Ma come, i rinoceronti bianchi non si erano estinti?

Si era detto che la morte di "Sudan" aveva portato alla scomparsa della specie. Ma oggi un esemplare di 10 anni è appena arrivato al Parco faunistico Le Cornelle di Bergamo

Un rinoceronte bianco di 10 anni è appena arrivato al Parco faunistico Le Cornelle di Valbrembo in provincia di Bergamo. Ma come? Non si erano estinti? A fine marzo molti siti e giornali avevano raccontato la morte di Sudan, l’ultimo esemplare maschio di rinoceronte bianco rimasto al mondo. Il rinoceronte bianco non si è estinto: la sottospecie “meridionale” è in aumento e studi recenti ne hanno stimato la popolazione in oltre 20mila individui. Ad essersi praticamente estinta è la sottospecie “settentrionale”, come ha spiegato in un post molto condiviso la pagina Facebook "Scienze naturali"

    

L'esemplare appena arrivato in Italia proviene da Atene ma è nato a Budapest e si chiama Pancho. L'aggettivo "bianco" non indica il colore della sua pelle ma deriva da un errore di traduzione del termine olandese "weit" con "white" mentre in realtà si voleva intendere "wide" ovvero "ampio" in riferimento alle dimensioni della bocca. Il colore del carnato, infatti, è giallastro e quanto alle dimensioni, è davvero molto grosso: dopo l'elefante è il mammifero terrestre più grande al mondo. Il carattere docile e calmo gli ha consentito di accettare senza alcun disagio il trasferimento. Pancho si è ambientato immediatamente nella sua nuova casa a Le Cornelle dove ha incontrato due suoi simili: Lara e Shanny, femmine di rinoceronte bianco arrivate al Parco rispettivamente nel 2011 e nel 2009. 

    

La sottospecie del sud, di cui fa parte Pancho, è tutelata e rappresenta una storia di successo. Ridotto a meno di 100 esemplari alla fine del 19esimo secolo, ad oggi conta circa 20.000 esemplari e questo anche grazie all'attività di parchi faunistici come Le Cornelle che prendendosene cura, li sottraggono alle mire dei bracconieri. A renderlo così "prezioso" e così in cerca di protezione è la caccia spietata al suo pregiatissimo corno, oggetto di culto per molti popoli e per singoli bracconieri che gli attribuiscono erroneamente proprietà curative e afrodisiache. Ai rinoceronti, invece, il corno serve come arma di offesa-difesa, per scavare radici o per spezzare ramoscelli per nutrirsi.

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