In orbita

Pierluigi Pardo

La Juve col nuovo modulo va in orbita. Samantha Cristoforetti dentro una sonda spaziale, pure. Inguaribile e romantico mi manca Tito Stagno, quasi quanto Sheva e Ronaldo al derby di Milano.

    La Juve col nuovo modulo va in orbita. Samantha Cristoforetti dentro una sonda spaziale, pure. Inguaribile e romantico mi manca Tito Stagno, quasi quanto Sheva e Ronaldo al derby di Milano. Cupo e buio (a San Siro), nonostante Ménez, Mancio e Pippo, le suggestioni del cuore e quelle del marketing. Depressione. La moda in Italia, si sa, è piangersi addosso, guardare alla ricchezza altrui con snobismo. Roba da russi, americani o sceicchi. Eppure l’ottimismo trionferà, prima o poi. Intanto come nei paesi evoluti c’è passata anche la voglia di votare. Forse è un buon segno.
    Altre storie: finisce il Mondiale di Formula Uno, la Mercedes domina sempre, gli altri con ritardi da autogrill, sulla copertina dell’ Equipe celebrano la Davis di Federer, su quella della Gazza parlano di “Little Derby”. Totò Di Natale si merita un richiamo in prima pagina per il duecentesimo gol. Eccellenza in provincia. A Teheran rilasciano (su cauzione) Ghoncheh Ghavami, arrestata per aver voluto vedere una partita di volley. Un mondo enorme, assurdo, feroce e complicato. A ben vedere proprio come lo sport. Il Boemo fa cose molto zemaniane, prende un gol da fallo laterale e poi rimonta di brutto Benítez. Qualità e difetti che in quella fascia di classifica ha soltanto il Cagliari mentre il Napoli abbassa ancora una volta la testa. A Mosca e Malmö intanto si gioca. Il nostro futuro europeo passa da lì. Copriamoci, fa freddo.