Il Bi e il Ba

Tutti contro Italia Viva

Guido Vitiello

Perché i più forti (Pd e M5s) hanno scaricato sul più debole le loro divisioni?

Potrei dire che Italia viva è la pietra scartata dai costruttori – quelli dell’impresa edilizia Calce & Mastella – ma qualche antirenziano indemoniato (e sono legione) mi accuserebbe di attribuire al partitino di Renzi un ruolo messianico. Dio me ne scampi. Piuttosto, per pietra scartata intendo il capro espiatorio che mette tregua alle discordie tra gli altri. La faccenda si capisce meglio con l’ausilio di un vecchio libro del sociologo Theodore Caplow, “Two against one. Coalitions in triads” (1968).

 

Caplow – provo a farla semplice – si ispirava a un’idea di Georg Simmel, quella della triade come cellula sociale fondamentale, e la applicava a molti ambiti, dalla famiglia nucleare (madre, padre, figlio) all’organizzazione aziendale, dai rapporti tra partiti (destra, centro, sinistra) alla politica internazionale. Dove ci sono tre membri, ci sono asimmetrie di potere e conflitti a due che si risolvono tramite il terzo, che può assumere diverse funzioni catalizzatrici, dal tertius gaudens al terzo incomodo. Uno sbocco molto comune è che i due membri più deboli si compattino tra di loro a spese del più forte. Nel nostro caso però siamo in presenza dei più forti (Pd e M5s) che scaricano sul più debole (Iv) le loro divisioni. Perché? Ho due ipotesi che vanno bene a braccetto. La prima: il terzo incomodo è il vero collante della loro identità smarrita, ossia sono antirenziani molto più che antisalviniani. La seconda: anche se Iv è numericamente più esigua, ne subiscono la soggezione come se fosse più forte perché ha qualcosa che loro manca, essendo l’unica, nella triade, ad avere uno straccio di iniziativa politica.

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