Il Bi e il Ba

La vita fiabesca delle Kessler

Guido Vitiello

Sono diventato un loro ammiratore con qualche decennio di ritardo, perché l'adolescente che vive in me sa innamorarsi solo del passato. C'è qualcosa di infinitamente perturbante che aleggia sulla loro morte sincronizzata

Questo pomeriggio ho vissuto un lungo sognante momento gozzaniano. Avevo sotto gli occhi una cartolina autografata, presa da non so quale antiquario, delle gemelle Kessler sul set del Conte di Lussemburgo, un’operetta di Franz Léhar riadattata nel 1957 a commedia musicale per il cinema (“filmeretta”, dicevano loro). Alice ed Ellen, allora ventenni, facevano la parte di Fritzi e Franzi, ciascuna con un levriero afgano al guinzaglio, ma non ci potevo far nulla: io vedevo Carlotta e Speranza in un dagherrotipo del 1850. Sono diventato un ammiratore delle Kessler con qualche decennio di ritardo perché l’adolescente che vive in me sa innamorarsi solo del passato, dove i desideri nascono già nella forma introversa dei rimpianti. Così negli anni mi sono procurato un po’ di cimeli: la loro autobiografia simbiotica, Eins und Eins ist Eins (“Uno più uno fa uno”), il famigerato numero di Playboy che le ritraeva in copertina, perfino il loro “Ricettario” di bellezza, che è un libro illustrato di ginnastica aerobica pieno di fotografie magnifiche, come quella di Alice ed Ellen – grandi appassionate di giardini zoologici, prima tappa di ogni loro viaggio – che allattano con il biberon due cuccioli di gorilla a Francoforte nel 1972.

Qualcosa di fiabesco aleggia sulla vita delle Kessler, che amavano raccontarsi come personaggi dei Grimm: “C’erano una volta a Sachsen due gemelline bionde nella cui culla il destino non aveva messo alcun cucchiaio d’oro…” (nascere con un cucchiaio d’oro in bocca è una frase idiomatica tedesca che equivale al nostro nascere con la camicia). E qualcosa di fiabesco, dunque di infinitamente perturbante, aleggia anche sulla loro morte sincronizzata. Le immagino dialogare, negli ultimi giorni, come Carlotta e Speranza: “...Mah!... Sogni di là da venire. – Il Lago s’è fatto più denso di stelle – ...che pensi?.. – Non penso... – Ti piacerebbe morire?”. E ora che sono relegate irrevocabilmente nel passato, con un sorriso senza fine bello in una cartolina del 1957, posso amarle ancora di più.

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