Nicola Zingaretti e Andrea Orlando (Ansa)

Il Bi e il Ba

Il partito che scala l'algoritmo di Google

Guido Vitiello

Digitando “correnti” sul motore di ricerca più famoso, tra i primi risultati si trova: correnti artistiche, correnti parassite, correnti Pd. Qualcosa di simile succedeva anche ai tempi delle primarie 2012. Sono anni ormai che la vita interna al Nazareno è diventata un gioco di società

Se cerchi “correnti” su Google, tra i primi risultati l’algoritmo ti propone: correnti artistiche, correnti parassite, correnti Pd. Ai tempi delle primarie del 2012 (conservo lo screenshot), se cercavi “regole” ti suggeriva: regole burraco, regole pallavolo, regole Pd. Sono anni che la vita interna di quel partito è diventata un gioco di società – sempre meno appassionante, va detto – a cui tutti sono invitati a partecipare. I panni sono stesi dappertutto, come nei vicoli della Napoli oleografica, e di certo non si lavano in famiglia.

 

In un pamphlet di qualche anno fa, “Quell’oscuro desiderio di perdere a sinistra”, Jean-Philippe Domecq esaminava questa tendenza alla teatralizzazione delle crisi interne, notando che a destra, per contro, raramente perdono la bussola dell’interesse di partito o di coalizione, e consumano in segreto le proprie faide. Ebbene, sta accadendo di nuovo: la destra riesce nell’impresa quasi impossibile di stare per metà al governo e per metà all’opposizione dando tutto sommato un’immagine di unità. Il Pd torna a offrire al pubblico la cesta dei suoi panni sporchi, a cominciare dallo spettacolo (da far cadere le braccia) di un segretario dimissionario che denuncia la “vergogna” di un partito affamato di “poltrone”. Non dico di tornare ai fasti del centralismo democratico, ma il prossimo chiuda la porta. Della lavatrice.

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