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Letture per la sinistra in Lombardia

Fabio Massa

Il teatrino delle non-primarie, la scelta di Gori e le baruffe che anticipano il caos nazionale

Piccolo consiglio di lettura per il centrosinistra lombardo, dopo la proclamazione di Giorgio Gori candidato presidente per la regione Lombardia: le Lettere a Milena di Franz Kafka. Qualche estratto a seguire.

 

TROPPO POCO - “Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poche per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi”. 

Lunedì scorso Mdp ha rotto con la coalizione della sinistra (e viceversa) dopo ore e ore di discussione, e il Pd ha incoronato Giorgio Gori candidato alle prossime regionali, sfidante di Roberto Maroni (ci voleva tanto?). Dicono che sul tavolo, richiesta da Articolo 1, ci fosse anche la riduzione dei seggi delle primarie (come se fossero previsti migliaia e migliaia di votanti). Da agosto, comunque, è la prima decisione presa guardandosi negli occhi. In fondo, i precedenti insegnano che Ps e Mdp non dovrebbero parlare di date. I precisini ricordano che, al netto delle differenze politiche, anche a livello nazionale la scissione avvenne su una questione di primarie e di date. Strane casualità?

 

CAOS CALMO - “Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre”. 

E’ noto a tutti che Mdp aspetta le elezioni in Sicilia per decidere che cosa fare al Pirellone. I bookmaker lombardi dicono che se in Sicilia Claudio Fava le suonerà a Fabrizio Micari, il candidato del Pd, nella sfida a perdere messa su in Trinacria, allora in Lombardia Mdp finirà nelle braccia di Pippo Civati. In ogni caso, fino ad allora non si muoverà foglia. Forse è per questo che si in giro si racconta che qualcuno, pure dalle parti di Articolo 1, stia godendo assai per il fallimento delle trattative con il Pd.

 

PECUNIA - “Nel circolo che frequentava al caffè mi parve l’uomo più fidato, più ragionevole, più calmo, quasi esageratamente paterno, ma anche imperscrutabile”.

Beppe Sala, parlando alla festa dell’Unità nel luglio scorso, esprimeva la necessità di procedere in fretta sulla via delle primarie: “Io so che cosa vuol dire ottenere i finanziamenti per la campagna elettorale – scandì – e Giorgio Gori deve iniziare questo lavoro fin da subito”. Lunedì il sindaco ha scandito, ancora: “Sulle primarie dobbiamo fare presto”. Talmente presto che non si faranno.

PRESENZE E ASSENZE - “Ammesso che tu abbia cento altri motivi interiori per non venire (tu li hai davvero), non sarai capace di parlare”.

Singolarità delle trattative tra Mdp e Pd. Pare che Simone Oggionni, uno dei “responsabili” di Articolo 1, fosse pronto a firmare un preaccordo con la coalizione di centrosinistra. Onorio Rosati, il gran capo ex segretario della Camera del Lavoro di Milano, che era stato la voce più forte in favore delle primarie, alla riunione non c’era. Stesso discorso per Carlo Porcari, ex consigliere regionale e anche lui “responsabile” di Mdp. Anche lui non c’era. Però ha rilasciato un’intervista a Repubblica, il giorno dopo.

CONDOTTIERO CERCASI - “Nella mia impressione di guidare Lei per mano dietro di me, attraverso i tenebrosi, bassi, brutti corridoi sotterranei della Storia”.

A Milano è tutto un fiorire di grandi speranze su Piero Grasso. Se davvero il presidente del Senato scenderà in campo con qualcosa di nuovo. Se davvero il presidente del Senato farà politica malgrado i richiami di Sergio Mattarella. Se davvero Mdp diventerà il partito di Grasso, più che quello di D’Alema. Se davvero Grasso valesse la doppia cifra a livello nazionale, allora la sconfitta lombarda avrebbe tutto un altro sapore.

ADDII VICINI E LONTANI - “Adesso aggiungerò un’altra sciocchezza sul medesimo argomento, cioè sciocco è che io dica una cosa che considero giusta, senza badare che è a mio danno”.

Piccola previsione da ceto politico. L’accordo fortissimo tra Giuliano Pisapia e Giorgio Gori, l’incoronazione di Gori per mano dell’ex sindaco di Milano (anche), avvicinerà ancor di più a Campo Progressista i dirigenti di Mdp. Che infatti, in una serie di post su Facebook velati in attesa di essere svelati, anticipano l’esodo. Nomi? Per ora non se ne fanno. Ma girano. Eccome se girano.

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