Il santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio - foto wikipedia

Gran Milano

Il santuario più amato della bergamasca minacciato dalla logistica. Allarme dei vescovi

Maurizio Crippa

Santa Maria del Fonte è minacciata "da iniziative che sembrano non tener conto della tutela ambientale e del paesaggio", scrivono i prelati. La minaccia è un progetto per un’ampia zona industriale "a soli 500 metri circa di distanza dal Santuario"

Si parla molto nell’area lombarda (ne ha dato conto di recente GranMilano) del necessario sviluppo di nuovi siti industriali e di nuovi hub per la logistica: opere cruciali per l’economia ma divisive dal punto di vista ambientale. Si tratta di operare scelte di grande impatto sociale, economico e paesaggistico. Scelte difficili. Ma questa volta, a giudicare dalla netta presa di posizione addirittura da parte dei vescovi lombardi, il rischio di sbagliare obiettivo sconfina addirittura nel sacro. Ieri la Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale lombarda ha diffuso una preoccupata “nota” a proposito del futuro dell’area – agricola, e uno dei pochi paesaggi iconici rimasti della Bassa Bergamasca – intorno al santuario di Santa Maria del Fonte, a tutti noto come “il santuario di Caravaggio”.
 

Per secoli l’enorme chiesa di mattoni visibile dalla pianura è stata circondata dai campi, e così è ancora oggi. Quel luogo, scrivono i vescovi, “è sempre stato tutelato e rispettato”, tanto che il territorio circostante è considerato “area agricola di salvaguardia”, con vincoli urbanistici e paesaggistici che lo rendono unico. “Anche il reticolo dei canali, alimentati dai fontanili, tipici della zona, ha caratterizzato l’area”, scrivono: “Il nome di Santa Maria del Fonte evidenzia che l’apparizione della Madonna è avvenuta presso una sorgente che dava acqua alla terra e alle persone che vi lavoravano”. Ma adesso questo ecosistema che sembra incarnare l’enciclica Laudato sì è minacciato “da iniziative e decisioni che sembrano non tener conto della rinnovata consapevolezza sui temi della tutela ambientale e paesaggistica”. Esiste infatti un progetto per un’ampia zona industriale nel comune di Misano Gera d’Adda, con un grande polo logistico “a soli 500 metri circa di distanza dal Santuario”.
 

Nel 2022 Regione Lombardia e vescovi lombardi hanno siglato un protocollo d’intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso, e Caravaggio è uno dei più importanti e amati. Sull’altro piatto della bilancia ci sono le esigenze di trasformazione economica di uno dei territori più attivi d’Europa. Difficile conciliare ambiente, storia, economia. E ora anche il sacro.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"