Il Figlio

Ricordi e segreti in linea materna in una graphic novel stupefacente

Giacomo Giossi

Mor di Sara Garagnani, racconta il viaggio di una famiglia di 4 generazioni di donne dalla Svezia all'Italia e descrive una ferita che cambia forma e profondità, si cicatrizza e poi si riapre

Mor è una parola svedese che significa madre, ma che composta come mormor (madre di madre) assume il significato di nonna. Ogni generazione di madri viene in svedese nominata dalla parola. La capacità di dare forma al mondo, e più in generale a quello che comunemente e non poco arbitrariamente definiamo futuro, spesso non è altro che la presa in carico dei debiti provenienti dal passato. Il nostro stesso corpo è il frutto di ciò che è stato: la forma dei nostri occhi e il loro colore, come la lunghezza delle nostre gambe, non sono che una parte dell’eredità di chi ci ha concepiti e che avremo l’obbligo (fortuna o sfortuna che sia) di portarci appresso per tutta la vita. Sarebbe ora il caso di accusare i nostri genitori, ma del resto pure loro sono eredi. Siamo tutti eredi di una storia che non abbiamo scelto ed è partendo da questo assunto che prende forma la stupefacente graphic novel di Sara Garagnani Mor pubblicata dalla rinnovata casa editrice torinese Add.

Mor è il racconto di una ferita che di generazione in generazione cambia forma e profondità, si cicatrizza e poi si riapre. Il viaggio di una famiglia, di quattro generazioni di donne che dalla Svezia raggiunge l’Italia. La storia di un malessere, di una nevrosi che colpisce i figli e al tempo stesso li contagia, una relazione materna aspra e complicata che sembra lasciare estraneo il padre. Questa lotta non dà tregua perché anche i momenti di festa o di leggerezza sono filtrati dal possibile e improvviso scatto d’ira. L’eredità - nonostante le superfetazioni del patriarcato non poco miserevoli - ha una forma che si lega strettamente al materno. Legame evidente in particolar modo all’interno dei codici relazionali e in un aspetto che Sara Garagnani indaga con grade precisione e delicatezza: il segreto. Il segreto non riguarda il mentire e tanto meno il rimuovere, ma coinvolge il ricordo unito alla crescita.

Il segreto, la ferita che lega madri e figli, è il risultato di una continua e incessante incisione che il presente attua sul passato. Il segreto sta esattamente nello scarto come nella forma incisa agendo di volta in volta come segno o come polvere. Mor lavora con quadri ampi, paesaggi glabri di una Svezia perennemente invernale, la cui morbidezza sta tutta nella neve che subito però diviene ghiaccio duro, scivoloso e ostile. Si alternano poi tavole strette che uniscono tensione a intimità, tavole che agiscono sui particolari, registro di impronte di passaggio. Particolari fisici che divengono visioni psichiche impalpabili quanto temibili. La rabbia è sempre più incontrollata, i colori più acidi e i bambini in balia di un incubo che fatica a sciogliere reale e immaginario.

Prendere coscienza, darsi delle misure, fa così parte del viaggio, della partenza in particolare. Si va via, si va lontano, ci si stacca dalla famiglia e dalla propria storia, ma non dalla propria eredità. Prendere coscienza significa lavorare su chi siamo e chi siamo stati, noi stessi e tutti noi, le madri, i padri, le nonne, le bisnonne, chiunque ci ha fatto e di noi è fatto. Impressionano la maturità stilistica e l’equilibrio narrativo di Mor:  Sara Garagnani non cerca mai di stupire, restituisce come pietre che rotolano gli elementi del disastro che è stato, ma anche i germogli che si sono generati. Mor racconta la vita di quattro donne in tempi successivi, ma in qualche modo sempre con lo stesso corpo. L’eredità assume la forma circolare di un ritratto intimo e comune al tempo stesso, non vive in un prima che restituisce a un dopo, ma in un’elaborazione che ne determina di volta in volta il valore. La salvezza è nel silenzio, elemento lucido che diluisce l’accumulo e abbassa l’attrito. Un romanzo prezioso e pieno di vita, che vive pienamente della propria narrazione grafica: sembra essere qui la forma unica possibile di una storia.
 

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