Giampaolo rassicura i fedeli mentre Dzeko vaga senza meta

Alessandro Bonan

L'allenatore della Samp era stato messo al bando per un po’, come un eretico, un uomo che vive la religione troppo al di là della ragione e delle regole. Il bosniaco invece sembra un sordo che non capisce il senso delle cose

Il curato

La voce ha un tono basso, e l’alito, par di sentirlo, profuma di digiuno. Il sorriso è bonario, come di chi vive con pazienza. Giampaolo non parla tanto per parlare, rassicura i fedeli. Li sprona a seguirlo nel suo credo. Era stato messo al bando per un po’, come un eretico, un uomo che vive la religione troppo al di là della ragione e delle regole. Gli avevano assegnato una piccola cappella in cima ad una salita di campagna. In pochi la conoscevano, tanto che spesso, la domenica durante la messa, restava quasi vuota. Oggi il curato ha una sua chiesa, con tanto di campanile. Per ogni celebrazione un suono di campane

Il povero Cilic

Di fronte alla perfezione chiunque rischia di apparire storto, anche uno dritto come un palo della luce. Il povero Cilic, al cospetto dell’assoluto, pareva relativo più del suo solito. Più rigido, quasi di legno, come un burattino tra le braccia di Geppetto. Più lento, con le sue zampe lunghe da trampoliere. A tratti annichiliva il suo avversario con una battuta, la quale onestamente, faceva ridere solo un istante. Insomma il palindromo Cilic, in qualsiasi modo prendesse il suo di fronte, per la coda o per la testa, ad ogni scambio quasi si peggiorava. Cose che capitano a tutti quei coraggiosi vittime di una bellezza irraggiungibile.

Dzeko e sordo

Per non sentire più tutte le voci di mercato, si è messo due tappi di cera nelle orecchie. E adesso vaga per il campo come un sordo che non capisce il senso delle cose. La partita va destra e lui si reca dalla parte opposta. La palla va a sinistra e lui, gigante senza udito, si perde ad inseguire una libellula sul prato. Dzeko fa cose, piuttosto inutili e insensate, mentre la Roma si allontana da lui. Passano i giorni e il bosniaco sembra ormai rassegnato. Preferisce non essere che ascoltare le voci, dentro un ottundimento di attesa: la fine del mercato, il ritorno a una vita normale.

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