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lo dice il quirinalista fisso

Sassolini nelle scarpe del Presidente Mattarella

Maurizio Milani

Salvini che dà troppa retta a Borghi, Casellati risentita, Letta che non è più lui da quando è tornato da Parigi. E poi Renzi, Berlusconi, Conte e Elle Macpherson. Il nostro Quirinalista fisso svela un discorso riservatissimo del capo dello stato

Gentili amici, dispiace rendere pubblico il discorso che Sergio Mattarella ha pronunciato nei giorni scorsi davanti al Consiglio di stato. Tale atto doveva rimanere segreto, ma viene qui svelato visto che i giochi ormai sono stati fatti

Mattarella: “Autorevoli membri della primaria corte amministrativa d’Italia, vi ho riunito per lamentarmi. Partiamo da Salvini. Non esiste ‘ricattare’ il premier Draghi dicendogli: ‘Mariolone ti votiamo al Colle se mandi via Speranza e la Lamorgese dal nuovo governo e ci restituisci il Viminale e alla Salute metti Zaia. Tanti auguri per il tuo settennato’. Ma dove siamo? Nemmeno quando eleggono il capo dei boscimani si tratta con questi metodi mentre per i masai è prassi. Infatti i delegati delle tribù, riunti sulle sponde del fiume Zambesi, hanno il vizio del voto di scambio. Dicono a un candidato: ‘Ti facciamo eleggere sull’isola dei tori (che sarebbe la sede del loro Quirinale), se ci permetti di partecipare a un documentario del National Geographic. Qui facciamo noi stessi con la pertica in mano. Alla sera, finite le riprese, ci vestiamo all’occidentale e andiamo al casinò di Kinshasa (Congo) a vantarci, bere liquori, illudere le ballerine e minacciare il cambiavalute’. Poi sempre quel Matteo Salvini dà troppo retta all’onorevole Claudio Borghi. Quello, oltre a essersi vaccinato con Sputnik a San Marino, mi ha fatto richiamare dalla Cristine Lagarde che una sera, preoccupata, mi fa: ‘Sergio! Scusa l’ora, ti disturbo perché è successo un incidente diplomatico a Macao’. Io: ‘O bella! Dimmi Cristine’. Lei: ‘Un tuo parlamentare italiano si è presentato nello show room di Cartier nell’ex colonia portoghese, dopo aver acquistato una cavigliera di smeraldi per Anna Falchi. Voleva pagare in lek albanesi’. Io rimango stupito: ‘In lek albanesi?’. ‘Sì Sergio! Sosteneva il Borghi che tale valuta è equiparata all’euro. Una roba che non sta né in cielo né in terra. Voleva fare il cambio alla pari. La cavigliera di zaffiri e rubini costava 930 mila euro. Lui voleva fare un assegno del Credito artigiano di Durazzo pari a 930 mila lek albanesi. Al rifiuto della commessa, si è qualificato come parlamentare italiano. Il direttore dell’atelier lo ha calmato; Borghi ha telefonato a Salvini che gli ha dato ragione’. Insomma Cristine, come presidente della Repubblica italiana sarei stufo di fare queste figure a livello planetario. Ho dovuto far intervenire il console onorario italiano a Macao (il centravanti della Torpedo Macao, un bravo giovane di Seregno, ha interrotto l’allenamento per andare sul posto e ha convinto Borghi a pagare in scellini ugandesi, che sono nell’area del franco coloniale). Ma che fatica, e che magre figure. Sempre quel Salvini ha buttato in piedi un caos nelle elezioni di questi giorni per il mio successore. L’avevo chiamato perché avrei gradito Emma Marcegaglia al mio posto. Invece lui ha mandato alle ortiche la presidente del Senato, che adesso è offesa con me. Infatti guardate questo whatsapp, se non ci credete. ‘Sergio. Ti blocco sia l’amicizia su Facebook che qui! Elisabetta. Ciao, sono risentita. Sei stato troppo tiepido ma ti voglio bene uguale, anzi di più’. 

Amici passiamo a Enrico Letta – continua il presidente –. Mi ha deluso. Gli ho detto duecento volte che non me la sentivo di fare ancora sette anni nell’ex palazzo dei Savoia. Mi aveva garantito di non tirarmi più in ballo. Invece… allora non controlla niente. Cosa continuano nel segreto dell’urna a votarmi? Devo mettermi a correre in mutande per via del Babuino perché fingendomi pazzo desistano dal loro disegno a me non gradito?”.

 

Salta su un membro autorevole del Consiglio di stato che fa: “Presidente, perché non va in pigiama al circolo canottieri Aniene con la scusa di ammirare la loro bacheca di trofei, all’improvviso li prende e li sbatte nel Tevere? A quel punto, Letta – informato che il fatto non sussiste ma dubbioso – comincerà a puntare su un altro candidato”.

Mattarella: “Sì, farò anche quello se necessario, ma non penso che servirà a convincere Enrico; da quando è tornato da Parigi è cambiato. Sembrava filoarabo, prova ne è che sulla suoneria tiene Khaled, il mio cantante preferito. Noi italiani abbiamo rinsaldato l’amicizia con Algeri (la mia città preferita) grazie al cantautore sopracitato. Anzi, andate subito su YouTube a sentire ‘Kutché’. Sono sicuro che lo scaricherete anche voi e i vostri cari”.

 

Applauso dei presenti.

 

“Passiamo a Berlusconi; perché non si è misurato con l’Aula? Alla quarta votazione avrebbe vinto. Adesso sarebbe capo dello stato. Molto gradito a livello internazionale, il ruolo di mediatore che si è preso Macron, adesso lo avrebbe lui. Sarebbe passato alla storia per aver convinto il suo amico Vladimir a non invadere l’Ucraina. Certo, può telefonargli anche adesso. Ma vuoi mettere essere il presidente della Repubblica italiana? Avrebbe ringraziamenti da Erdogan alla Cina, da Bolsonaro all’Onu. Insomma, un capolavoro pari ai bersaglieri di Cavour in Crimea. Invece sul più bello si è tirato indietro. Era un’occasione per far parlare del nostro paese nel mondo.  Diciamocela tutta. All’estero delle nostre ‘Quirinarie’ non interessa a nessuno. Siamo sulla ribalta internazionale solo per una cosa. Perché c’è il capo di 3,5 miliardi di cattolici del pianeta. Infatti alle elezioni per eleggere il nuovo Santo Padre ci sono tv e inviati da 210 nazioni, e i telegiornali di Usa, Messico, Giappone, India, Sudafrica (tutto il mondo) aprono con le notizie delle votazioni in Vaticano. Adesso, qui ci sono 1.500 giornalisti di cui 1.498 italiani e due della Svizzera (Canton Ticino). Nei bar dell’Oregon della nostra elezione parlano, ma neanche tanto. Preferiscono notizie su Balotelli. Sarà convocato da Mancini per gli spareggi?  Silvio! E’ stata la tua più importante occasione mancata, altro che l’acquisto di Gullit, che peraltro ho sentito ieri e mi ha detto che vedrebbe bene la Cartabia sul Colle. Ma non esageriamo. Come noi non interveniamo quando in Olanda scelgono il premier, così devono fare loro quando scegliamo Pier Ferdinando Casini. Comunque Berlusconi come uomo è completo. Sa parlare, sa comportarsi, è galante, fine ed educato. Gran cerimoniere. Sì, dispiace non vederlo al mio posto. Sarà per il 2029.

Ora voglio dirvi qualcosa su Matteo Renzi detto ‘stupor mundi’ e tale definizione è tutt’altro che ironica. Renzi è preparato, avendo ricoperto funzioni pubbliche dalle più periferiche a sappiamo quali. Dispiace. Mi aspettavo di più. L’ex premier mi aveva garantito di agevolare l’elezione di Sabino Cassese, che era il miglior presidente della Repubblica per il nostro paese. Ma poi, forse consigliato da me stesso, ma non penso, ha dirottato la sua influenza, che va ben oltre il perimetro di Italia viva, su Marcello Pera, che mi ha chiamato adesso per dirmi che è offeso. Non so il motivo. Forse perché in sette anni non gli ho mai mandato il calendario dei Carabinieri corazzieri. Ma Marcello ragioniamo: me ne danno solo quattro. Uno lo tengo per me, l’altro lo mando alla Corte costituzionale, uno al segretario Zampetti e l’altro di solito va perso. A questo punto ti manderò per scusarmi il calendario della Pirelli, un vero status symbol, altro orgoglio italiano. Quest’anno torna a farci compagnia nelle noiose giornate dell’Amministrazione pubblica, la donna mito: Elle Macpherson, detta ‘The Body’. Definita donna più bella dalla caduta di Costantinopoli (1453) a oggi. E sapete cosa vi dico adesso? Tale calendario dovrebbe essere esposto in tutti gli uffici dei rettori di tutte le università dell’area Schengen per legge. Ma giustamente chi lo desidera può metterlo anche all’Ateneo di Varanasi, con rispetto parlando, o nella sede dell’Opec a Vienna, sempre parlando con il rispetto dovuto a tali sodalizi.

Renzi sarà certamente presidente della Repubblica nei prossimi multipli di sette. Prevedo 2036. Nel 2029 è già deciso, sul Colle salirà l’on. Mara Carfagna. Giustamente. Adesso non hanno l’età. Mi ha molto ferito quando Renzi ha suggerito di vendere l’auto presidenziale, che ‘ciuccia’ un litro di benzina ogni 500 metri, per dare il ricavato alla Comunità di Sant’Egidio, e sostituirla con una Tesla che Musk avrebbe donato sia all’Italia che allo Stato pontificio che a Federico Pizzarotti, che a Parma va già a metano, tramite una Fiat 131 Mirafiori convertita e già in uso al comune, con gancio di traino roulotte non omologato. Dispiace dirlo. E per questo c’è un fascicolo aperto in procura per non averlo rimosso. Cosa che il sindaco sulla sua pagina Instagram sostiene di fare domani tramite operaio in pensione della Breda Ferroviaria da me interpellato, che mi ha risposto: ‘Rimuovere il gancio dell’auto del comune di Parma? Non so niente! Mi dispiace! Si rivolga all’ufficio stampa del sindaco’”. 

 

Prosegue Mattarella: “Ecco amici, tutta questa confusione di carte da bollo e dpcm e Pnrr mi ha rotto le balle. Andate avanti voi, io vado nella mia Mondello a prendere il sole. Già adesso i mandorli sono in fiore e in spiaggia alcuni milanesi fanno il bagno. Con bronchite mai vista prima, il giorno dopo.
 L’ultimo personaggio di cui vorrei parlarvi è Peppino Conte. Mi ha deluso. Ha rifiutato l’invito a prendere il mio posto. Si è spaventato. Dicendo, in un batter d’occhio sono andato a Palazzo Chigi, adesso al Quirinale… Non voglio essere ricordato sui libri delle scuole medie come uomo più fortunato dai tempi del primo fidanzato di Julia Roberts. A questo punto gli ho detto: guarda che Grillo non ti cede il patrimonio elettorale accumulato in anni di fatica e scherzi. Senza pagare pegno”.

 

Interviene uno del ristretto uditorio: “Quale sarebbe tale pegno?”. Mattarella: “Iscriversi alla loggia massonica che fa capo ai comici liguri”.
“Presidente! Faccia i nomi!”.

 

Mattarella: “Certamente! Crozza, Luca e Paolo, Antonio Ricci e altri dieci. Ma amici del Consiglio di stato, perché non vi iscrivete anche voi! Come loggia massonica è completa. Riconosciuta dal Grande oriente di Lubiana, ha sede nella villa di Grillo. Qui c’è l’Archivio con l’elenco dei nomi degli aderenti. Ma giustamente finalità eversive, cioè rovesciare l’ordinamento democratico e mettete Luigi Di Maio a capo di stato. Ecco il ministro degli Esteri che vi comunico già salirà al Colle nel 2043. Finalmente ha imparato bene l’inglese. Infatti ieri mi ha telefonato il Foreign Office di Sua Maestà britannica. ‘Volevo complimentarmi con vostra eccellenza (che sarei io) per la bellissima impressione che ci ha fatto il vostro inquilino alla Farnesina: oltre a un eccellente presenza abbiamo notato dall’incontro precedente che praticamente parla un inglese mai sentito prima’. Nel senso nobile vale a dire: Benissimo. Solo quando avevano esaminato a suo tempo il primo ministro Renzi, avevano riscontrato una padronanza linguistica uguale. Mai sentito un capo di governo straniero parlare così. Nemmeno alle Bahamas, con rispetto parlando per il nostro protettorato oltreoceano. 

Amici, mi congedo da voi e vi rendo partecipi di una notizia. Ho deciso adesso: sì, rimango al Quirinale altri sette anni. Anche se Giorgia Meloni non vuole. Inutile dire che sarà a lei che conferirò l’incarico per formare il prossimo governo. Non chiedetemi quando. Le darei tale onore anche subito, ma Giorgetti vuole uscire dalla Lega e con Alessandro Di Battista, Mastella e Virginia Raggi vogliono formare un nuovo soggetto politico. Il nome lo stanno decidendo adesso, al Parco dello Stelvio, dove sono riuniti. Buon lavoro. No alla vendita della Tim a un fondo riconducibile a Ronaldo (almeno così si dice a casa di Bill Gates a Venezia).
 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.