Una scena di Babylon Berlin

Le risposte presuntuose e isteriche dei baby boomers alla storia

Si ha la sensazione di vivere un’epoca di parodie. E l’America del 2018 assomiglia in qualche modo alla Germania degli anni Venti

Ricordate l’inizio della serie tv ‘Babylon Berlin’, ambientata nella Germania del 1929? Una squadra di polizia fa irruzione nello studio di una società di film porno”. Esordisce così, sul City Journal, un’invettiva di Lance Morrow sull’“epoca della parodia”. “Subito sentiamo la voce del direttore di scena chiamare ‘Maria’, ‘Giuseppe’, i ‘pastori’ eccetera e quindi, per un secondo, viene da pensare che si tratti delle prove per una recita scolastica di Natale. La videocamera, a quel punto, segue i poliziotti, entra nello studio e rivela i corpi nudi e pallidi degli attori aggrovigliati in un’orgia dentro una mangiatoia, intenti a copulare come bestie in una stalla, mentre il direttore impartisce loro istruzioni e incoraggiamenti. La scena non è una parodia del presepe, ma della blasfemia stessa e, al di là di questo, un commento lapidario sullo stile della trasgressione tedesca, così ingenua e priva di senso dell’umorismo e così noiosa e letterale, quasi cretina, da essere non innocente, non proprio, ma bovina, un po’ troppo scema per stimolare l’indignazione di una persona intelligente. Si può provare disgusto, ma non è indirizzato alla trasgressione religiosa. Piuttosto, si arriva a essere oppressi dalla deprimente ed esagerata stupidità del tutto, dal suo squallore.

 

E’ possibile avere una simile reazione per alcuni aspetti dell’America del 2018. Jean Cocteau una volta disse che ‘la stupidità è sempre impressionante, non importa quante volte la si incontri’. Il fatto è che la violenza, la pornografia e la politica squallida sono un indicatore potentissimo di quel che siamo diventati, e di quel che siamo arrivati a tollerare. Quasi chiunque, credo, avrà la sensazione che stiamo vivendo un’epoca di parodie: ovunque c’è un’atmosfera da caricatura. A proclamarlo sono i prodigi della natura stessa: uragani estremi, ondate di calore, siccità, parodie del clima. La caricatura, come fenomeno politico e culturale, è quel che avviene quando le esagerazioni non hanno più un posto dove andare. Le cose dapprima vengono stiracchiate, poi imitate grossolanamente e infine uccise. La parodia disprezza il compromesso, rifiuta la moderazione e il pensiero preciso. Stiamo forse assistendo al tramonto di un’epoca? O forse semplicemente al crepuscolo di persone che credevano di essere ‘forever young’? E’ possibile che i baby boomers (la generazione nata dopo la Seconda guerra mondiale, ndt) alla fine abbiano perso il controllo della propria storia e si siano rivolti al potere della parodia convocata da loro stessi?

 

In parte, io accuso una certa frivolezza storica dei baby boomers. I loro albori molto più che privilegiati, il loro narcisismo, la loro mancanza di umiltà: tutti elementi del carattere che di rimando hanno fatto sì che le loro risposte alla storia fossero presuntuose e isteriche, e che venissero tramandate ai loro figli e ai loro nipoti in versioni persino più mortificanti”.

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