Il bi e il ba

Dimmi come vesti (i tuoi discorsi) e ti dirò che politico sei

Guido Vitiello

Le parole dei leader rivelano infallibilmente l’ultimo momento in cui si sono sforzati davvero di capire il mondo, o meglio ancora l’ultima fase del mondo che sono disposto ad accettare o che sono determinati a restaurare. Altroché muffole di Bernie Sanders

Dagli abiti puoi capire a colpo sicuro qual è stato l’anno migliore nella vita di tuo padre, diceva Jerry Seinfeld: i padri congelano lo stile di abbigliamento che andava di moda nel loro periodo d’oro e non lo abbandonano per il resto della vita. Rispetto alla moda, concludeva, ogni padre è come una capsula del tempo, e dovrebbe stare su un piedistallo con una didascalia per i visitatori: “Questo era il 1965”. Penso che qualcosa di simile valga per il linguaggio dei politici. Le parole di cui un leader riveste i suoi discorsi rivelano infallibilmente l’ultimo momento in cui si è sforzato davvero di capire il mondo, o meglio ancora l’ultima fase del mondo che è disposto ad accettare se non determinato a restaurare.

  

Da qui i molti casi di quella che Ernst Bloch chiamava “contemporaneità del non contemporaneo”, la convivenza fianco a fianco, come nel tronco di un albero, di stratificazioni cronologiche diverse. Si potrebbe farne un gioco di società per il fine settimana, che ne dite? Di Renzi si dice spesso che la sua retorica è ferma alle camicie bianche degli anni Novanta, e forse è vero – ma da che pulpiti. Salvini indossa un vintage anni Ottanta da nostalgia protocraxista, sgargiante ma rassicurante come un piumino Moncler; mentre Zingaretti– con i suoi progetti “unitari” delle “forze democratiche” per “fermare le destre” – non si è mai schiodato dagli anni Settanta, e accanto a lui le muffole di Bernie Sanders paiono le mussole di Lord Brummell. E gli altri?