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Il Centro Balneare Romano trasformato in oro liquido da Beatrice Trussardi e amiche

Paola Bulbarelli

Gilded Darkness dell’artista americano Nari Ward ha "trasformato" la priscina costruita nel 1929 su disegno dell’architetto Luigi Lorenzo Secchi

L’ultima mostra che l’ha direttamente coinvolta, da poco inaugurata, è il progetto realizzato per Milano dalla Fondazione Nicola Trussardi: Gilded Darkness dell’artista americano Nari Ward. “Faccio parte di un cerchio, un gruppo di sei persone, cinque donne e un uomo, che partecipano alla programmazione della Fondazione Nicola Trussardi – racconta al Foglio Umberta Gnutti Beretta – dando un contributo annuale per sostenere, insieme agli sponsor occasionali, il programma per il quale siamo coinvolti”.

 

L’avventura questa volta affonda in acque profonde fino al 1929. Che fu un anno cruciale per l’Italia, si sa. Ma tra le cose importanti di quell’anno c’è anche questa perla oggi un poco nascosta nell’est (post) industriale della città, anche se la struttura circondata dal verde è accessibile a tutti: si tratta della ciclopica piscina di 4.000 metri quadri intitolata al ginnasta italiano Guido Romano, che fu vincitore di medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Stoccolma 1912, un Centro balneare dalla grandiosa scenografia costruito nel 1929 su disegno dell’architetto Luigi Lorenzo Secchi. C’è sempre più bisogno, in questi tempi in cui l’ambiente e la natura sono spesso fonte di angoscia, di trasformare questi grandi spazi in qualcosa di simbolico, di rigenerante.  Così la Fondazione Nicola Trussardi, che ha nel suo Dna proprio la valorizzazione artistica di spazi urbani, (nel 2020 era stato The Sky in a Room, lavoro di Ragnar Kjartansson presentato nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto), stavolta è toccato al Centro Balneare Romano di Città Studi. Che offre la giusta scenografia metafisica, atletica, per le grandiose istallazioni di Gilded Darkness di Nari Ward, classe 1963, originario della Giamaica, essendo nato a St. Andrew. 

 

“Mi era nota la Fondazione da tanti anni – ci racconta Umberta Gnutti Beretta– la seguivo, e beneficiavo come tutti di queste mostre gratuite offerte alla città. Quando ho conosciuto Beatrice Trussardi ho compreso il suo atteggiamento filantropico e ho immediatamente aderito al suo impegno, nel momento in cui cercava compagni di viaggio”. La Fondazione Trussardi, diretta da Massimiliano Gioni, è nota per mostre di grande respiro internazionale. “Non è una fondazione tipica con una sede, non acquistano o trattengono opere, ma è una vera e propria produzione culturale”. Sempre alla ricerca di spazi da valorizzare. “La Fondazione sceglie sempre, come un museo mobile, luoghi sconosciuti ai più e spazi simbolici della città di Milano, invitando gli artisti più importanti del panorama internazionale a reinventare la città, immaginando nuovi usi per palazzi, piazze, chiese, monumenti e altri edifici”. E così l’enorme piscina di via Ampère è stata trasformata in un mare luccicante d’oro, ricoperta da un tappeto di duemila coperte termiche d’emergenza, mentre attorno, ci sono altre istallazioni dell’artista, sempre nel segno di un’arte “relazionale”, in cui pubblico e oggetti entrano in contatto. La mostra-evento resterà aperta fino al 16 ottobre.

 

Per Umberta Gnutti Beretta, è un’altra perla da infilare in una collana di passioni che è l’impegno del suo piccolo gruppo, da anni. Appassionata d’arte, è al fianco di tante associazioni. Come ovvio, la famiglia non è da meno. “L’isola di San Paolo, sul lago d’Iseo, è della famiglia Beretta, cioè di mio marito. E’ stata parte fondamentale del progetto di Christo The Floating Piers. L’artista, quando aveva pensato alla lunga passerella che collegava Monte Isola e San Paolo, non immaginava fosse un’isola privata…”. Umberta è presidente del Club del Restauro del Poldi Pezzoli, nato da un’idea di Marta Marzotto (“coordino il lavoro di un piccolo board composto da cinque persone tra cui Marta Brivio, Antonella Camerana, Paola Manfrin e Marina Borromeo ed essenzialmente aiutiamo il museo a raccogliere fondi per sostenere i costi dei restauri sia delle opere che delle cose del museo come gli arredi che sono parte del patrimonio), dopo l’ultimo restauro, una straordinari ia piccola Madonna di Mantegna, i lavori sono orientati sul museo stesso, per restauri strutturali. Brescia, la sua città d’origine, non è da meno di Milano in fatto di cultura, dove la “Signora del Restauro” è direttamente coinvolta nella residenza per artisti Palazzo Monti gestita da Edoardo Monti finora ne ha ospitati oltre duecento.

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