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Il Bi e il Ba

Non esistono più i duelli di una volta

Guido Vitiello

Oggi ad azzuffarsi in tv sono pesci piccoli, esponenti politici minori o giornalisti d'area, mentre gli squali nuotano alla larga. E c'è qualcosa di ironico nel fatto che a rifiutare il contraddittorio sia oggi il presidente dell'Anm Cesare Parodi

All’alba della Seconda Repubblica – gli anni della febbre antipolitica, dell’ossessione bipolare, dei partiti personali e di altre allegre infatuazioni di cui paghiamo tuttora lo scotto – su Italia Uno andava in onda ogni settimana un talk show intitolato “O di qua o di là”: duelli dialettici tra leader politici, o comunque tra esponenti di spicco dei due poli, arbitrati da una giornalista, Pialuisa Bianco, che ci teneva a essere chiamata non “moderatrice” ma semmai “attizzatrice”. In breve, eravamo entrati anche noi in quella che la linguista americana Deborah Tannen battezzò “argument culture” – che è, per così dire, l’equivalente politico-televisivo del rito accusatorio.

Apparentemente ci siamo ancora dentro, e senz’altro in qualche ridotta mediatica sopravvive un’ideologia del contraddittorio che prevede di ascoltare due campane – e soprattutto di farle cozzare fragorosamente – anche sulle previsioni del tempo, ma la verità è che abbiamo cominciato a uscirne parecchi anni fa. Ad azzuffarsi in tv sono pesci piccoli, dunque sacrificabili: esponenti minori o giornalisti e intellettuali d’area. Gli squali nuotano alla larga, preferendo i proclami o le conferenze stampa senza domande. Qui in Italia la prima avvisaglia fu il rifiuto di Berlusconi di confrontarsi con Rutelli prima e con Veltroni poi, e il compimento fu forse il codice Rocco (Casalino), ma è inutile cercare un punto di svolta preciso: da un certo momento in poi i veri duelli si sono fatti sempre più rari.

I potenziali sfidanti fanno i loro bravi calcoli da teoria dei giochi, e il più delle volte concludono che il gioco non vale la candela: non conviene entrare in un’arena comunicativa in cui possono accadere cose impreviste e in cui il trionfo non è garantito. E c’è qualcosa di ironico nel fatto che a rifiutare il contraddittorio sia oggi il presidente dell’Anm Cesare Parodi, proprio per avversare la riforma che completerebbe il passaggio al rito accusatorio, ossia al processo come duello orale tra pari sotto gli occhi di un giudice imparziale. 

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