consiglio comunale Milano (ansa)

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Due civici di centrodestra per sfidare le roccaforti della sinistra 

Daniele Bonecchi

In vista delle amministrative di Bergamo e Cremona il centrodestra lombardo punta sui candidati civici. E intanto si iniziano a scaldare i motori per le comunali di Milano 

Mission Impossible episodio 10. A scrivere il copione ci sta provando il centrodestra, forte della spinta del governo Meloni, del sostegno della Regione guidata da Attilio Fontana (ma terremotata da Matteo Salvini, con molti flussi nei vasi comunicanti del centrodestra, che stanno premiando i due alleati-rivali della Lega) e di un centrosinistra che in Lombardia fa più fatica che altrove ad arare il campo largo (anche perché qui i Cinque stelle restano poca cosa). A giugno in Lombardia non ci saranno solo le europee ma si voterà in tanti comuni, tra i quali anche due caposaldi del centrosinistra: Bergamo e Cremona. Il centrodestra punta su candidati civici per conquistare le amministrazioni locali lombarde e scaldare i motori in vista della madre di tutte le contese dopo le europee: il comune di Milano.

A sfidare Elena Carnevali, terapista della riabilitazione, piddina doc, a lungo consigliera e assessore comunale a Bergamo, parlamentare per due legislature, ci sarà l’avvocato Andrea Pezzotta, candidato civico del centrodestra (anima democristiana), che da gennaio è in corsa. Penalista noto, fra gli avvocati più in vista della città, è stato assessore all’Urbanistica della giunta Tentorio. Ma sostituire Giorgio Gori non sarà una passeggiata per nessuno, perché il sindaco uscente ha guidato l’amministrazione cittadina con capacità, buon senso e coraggio (visto il dramma Covid). Senza contare che Bergamo-Brescia città della cultura ha lasciato il segno, mentre l’economia del territorio – con l’aeroporto di Orio al Serio – è diventata ancor più competitiva. La coalizione di sinistra – salvo ripensamenti dell’ultima ora – dovrà fare a meno dei Cinque stelle, con buona pace per il campo largo. Pezzotta vuole rilanciare lo sviluppo turistico di Bergamo, con un occhio attento alla città alta, scettico sulle città a 30 km l’ora non ama nemmeno le piste ciclabili. Vuole contrastare l’inverno demografico: “Si deve favorire lo sviluppo della famiglia agendo su ogni strumento a disposizione, dalla leva fiscale a quella dei servizi”, spiega, senza dimenticare il sostegno alle donne che vogliono essere madri e lavoratrici.


A Cremona, capoluogo agricolo della Padania e patria degli Stradivari, la partita per sostituire Gianluca Galimberti, uscente dopo due mandati, è tra il vicesindaco Andrea Virgilio, esponente di spicco del Pd locale e il civico Alessandro Portesani, fondatore della cooperativa Il Cerchio, già presidente della cooperativa Santa Federici a Casalmaggiore e tra i fondatori della cooperativa Ventaglio Blu di Cremona. Attualmente non ricopre alcuna carica ma vanta una formazione specifica: ha conseguito un master in Management della cooperazione presso la Fondazione università di Mantova, poi un master in Progettazione sociale e, lo scorso anno, un master in management per dirigenti presso la Bocconi di Milano. Ma amministrare un comune è un’altra cosa. “Vent’anni nella cooperazione sociale mi hanno permesso di avere rapporti costruttivi col mondo politico e con le amministrazioni locali – spiega al Foglio Portesani – so bene come funziona una macchina comunale. Credo di partire avvantaggiato anche perché oggi lavoro in una realtà che si occupa di poliambulatori specialistici”. Infatti nel programma amministrativo i provvedimenti collegati al welfare – di taglio liberale e sussidiario – si fanno sentire, a partire dal sostegno alla natalità, per arrivare alle politiche di formazione per i giovani e di sostegno per le fragilità degli anziani. “Il welfare non è fatto solo di risorse pubbliche ma anche di investimenti delle aziende. Il nostro obiettivo è quello di ricomporre queste risorse”.


Cremona presenta caratteristiche particolari: è una delle grandi città agricole, ma allo stesso tempo, ha profonde radici culturali e artistiche, come conciliare queste due spinte con una modernità ineluttabile? “Serve il rispetto delle radici storiche ma allo stesso tempo occorre guardare alla innovazione”. Cremona però è anche una città che invecchia, i giovani cercano lavoro altrove, “noi vogliamo rafforzare il polo universitario, grazie anche all’impegno del gruppo Arvedi che in questi anni ha fatto forti investimenti filantropici e di recente ha accompagnato le nuove sedi della Cattolica e del Politecnico in un’area dismessa. Occorre fare un passo in più per trasformare la città dotandola di servizi e infrastrutture di collegamento verso la regione. Vogliamo che Cremona diventi più accessibile e attrattiva per i giovani, collegandola solidamente al tessuto produttivo”, conclude Alessandro Portesani.