1991, Roma, Bettino Craxi (LaPresse Torino/Archivio storico ) 

il bi e il ba

Lo Psico Dramma (per brevità PD)

Guido Vitiello

L'associazione preconscia Renzi/Craxi, una lunga nevrosi che è arrivata al punto di crisi quando il rivale dei loro incubi se lo sono ritrovati nel salotto di casa

La lingua batte dove il dente duole, per questo bisogna prestare orecchio alle parole. Emanuele Felice, responsabile economico del Pd, accusa Renzi di “banditismo politico”; il politologo Revelli lo chiama “pirata”; e poi c’è la metafora più diffusa, il pokerista. Vi dice nulla? Ghino di Tacco (Scalfari), Gambadilegno (Forattini), un “bandito politico di alto livello” (Tatò), un “buon giocatore di poker” (Berlinguer).

 

Lo Psico Dramma (per brevità PD) di parte della sinistra è tutto qui, nell’associazione preconscia Renzi/Craxi, una lunga nevrosi che è arrivata al punto di crisi quando il rivale dei loro incubi se lo sono ritrovati nel salotto di casa.

 

Se volessi giocare al Recalcati, direi che la sinistra post cattocomunista soffre di una sorta di castrazione simbolica che da un lato la porta a guardare con un misto di risentimento e di invidia masochistica il tipo di leader che considera itifallico, spregiudicato e meno represso, cercando di scongiurarne le vittorie con goffi mezzi apotropaici che finiscono per propiziarle; dall’altro la spinge a compensare questa impotenza con il richiamo alla forza delle grandi masse, il feticcio operaista che l’inconscio polveroso di Bettini ha creduto di allucinare nel M5s. Due fascinazioni incrociate; ma le fascinazioni, si sa, paralizzano, e l’immobilità del Pd è forse anche un sintomo nevrotico.

  

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