Il Bi e il Ba

È perché apprezzo Hitchcock che una doccia a casa di Vittorio Feltri non la farei

Guido Vitiello

Per dirla con le parole del regista, "l'omicidio può essere affascinante e piacevole, anche per la vittima, se l'ambiente è confortevole e le persone coinvolte sono dame e gentiluomini". Cosa resta di quest'umorismo macabro 

Il 24 novembre del 1960 “Psycho” arrivava nelle sale cinematografiche italiane, il 25 novembre è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 26 novembre possiamo tirare le somme e trovare una sintesi, affidandoci alle parole di Alfred Hitchcock al galà annuale della Film Society al Lincoln Center, che nel 1974 fu celebrato in suo onore. Le riporta David Thomson in coda a “Psycho. Come Hitchcock insegnò all’America ad amare l’omicidio”, appena pubblicato da minimum fax.

 

“Alcuni dei nostri omicidi più deliziosi sono stati domestici: perpetrati con tenerezza in posti semplici e accoglienti come il tavolo della cucina o la vasca da bagno. Niente ripugna di più il mio senso del decoro di un teppista di strada che è in grado di assassinare chiunque, perfino persone che non gli sono nemmeno state presentate. Dopotutto, sono sicuro che sarete d’accordo con me, l’omicidio può essere molto più affascinante e piacevole, anche per la vittima, se l’ambiente è confortevole e le persone coinvolte sono dame e gentiluomini come voi qui presenti”.

 

Il vecchio, caro umorismo macabro di Hitchcock, salvacondotto per dire cose serie sogghignando, o viceversa per celiare con la faccia torva. In platea, tra l’indecisione e l’imbarazzo, avranno reagito con risate a denti stretti da Settimana Enigmistica. È nello stesso tono, e con la voce sorniona di Carlo Romano quando doppiava Hitchcock nelle introduzioni ai suoi telefilm, che vi dico che per prudenza la doccia a casa di Vittorio Feltri io non la farei. Buonasera.