Arianna Meloni (Roberto Monaldo / LaPresse) 

la satira dell'innamorato fisso

Tutto quello che Arianna non riesce più a fare. Meloni scrive a Milani

Maurizio Milani

Dai soldi per i film di Guadagnino ai punti della Conad, dai pm in canile alla Cei. Ecco i dieci punti della sacrosanta lamentela della sorella della premier

La dottoressa Arianna Meloni ieri mi ha giustamente scritto per lamentarsi. Ecco i dieci punti della sacrosanta lamentela. 

 
Punto A. Volevo dirle che, da quando siamo al governo, Luca Guadagnino va in giro a dire che gli abbiamo tagliato i fondi per i suoi film. Ma ragioniamo! Sono soldi buttati via. All’estero i distributori di sale cinema appena sentono il suo nome dicono: “Piuttosto che metter in programmazione una pellicola del Guadagnino tiro giù la saracinesca e vado a fare i mercatini di Trovarobato”. 


Punto B. Da quando Giorgia è premier i supermercati Conad (comunisti) non mi danno più punti sulla tesserina in base a quello che spendo. Prima, ai tempi di Draghi, sì! Dispiace non poter accedere al set di tovaglie ricamate a mano da donne arabe. Ho chiesto al direttore del punto vendita Conad di via Cristoforo Colombo: “Non ho sufficienti punti per aver diritto alla tovaglia. Posso pagarla?”. Lui: “Non è possibile, gentilissima sorella della prima ministra, le tovaglie sono esclusivamente per chi raggiunge i 26 mila punti”. Io ne ho 21 mila, che equivalgono a 130 mila euro di spesa. Ti sembra giusto? 

 
Rispondo volentieri alla coordinatrice del mio partito: “No! Ma sai, i comunisti hanno sempre fatto così: anche quando il treno dei profughi istriani è passato da Bologna, hanno buttato il latte sui binari. Piuttosto che darlo ai bambini di Pola e Fiume”. 

  
Punto C. Sempre causa invidia perché a Palazzo Chigi c’è Giorgia, i magistrati comunisti sono andati al canile dove faccio volontariato. Vogliono verificare se il mangime donato non sia una copertura per la vendita ai rom dei molossi per combattimento. Match che si svolgono regolarmente a ogni campo nomadi, ben prima che mia sorella fosse premier. E non dico che fanno bene, ma se non quello potrebbero fare la nube tossica (tramite spazzatura) per cui dispiace dirlo, meglio lasciar correre. 

  
Punto D. La CeiI e il cardinalone Zuppi, da quando siamo al governo, ha dato ordine a ogni diocesi di non far entrare in chiesa i segretari provinciali di Fratelli d’Italia, per cui ci hanno costretto a diventare protestanti e andare a messa da loro. In più sempre S. E. il cardinal Zuppi sull’Avvenire ha detto: “Quelli di Fratelli d’Italia non hanno voglia di lavorare e hanno il vizio di bere dentro le sedi istituzionali (Camera, Senato e ministeri)”. 

    
Punto E. Gli ambasciatori di Guinea, Barbados, Costa d’Avorio, Cuba, Zanzibar, Capo Verde, hanno dato incarico ai funzionari di non rilasciare visti turisti per chi ha votato Fratelli d’Italia. Tu dirai: come fanno a saperlo? Ti rispondo subito: di me lo sanno per forza, di te no. Tienilo nascosto, se non vuoi ridurti ad andare fisso al lido di Forlì. 

 
Punto F. Nelle regioni rosse, in modo particolare per ordine di Emiliano e De Luca, mi è stato interdetto di visitare sia Alberobello che le terme di Ischia. Sono dovuta andare sotto falso nome: Donatella Lunesi di Rieti. Documento falso gentilmente fornitomi da uno dei pochi ufficiali di stato civile anagrafe non comuniste. Amico mio! (che sarei io) Tieni conto che su 8 mila comuni italiani, il 99 per cento dei funzionari è bolscevico. Una roba mai vista in Italia, nemmeno durante il biennio rosso 1919-1921, che giustamente causò la marcia. 

 
Punto G. Le reti Rai, le radio Rai più le altre satelliti “del pachiderma” hanno deciso che siccome sono sposata con il ministro delle Politiche agricole, zootecniche, entomologhe è vietata la mia partecipazione a “Linea Verde” (Rai Uno, domenica). Anche se come apicoltrice, dovrebbero per legge fare un servizio sul mio impegno nel settore. Anche se francamente le api non sono così importanti come i comunisti in questi anni ci hanno fatto credere.  

 
Punto H. Ti saluto cordialmente, spero che tu non subisca il mobbing che subisco per le mie idee politiche. Ho proposto a Giorgia la tua candidatura alla direzione del Sole 24 Ore, date le tue competenze finanziare. Nel caso i leghisti mettano un veto, per te è pronta la presidenza della Lazio. Anche se sei interista non c’è problema. Nel caso di scontro diretto vi mettete d’accordo tra voi. Dispiace che l’altro giorno gli hai rifilato tre pere. Ma è giusto fare accordi e “combine” e poi non rispettarli. Oggi vado a Pesaro per omaggiare la città, spero che il sindaco Ricci non emetta un’ordinanza di espulsione dal territorio comunale come persona non desiderata. Ma non penso. Anche perché Ricci fa apposta, ma è dei nostri.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.