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Un foglio internazionale

La storia dell'esule coreana che adesso combatte la cancel culture

Dopo aver disertato dalla Corea del Nord da adolescente ed essere finita vittima della tratta di esseri umani in Cina, ora Yeon-mi Park è una cittadina americana. Il New York Post ripercorre la sua vita, fino alla sua ultima battaglia: "Stiamo letteralmente attraversando una rivoluzione culturale"

"Sono stata venduta per 20 dollari come schiava del sesso nel XXI secolo sotto lo stesso cielo. E dicono di essere oppressi perché le persone non riescono a seguire i pronomi che inventano ogni giorno?”. Yeon-mi Park ha disertato dalla Corea del Nord da adolescente, per finire vittima della tratta di esseri umani in Cina. Oggi è una dei 200 nordcoreani esuli negli Stati Uniti e, dall’anno scorso, è cittadina americana. Park ora lancia l’allarme sulla cancel culture e il woke anglosassoni. Nel suo libro “While Time Remains”, Park scrive di come sia arrivata negli Stati Uniti per trovare alcune delle stesse violazioni della libertà che pensava di essersi lasciata alle spalle in Corea del Nord, dalla politica dell’identità all’ipocrisia elitaria. “Sono sfuggita all’inferno sulla terra e ho attraversato il deserto in cerca di libertà, e l’ho trovata. Non voglio che accada mai niente di male alla mia nuova casa… voglio che teniamo a bada l’oscurità”. 

 

Park ha soprannominato la sua università a New York un “campo di puro indottrinamento” e ha detto che molti dei suoi compagni nella scuola più elitaria della Grande Mela hanno subìto “il lavaggio del cervello come gli studenti nordcoreani”. “Non ho mai capito perché non avere un problema può essere un problema”, ha detto Park. “Hanno bisogno di creare un’ingiustizia dal nulla o un problema dal nulla, perché non hanno sperimentato nulla di simile a quello che stanno affrontando le altre persone nel mondo”. Park ricorda la caccia agli scarafaggi sulla strada per placare la fame, anche se il regime di Kim ha vietato le parole “carestia” e “fame”. “L’oscurità a Hyesan è totale”, scrive. “Non è solo l’assenza di luce, energia e cibo. È l’assenza di dignità e speranza. L’oscurità a Hyesan è… guardare i tuoi genitori e i tuoi vicini trascinati via dalla polizia per il reato di aver raccolto insetti e piante per far mangiare i loro figli”. “Non sono scappata in cerca di libertà o sicurezza. Sono scappata alla ricerca di una ciotola di riso”. “Non stiamo mettendo le persone davanti a un plotone di esecuzione in America, ma i loro mezzi di sussistenza, la loro dignità, la loro reputazione e la loro umanità sono sotto attacco” scrive nel libro. “Quando diciamo alle persone di non parlare, censuriamo anche i loro pensieri. E quando non riesci a pensare, sei uno schiavo, un burattino a cui è stato fatto il lavaggio del cervello. Dicono che i bianchi sono privilegiati, colpevoli e oppressori. Questa è la tattica usata dal regime nordcoreano per dividere le persone. In America è la stessa idea di colpa collettiva. Questa è l’ideologia che ha spinto la Corea del Nord a essere ciò che è oggi e la stiamo mettendo nelle menti dei giovani americani. Non credo davvero che ci sia rimasto così tanto tempo. Già tutte le nostre principali istituzioni hanno la stessa ideologia della Corea del Nord: socialismo, collettivismo ed equità. Stiamo letteralmente attraversando una rivoluzione culturale in America. Quando ce ne renderemo conto, potrebbe essere troppo tardi”.

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