convergenza tra i giornali anche per quanto attiene ai compiti che attendono il premier incaricato: armonizzare il corpo delle leggi elettorali per andare il prima possibile alle urne, gestire la pesante situazione delle banche fronteggiando la spietata battaglia che promettono le opposizioni. "Una situazione realmente diabolica", pronostica "El Mundo".

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Paolo Gentiloni ha bisogno di spalle larghe per un mandato stretto

Londra, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Paolo Gentiloni, già ministro degli Esteri italiano, riferisce la stampa britannica, è stato scelto per succedere a Matteo Renzi come presidente del Consiglio; i segnali indicano una soluzione in tempi rapidi della crisi di governo apertasi dopo il referendum sulla riforma costituzionale. Il contegno sobrio di Gentiloni nella dichiarazione di accettazione dell'incarico, osserva il "Financial Times", contrasta fortemente con quello esuberante di Renzi, e riflette il fatto che molto probabilmente il suo esecutivo avrà vita breve: le elezioni anticipate potrebbero esserci nel secondo trimestre del 2017. Tuttavia, il nuovo presidente del Consiglio dovrà prendere subito decisioni importanti, ad esempio quelle sulla gestione della crisi di Monte dei Paschi di Siena.

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Il Movimento 5 stelle cerca di dimostrare di poter brillare al centro

Londra, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Il referendum costituzionale italiano, riferisce il "Financial Times", è stato un trionfo per il Movimento 5 stelle, che ha guidato aggressivamente la campagna per il "no". Ora i politici tradizionali in Italia e in Europa si domandano se questo successo possa portare alla vittoria alle elezioni. I fattori che hanno contribuito al graduale declino di Matteo Renzi, l'economia e l'immigrazione, non miglioreranno a breve termine, avvantaggiando l'M5s. Il movimento fondato da Beppe Grillo è stato maestro nella politica del rifiuto; non è chiaro, invece, se sia in grado di offrire una coerente e positiva piattaforma nazionale; la sfida principale sarà convincere gli elettori di centro di poter essere un'alternativa credibile al di là della protesta. Riguardo all'euro, ad esempio, sul quale chiede un referendum, l'M5s non avanza alcuna proposta di sostituzione né prende in considerazione gli svantaggi dell'uscita dall'unione monetaria. Per la copertura del reddito di cittadinanza fa affidamento genericamente ai proventi della lotta all'evasione e alla corruzione. La politica estera è vaga. I risultati nelle amministrazioni locali sono contrastanti. Sul settimanale "The Observer" l'iniziativa della sindaca Chiara Appendino di fare di Torino la prima città vegetariana d'Italia.

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L'Italia rappresenta una grande minaccia per l'euro e per l'Unione Europea

Londra, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - L'incapacità di distinguere ciò che è probabile da ciò che è auspicabile si è rivelata una tragedia nel 2016; questa tendenza vale anche per l'Italia, osserva l'editorialista del "Financial Times" Wolfgang Munchau. Si dice che il Belpaese sia bravo a cavarsela in qualche modo, che il sistema aggiusterà la legge elettorale per prevenire la vittoria di un partito estremista, che la Costituzione non permette un referendum sull'euro e che quindi l'uscita dall'unione monetaria non avverrà. Non è detto che sia così. Il divario nelle performance economiche italiane e tedesche è enorme; in teoria si potrebbe continuare a ignorarlo, ma solo ad alcune condizioni, tutte improbabili. Nella politica italiana solo uno dei tre blocchi principali, il Partito democratico, è pro euro. Un giorno il paese sarà guidato da un partito anti euro. La posizione italiana nell'eurozona e le elezioni presidenziali francesi rappresentano le due minacce più gravi per l'area monetaria e per l'Unione Europea. Se l'Italia vuole continuare a usare l'euro, deve mandare un chiaro avvertimento alla Germania.

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Mps riapre il piano di swap volontario delle obbligazioni, l'Italia ha le spalle al muro

New York, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato ieri la prosecuzione del piano di swap volontario delle obbligazioni subordinate della banca in nuove azioni, parte di una ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro che la banca dovrebbe completare entro il prossimo 20 dicembre. La crisi dell'istituto senese, scrive Paul J. Davies in un editoriale sul "Wall Street Journal", non contempla alcuna soluzione indolore per la banca e per l'Italia in generale. Il consiglio di amministrazione di Mps ha comunicato con una nota che proverà a portare a compimento il piano delineato lo scorso 25 ottobre, nonostante il rifiuto opposto dalla Bce a una proroga della scadenza sino al prossimo 20 gennaio. Mps, che già si trovava in una situazione difficile, deve pare i conti con l'ulteriore colpo alla fiducia degli investitori privati causata dalle dimissioni del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, dopo il fallimento del suo progetto di riforma della costituzione. Se l'istituto di credito non dovesse riuscire a raccogliere i fondi necessari, potrebbe rendersi necessario un intervento diretto dello Stato; si tratterebbe però di una mossa politicamente ed economicamente esplosiva per l'Italia, perché vietata dalle norme europee sulla risoluzione delle crisi bancarie e perché il paese deve fare i conti con uno dei debiti pubblici maggiori al mondo. C'è la possibilità che il nuovo governo di transizione guidato da Paolo Gentiloni, se incaricato in tempo e agevolmente, possa suscitare una fiducia tale negli investitori privati che dovrebbero affidare i loro capitali a Mps. La possibilità che la corsa contro il tempo si concluda con una qualche iniezione di fondi pubblici, però, è elevata. Il perché, scrive Davies, è presto detto: "Circa metà del debito subordinato della banca è detenuto da investitori privati, vale a dire elettori". Mps è giunta al punto cui è oggi, secondo l'opinionista, "in parte perché i politici, incluso (il presidente del consiglio dimissionario, ndr) Matteo Renzi, non hanno voluto misurarsi con questa questione". Il governo italiano potrebbe forse permettersi di versare 10-15 miliardi di euro alle banche del paese in difficoltà, ma la questione, oggi, è soprattutto legale; quanto al resto delle altre banche italiane, ogni soluzione potrebbe andar bene, a patto di non dover più pregiudicare i loro conti per andare in soccorso degli istituti di credito dissestati. Nel frattempo, è accaduto qualcosa di strano: venerdì scorso i titoli bancari italiani hanno segnato alcuni dei rialzi più forti dall'inizio dell'anno, forse proprio nella prospettiva di un intervento pubblico a sostegno di Mps. Gli ottimisti paiono anche voler credere alla formazione di un governo italiano tecnocratico o relativamente stabile. Per il momento, conclude l'opinionista, "si tratta di scenari ottimistici".

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Il presidente della Bce Draghi saggia i limiti del "Whatever it Takes"

New York, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - L'opposizione politica alle politiche di alleggerimento quantitativo della Banca centrale europea (Bce) si è fatta troppo rumorosa perché si possa ignorarla, scrive l'opinionista Simon Nixon sul "Wall Street Journal". Secondo Nixon, gli eventi della scorsa settimana - quando la Bce ha annunciato la prosecuzione del piano di quantitative easing, ridimensionandone però le "dimensioni" - potrebbero rappresentare un cardine nella storia dell'eurozona. Draghi ha affermato che il pacchetto di misure annunciate giovedì non rappresenti un ridimensionamento del piano di Qe, almeno non nel senso di una graduale e progressiva riduzione dell'acquisto di titoli di debito pubblico. In un certo senso è vero anzi il contrario: la Bce ha deciso di destinare all'acquisto di obbligazioni 60 miliardi di euro per nove mesi, anziché 80 per sei mesi: in totale, 60 miliardi in più. Ciononostante, afferma l'opinionista, la scorsa settimana è indiscutibilmente emerso l'esito di un compromesso frutto delle tensioni e delle sfide che giungono dalla Germania e dai paesi del Nord Europa. La decisione di ridurre l'importo mensile da destinare al Qe, afferma Nixon, è senza dubbio il prezzo che Draghi ha dovuto pagare ai detrattori delle sue politiche per poter proseguire il programma di alleggerimento quantitativo sino alla fine del 2017. Per la prima volta dal 2012, scrive l'opinionista, Draghi "sta scoprendo che la sua promessa di fare 'tutto il necessario' per salvare l'euro è soggetta a limiti di ordine politico".

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India: appalto elicotteri AgustaWestland, arrestato ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica

Londra, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - L'ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica Militare indiana, Shashindra Pal Tyagy, riferisce il "Financial Times", è stato arrestato in India nell'ambito di un'inchiesta riguardante l'acquisto, nel 2010, per 560 milioni di dollari, di dodici elicotteri prodotti da AgustaWestland, società del gruppo Leonardo-Finmeccanica. Si tratta dell'arresto di più alto profilo fino a questo momento. Il sospetto è che la compagnia abbia pagato tangenti a politici di rilievo per aggiudicarsi l'appalto.

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Come l'austerità paralizza la scuola nell'Europa meridionale

Londra, 12 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - I quindicenni dei paesi europei meridionali faticano a stare al passo coi loro coetanei dei paesi settentrionali nei test di matematica, lettura e scienze del Programma per la valutazione internazionale dell'allievo (Pisa) dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. In Portogallo, Italia e Spagna, riferisce il "Financial Times", sono state introdotte riforme per migliorare la qualità dell'insegnamento; è ancora troppo presto per valutarne l'efficacia. L'Italia, comunque, presenta marcate disparità regionali ed è tra i paesi dell'Unione Europea che spendono meno per l'istruzione.

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