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Il Bi e il Ba

Il piccolo problema del discorso di Bayrou

Guido Vitiello

Rivolto a coloro che l'hanno sfiduciato, il premier francese ha detto che non hanno il potere di cancellare la realtà. Ma questo presupporrebbe un accordo, anche solo minimo, su quale sia la realtà. E invece a sinistra e a destra i populisti sono tutti marcusiani 

Bella e ritardataria come tutte le epigrafi tombali, la frase del premier francese sfiduciato François Bayrou – “Avete il potere di rovesciare il governo, non quello di cancellare la realtà” – ha le carte in regola per restarci in testa a lungo, perfino in quest’epoca di cape fresche, cape sciacque e cape toste. Tuttavia ha un piccolo problema. Presuppone un accordo, pur minimo, su quale sia la realtà. Ai tempi di Freud, o quanto meno ai suoi occhi, la questione era abbastanza pacifica da indurlo a battezzare “principio di realtà” l’insieme delle disagevoli restrizioni con cui la civiltà imbriglia i nostri istinti. Se le risorse scarseggiano, per esempio, tocca rinunciare a qualcosa.

Poi però la sinistra freudiana incontrò ripetutamente la sinistra hegelo-marxista in certe alcove tedesche, e tra la progenie nata da questi amplessi adulterini un rampollo fece molta strada, Herbert Marcuse. La seconda parte di Eros e civiltà si intitolava appunto “Al di là del principio di realtà”. Sì, d’accordo, ci sono vincoli architettonici inaggirabili – si ha fame, ci si ammala, si muore – ma il sovrappiù non è realtà, è capitalismo. Lui lo chiamò “principio di prestazione”, il principio di una società acquisitiva e agonistica. In questo, i nostri populisti sono tutti marcusiani senza saperlo, a sinistra come a destra. Il principio di realtà figura nei loro incubi come un mariomonti in loden blu, il Super-Io che li stritola è il tetto percentuale del deficit-pil, l’austerità è un surplus di repressione imposto dal neoliberismo e dal suo culto della performance, ma fosse per loro continuerebbero a fare i perversi polimorfi (a debito). Dunque la frase di Bayrou suona bene, ma suona anche a vuoto, e cade in una platea semideserta; e questo non è un merito, perché la retorica politica deve misurarsi sul pubblico votante. Prima ce ne accorgiamo, più speranze abbiamo di non finire sepolti anzitempo, con la frase di Bayrou sulla lapide e magari con addosso il nostro loden migliore.

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