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Gran Milano

Dalle europee alle spaccature su Israele. Parla Majorino

Fabio Massa

Schlein corre o non corre? "Farà la sceltà più giusta", dice il capogruppo dem in regione. Sulle Olimpiadi: "Sono molto preoccupato, siamo in ritardo"

Nel giorno in cui esce sul Corriere un’intervista omnibus a Beppe Sala, in cui tra le varie cose accusa il Pd di “scarsa voglia di vincere che alberga nell’intero partito”, una volontà di rimanere sul proprio terreno identitario, ma “se non rischi rimani al 20 per cento”, è ancora più interessante ascoltare l’altro indiscusso pivot lombardo della sinistra (e sinistra del Pd), il capogruppo in regione Pierfrancesco Majorino. Uno governa, l’altro è all’opposizione, per entrambi una situazione complessa. È passato un anno da quando si è insediato il nuovo governo regionale. Per Attilio Fontana fu vittoria, per Majorino sconfitta (con l’attenuante del consenso su Milano, roccaforte dem). Dopo un anno il Pd è alle prese con tutta una serie di (nuovi) problemi. A partire dalle Europee.

Schlein corre o non corre? “Io credo che le elezioni europee siano un test importantissimo quest’anno – dice al Foglio Majorino – Se possibile ritengo che siamo di fronte alle elezioni più importanti da molto tempo per quello che riguarda il destino dell’Europa e per quel che riguarda il modo in cui l’Italia sta dentro il processo di unificazione europea. In questo quadro è inevitabile che alcuni leader scelgano di stare in campagna elettorale direttamente. Per quanto riguarda Elly, credo che lei farà la scelta più giusta”. Insomma, se corre non sarà un problema. Il problema nel Nordovest sarà però una lista affollata di riformisti… “Avremo una lista molto forte e competitiva che saprà tenere insieme le diverse culture e anime del Pd. Tra l’altro il fatto che si facciano dei nomi che vengono dal mondo cosiddetto riformista a me non crea nessun disagio, anzi. Cecilia Strada? È un’ipotesi, ancora. Ma io la stimo davvero tanto”. 


Altra questione che sta terremotando il Pd è il conflitto israeliano-palestinese approdato anche sul palco dell’Ariston. “Ho sentito le parole di Ghali. Ha fatto un discorso molto forte, potente, coerente con le cose che ha sempre detto e dichiarato. Non uso il termine genocidio perché ne capisco le implicazioni. Tuttavia non è possibile che il dibattito sul termine genocidio faccia dimenticare 25 mila persone morte per colpa di Netanyahu. E non è possibile che ci si scordi l’osceno terrorismo di Hamas. Mi chiedo: siamo sicuri che la guerra sia il male di Hamas e non la sua fortuna? Perché è vero che si uccidono dei capi terroristi, ma è anche vero che aiuta il sentimento di odio che è la linfa di Hamas”. Il Pd a Milano è spaccato. “È vero che ci sono opinioni radicalmente diverse, tra Nahum e Pacini ad esempio. Ma penso che siano tutti uniti dalla parola d’ordine del cessate il fuoco. Nessuno del Pd sostiene la linea di Netanyahu e nessuno è morbido su Hamas”. Per la verità in un convegno dei giovani democratici c’era chi faceva paragoni tra la Resistenza e l’azione terroristica del 7 ottobre… “Quella iniziativa poteva essere organizzata con più attenzione. Non condivido assolutamente l’equiparazione Resistenza-Hamas”. Intanto Nadira Haraigue, membro della segreteria regionale del Pd, scrive nero su bianco: “Lo stato di Israele è uno stato criminale”. “Conoscendo Nadira e il suo pensiero so che si riferisce all’azione del governo e non all’esistenza dello stato di Israele. Netanyahu ha le mani sporche di sangue, ma non per questo sono contro l’esistenza dello Stato di Israele”. 


Cambiando discorso, e planando tra Milano e la Lombardia: le Olimpiadi. “Sono molto preoccupato, siamo in ritardo. Mi ha molto colpito il commissariamento del governo della Simico. Le Olimpiadi non si devono perdere. Si possono perdere in due modi: o non rispettando i tempi, oppure facendo le cose di fretta, senza trasparenza o con scelte sbagliate specie sulla sostenibilità”. Altro tema sportivo: San Siro. “Condivido totalmente lo sforzo dell’amministrazione comunale, preso atto del vincolo, di avere un progetto forte di ristrutturazione dello stadio. Mi dispiace molto che il Milan stia lavorando su San Donato, una scelta che ritengo sbagliata per quello che sottrae alla tradizione rappresentata dal Meazza, ma pure sul piano ambientale”. Errori da parte del Comune? “Col senno del poi fidarsi troppo delle parole delle due società… Ma mi faccia dire anche una cosa sulla Regione, in conclusione: a un anno dalle elezioni regionali sono terrorizzato dall’immobilismo della Giunta rispetto ad alcuni grandi temi come le liste d’attesa in sanità. Siamo di fronte a una gestione del potere per il potere, e questo è molto preoccupante”.