Primo piano del premier Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi: unioni civili votate entro la fine di aprile

Redazione
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Wall Street Journal, Le Monde, Figaro, El Pais, Bloomberg Business Week...

POLITICA


 

Italia: premier Renzi, "legge sulle unioni civili entro aprile"

Rio de Janeiro, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - Il primo ministro italiano, Matteo Renzi, ha affermato che spera che il disegno di legge che autorizza le unioni civili tra persone dello stesso sesso nel paese venga votato e approvato entro la fine di aprile. Già approvato dal Senato, dove la maggioranza del governo è più ristretta, il testo è in fase di esame da parte della commissione Giustizia della Camera dei deputati, che dovrebbe concludere il suo lavoro la prossima settimana e poi rimettere il progetto di legge al voto dell'assemblea plenaria. "Credo che entro questo mese saremo in grado di firmare la legge sulle unioni civili. Sarà una grande giornata di festa. Firmeremo una legge che già esiste in molti altri paesi", ha dichiarato Renzi durante una chat con i cittadini in diretta su Facebook e Twitter, organizzata mercoledì.

Continua a leggere l'articolo sul Jornal do Brasil

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE


 

Intervento in Libia, l'improvvisa prudenza dell'Occidente

Parigi, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - Intervenire o no in Libia? Dopo aver moltiplicato le dichiarazioni sulla necessità di agire prima che il disastro libico raggiunga l'Europa, ultimamente i paesi occidentali sembrano esser stati investiti da un soprassalto di prudenza: contro tutte le attese infatti il primo ministro del governo libico di "unione nazionale", Faiez Sarraj, che si è installato il 30 marzo scorso a Tripoli, sembra ora in grado di portare avanti un processo di pacificazione politica del paese; per l'Occidente dunque si tratta di dargli una chance, per quanto minima, rinviando un eventuale intervento militare che rischierebbe di destabilizzare questo processo politico. Il primo (e finora unico, ndr) alto responsabile occidentale a recarsi a Tripoli il 12 aprile scorso è stato il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, che incontrando Sarraj nella base navale scelta a sede del suo governo ha sottolineato come la lotta contro la minaccia rappresentata dall'organizzazione dello Stato islamico (Isis) impiantata a Sirte a poche centinaia di chilometri dalle coste dell'Italia, sia "innanzitutto la missione dei libici e del loro governo di unione nazionale: se e quando le legittime autorità libiche chiederanno un aiuto internazionale per difendere la sicurezza del paese, la questione sarà studiata e dibattuta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite" ha precisato Gentiloni; aggiungendo che "non si tratta di qualcosa che possiamo decidere noi a Roma, a Londra o a Washington".

Continua a leggere l'articolo su Le Monde

 

I principali paesi europei uniti contro l'evasione fiscale

New York, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - I principali paesi europei hanno annunciato ieri una serie di misure comuni tese a combattere i fenomeni dell'evasione fiscale e della corruzione, in risposta allo scandalo emerso dalla pubblicazione dei cosiddetti "Panama Papers". Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna hanno acconsentito a condividere le informazioni relative alle strutture societarie "per risalire ai beneficiari effettivi di aziende, trust, fondazioni, società di comodo e altre entità rilevanti". "In futuro, nessuno dovrebbe essere in grado di nascondersi dietro complesse strutture legali. Combattere l'evasione fiscale richiede una risposta globale", ha dichiarato il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Shaeuble. Presentanto le nuove proposte alla presenza della direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi) i cinque paesi si sono anche impegnati a realizzare un registro comune dei beneficiari delle società con sede fiscale presso paesi come Panama, che non hanno aderito agli standard comuni di informazione bancaria. I cinque paesi europei sperano che la loro iniziativa possa essere adottata anche dagli altri paesi del G20.

Continua a leggere l'articolo su Bloomberg Business Week

 

Francia, sul divieto del velo islamico all'università Hollande smentisce Valls

Parigi, 15 apr 09:40 - (Agenzia Nova) - Il presidente francese Francois Hollande ieri sera giovedì 14 aprile intervennto dagli schermi della rete televisiva pubblica "France 2" ha tra le altre cose assicurato che non ci sarà una legge per vietare l'uso del velo islamico nelle università di Francia; Hollande ha così apertamente contraddetto sulla materia il suo stesso primo ministro, Manuel Valls, che il giorno prima aveva auspicato l'adozione di una tale legge. Il presidente tuttavia ha aggiunto che negli istituti universitari francesi non può essere tollerato alcun "proselitismo, né intrusione nelle lezioni e tantomeno pressioni" sulle studentesse di religione islamica.

Continua a leggere l'articolo su Figaro

 

 

ECONOMIA


 

Succede in Europa: L'Italia campione del mondo del solare

Parigi, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - L'Italia ha appena raggiunto il primo posto mondiale per l’utilizzo dell’energia solare fotovoltaica: attualmente copre l'8 per cento de suo fabbisogno energetico secondo l'ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) che valuta i 29 paesi più industrializzati dell’Ocse; sul podio dietro l’Italia c'è la Grecia con una copertura del 7,4 per cento del proprio fabbisogno e po la Germania con il 7,1 per cento. L’Italia in questo settore è largamente in testa soprattutto grazie agli sforzi lanciati dopo il 2007 e proseguiti dai governi successivi: sviluppo del parco di pannelli solari e incentivi fiscali le hanno premesso di raggiungere un contributo record del 43 per cento della produzione elettrica nel 2014. E' una percentuale che il governo vuole portare presto al 50 per cento; anche se, fa notare il corrispondente da Roma Olivier Tosseri del quotidiano economico francese "Les Echos", si tratta di una dichiarazione di intenti ambigua: contestualmente infatti il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in vista del referendum del 16 aprile sul futuro dei siti italiani di estrazione degli idrocarburi, si è schierato a favore dello sfruttamento delle risorse petrolifere e gassifere sul territorio nazionale, che a suo parere possono assicurare posti di lavoro ed il 10 per cento del fabbisogno energetico dell'Italia. Ad ogni modo i governi di Roma hanno iniziato da tempo un percorso virtuoso in materia di emissioni inquinanti e lo stesso governo Renzi ha svolto un ruolo di punta nei negoziati alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP21) nello scorso mese di dicembre a Parigi. E inoltre l'Italia in questo settore può contare su eccellenze tecniche e tecnologiche di prim'ordine: una delle sue imprese ha da poco messo a punto un accumulatore di energia in grado di conservare quella di origine fotovoltaica ed eolica per poterla poi utilizzare di notte o in caso di black-out energetici.

Continua a leggere l'articolo su Les Echos

 

l presidente di Fca preme per una fusione

New York, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - Il presidente di Fiat Chrysler Automobiles Nv (Fca), John Elkann, non rinuncia a inseguire un consolidamento del settore automotive. Ieri Elkann ha pubblicato una lettera rivolta agli azionisti di Exor Spa, la sua società d'investimenti, in cui contesta la strategia di molti attori di primo piano del settore, interessati più a tenere il passo delle compagnie tecnologiche che a conseguire sufficienti economie di scala. Il presidente di Fca ha spiegato che quest'ultima potrebbe ridurre i costi sino a 10 miliardi di dollari l'anno attraverso la fusione con uno dei principali attori mondiali del settore. I 4,6 milioni di veicoli venduti lo scorso anno da Fca impallidiscono di fronte al volume di Toyota Motor Corp (10 milioni di vetture lo scorso anno) e General Motors Co. (9,8 milioni).

Continua a leggere l'articolo sul Wall Street Journal

 

Succede in Europa: L'Italia campione del mondo del solare

Parigi, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - L'Italia ha appena raggiunto il primo posto mondiale per l’utilizzo dell’energia solare fotovoltaica: attualmente copre l'8 per cento de suo fabbisogno energetico secondo l'ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) che valuta i 29 paesi più industrializzati dell’Ocse; sul podio dietro l’Italia c'è la Grecia con una copertura del 7,4 per cento del proprio fabbisogno e po la Germania con il 7,1 per cento. L’Italia in questo settore è largamente in testa soprattutto grazie agli sforzi lanciati dopo il 2007 e proseguiti dai governi successivi: sviluppo del parco di pannelli solari e incentivi fiscali le hanno premesso di raggiungere un contributo record del 43 per cento della produzione elettrica nel 2014. E' una percentuale che il governo vuole portare presto al 50 per cento; anche se, fa notare il corrispondente da Roma Olivier Tosseri del quotidiano economico francese "Les Echos", si tratta di una dichiarazione di intenti ambigua: contestualmente infatti il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in vista del referendum del 16 aprile sul futuro dei siti italiani di estrazione degli idrocarburi, si è schierato a favore dello sfruttamento delle risorse petrolifere e gassifere sul territorio nazionale, che a suo parere possono assicurare posti di lavoro ed il 10 per cento del fabbisogno energetico dell'Italia. Ad ogni modo i governi di Roma hanno iniziato da tempo un percorso virtuoso in materia di emissioni inquinanti e lo stesso governo Renzi ha svolto un ruolo di punta nei negoziati alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP21) nello scorso mese di dicembre a Parigi. E inoltre l'Italia in questo settore può contare su eccellenze tecniche e tecnologiche di prim'ordine: una delle sue imprese ha da poco messo a punto un accumulatore di energia in grado di conservare quella di origine fotovoltaica ed eolica per poterla poi utilizzare di notte o in caso di black-out energetici.

Continua a leggere l'articolo su Les Echos

 

 

SOCIETA’


 

Migrazioni: l'Italia teme un nuovo esodo di rifugiati siriani

Madrid, 15 apr 08:37 - (Agenzia Nova) - Oltre 42 mila siriani sono arrivati in Italia dalle coste della Libia nel 2014. Da allora, il flusso si è ridotto poiché le vittime della guerra in Siria hanno scelto di raggiungere l'Europa attraverso la Turchia e i paesi balcanici. Ora però, spiega il quotidiano “El Pais”, dopo la chiusura di quella rotta, l'Italia teme un nuovo esodo. Allo stesso tempo, l'arrivo di immigrati africani in Italia è aumentato, con oltre 18 mila arrivi nel primo trimestre dell'anno, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2015. Secondo Emiliano Abramo, portavoce della comunità di San Egidio in Sicilia, i siriani stanno cercando di "riaprire la rotta verso l'Europa attraverso la Libia e il canale di Sicilia". Un'opzione molto più pericolosa, ma che certamente “offre un'alternativa alla guerra o al muro sempre più alto che stanno innalzando alcuni paesi dell'Europa”.

Continua a leggere su El Pais