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Il Bi e il Ba
La parabola ebraica e l'itinerario della civiltà occidentale
La prima ha una funzione catalizzatrice e metaforica rispetto al secondo: agli intellettuali d'origine ebraica è toccato il ruolo di rivelatori, in anticipo, di una situazione che poi sarebbe divenuta generale. Una legge storica spietata, ben spiegata da Claudio Magris nel suo saggio su Joseph Roth Lontano da dove
Mercoledì ero a cena in un ristorante ebraico al Portico d’Ottavia. L’oste, un vecchio compagno di scuola dell’amico con cui cenavo, si lamentava della brutta aria che tira – avventori abituali che girano alla larga, personaggi pubblici che hanno paura di esser visti alla sua tavola, clienti che rivendicano apertamente il boicottaggio, passanti che lanciano frasi velenose – ma non ne faceva una questione personale o d’affari. “Noi siamo come i topi nella nave”, ci ha detto, “e quando siamo tentati di scappare dovete avere paura voi per primi, perché vuol dire che la nave sta affondando”. La metafora non era delle più felici, specie per la sua sinistra ricorrenza storica nell’archivio antisemita (nel Mein Kampf gli ebrei erano paragonati a “schiere di topi che si dilaniano sanguinosamente”), ma conteneva una grande verità, la stessa formulata da Joseph Roth in Ebrei erranti: “E’ un sentimento alimentato dall’esperienza storica che gli ebrei siano le prime vittime di tutti i bagni di sangue organizzati dalla storia universale”.
Nel suo libro su Roth e la letteratura ebraico-orientale, Lontano da dove, Claudio Magris commentava questa crudele legge storica, sottolineando “la singolare coincidenza della parabola ebraica e dell’itinerario della civiltà occidentale, o meglio la singolare funzione catalizzatrice e metaforica della prima rispetto al secondo (…). Agli intellettuali d’origine ebraica è toccata spesso tale funzione di rivelatori e catalizzatori di una situazione generale che nel loro dramma si è mostrata in anticipo, come al contatto di un reagente o di una cartina al tornasole, in tutta la sua evidenza e in tutta la sua tragicità”. Reagenti, cartine al tornasole, forse possiamo aggiungere al repertorio d’immagini anche i canarini in miniera. Scegliete voi quella che più vi piace, e tenete gli occhi bene aperti.

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