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"Fra 40 anni, l'Europa avrà maggioranze islamiche. E' il grande inverno demografico"

“Ogni bambino sa che l’estate inizia a giugno e finisce quando si torna a scuola. La nostra è iniziata nel 1968 e sta per finire. Ma non ci sarà primavera” Scrive Causeur (settembre 2017)

La bellezza di questa scienza umana è che non abbiamo bisogno di fare previsioni. Ignorerò la nuova immigrazione che probabilmente continuerà nei prossimi trent’anni e prenderò in esame pertanto solo le realtà oggi note, cioè le nascite”. Così scrive l’economista francese Charles Gave sul mensile francese Causeur sul collasso demografico europeo. “Cominciamo da una piccola osservazione aneddotica. Per la prima volta nella storia quasi tutti i leader europei non hanno figli: Merkel, May, Macron, i primi ministri italiano, svedese, olandese, lussemburghese e irlandese… nessuno ha figli. Solo il belga Charles Michel e lo spagnolo Mariano Rajoy ne hanno due ciascuno. Non posso fare a meno di pensare che colui che non ha figli non ha la stessa idea del futuro di chi ce l’ha. Per chi non ha figli, il futuro senza dubbio si ferma alle prossime elezioni o alla propria morte. In Germania, il 30 per cento delle donne è senza figli e il tasso di fertilità (numero di figli per donna) delle popolazioni locali non immigrate è di circa 1,4. La situazione è la stessa in Italia, Spagna, Grecia, Benelux. Così, in Italia o in Grecia, 100 nonni hanno in media 42 nipoti, esempio di una piramide della popolazione invertita, basata non sulla base ma sulla punta. E tutti sanno che se metti una piramide sulla punta ha una sfortunata tendenza a spezzarsi. Questo mi porta alla seconda osservazione: i nonni e i genitori hanno emesso un debito di stato gigantesco.

 

Andiamo avanti. Immaginate che in quei paesi la popolazione di origine immigrata abbia una fertilità di 3,4 bambini per donna. Dobbiamo anche dire che questa nuova popolazione rappresenta solo il 10 per cento della popolazione totale. Si penserà che ‘un sacco di tempo’ passerà prima che la maggioranza passi alla popolazione immigrata. Tutto dipende da ciò che si intende con la formula ‘un sacco di tempo’. Infatti, se le mie ipotesi sono giuste, il cambiamento avverrà fra 30-40 anni. Allora è quasi certo che la maggioranza della popolazione sarà di origine musulmana in Austria, Germania, Spagna, Italia, Belgio, Olanda. Ancora una volta, queste non sono previsioni ma calcoli. Io non lo vedrò, ma i miei figli senza dubbio lo vedranno e sicuramente i miei nipoti. Alcuni esempi: ad Anversa, la maggior parte dei bambini della scuola elementare oggi sono musulmani. Ciò significa che in quindici anni la maggioranza dei nuovi operatori del mercato del lavoro sarà musulmana. A Bruxelles, la capitale dell’Europa, 25 nati su cento sono musulmani, in Scozia il nome più popolare alla nascita è Mohamed, e così via”.

 

Veniamo alla Francia. “Le nostre élite si congratulano ogni giorno con il pretesto che il nostro tasso di fertilità per donna in Francia sarebbe di circa due figli, assicurando così la sostituzione delle generazioni, che è una cosa molto buona. Tuttavia, per motivi che non devo spiegare, è proibito in Francia elencare le diverse popolazioni secondo le loro credenze religiose e quindi nessuno sa quale sia il tasso di fertilità delle donne francesi ‘arrivate di recente’. La realtà è che siamo già al 90 per cento della popolazione con un tasso di fertilità femminile di 1,4 come in tutto il resto d’Europa e che il restante 10 per cento deve essere di 4 o 5 bambini per donna. (…) Come ogni bambino impara abbastanza rapidamente, l’estate interminabile che inizia alla fine di giugno è sempre seguita dall’inizio dell’anno scolastico a settembre. L’estate demografica francese, iniziata nel 1968, sta terminando, anche se i francesi hanno votato perché l’estate duri tutto l’anno. Ma non possiamo votare per tornare al Paradiso, siamo stati scacciati molto tempo fa. Non ci sarà l’autunno, andremo direttamente in un demografico inverno che temo non sarà seguito da nessuna primavera. L’immensa notizia dei prossimi 30 o 40 anni sarà quindi la scomparsa delle popolazioni europee, i cui antenati hanno creato il mondo moderno. E con queste popolazioni scompariranno le nazioni europee che hanno costruito l’immenso successo del Vecchio continente per almeno cinque secoli. In sostanza, l’Europa morirà perché ha rifiutato la vita privilegiando le culture della morte”.

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