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Milano senza le auto? Non va. La Russa (Aci) fa l'ottimista

Giovanni Seu

Ben venga "un nuovo modello di mobilità e convivenza urbana" ma per Milano, che ha una macchina ogni due abitanti, la macchina rimane insostituibile

Le auto pro capite sono in calo ma assicuro che gli automobilisti non sono una razza in via di estinzione”. La prende con ironia Geronimo La Russa, presidente dell’Aci Milano Monza Lodi, di fronte alle cifre che indicano un’inesorabile disaffezione dei milanesi per le quattro ruote: secondo l’ultima rilevazione Anfia, l’associazione delle imprese della filiera auto, tra le grandi città Milano è la più netta in questa tendenza con un calo del 3,6 per cento dei mezzi dal 2010 al 2019. Oggi il rapporto auto-residenti è del 49,4 per cento, in pratica c’è un veicolo ogni due abitanti, contro Torino al 63,7 e Roma al 62,4. Conseguenza di una cultura della mobilità che tende a espellere progressivamente il traffico privato dai centri urbani sostituendolo con un mix tra trasporto pubblico, sharing e la mobilità cosiddetta light.

 

Ma La Russa, presidente di un’associazione storica che conta circa 60 mila iscritti, non ci sta a passare per capofila dei conservatori: “Viviamo in una città che attira e accoglie centinaia di migliaia di persone – spiega al Foglio – alle quali deve essere consentito circolare nel modo migliore: oggi ci sono zone in cui utilizzare l’auto è una necessità, basta provare a entrare in città provenendo da Opera, o muovendosi lungo il quadrante sudest. Anche dentro la città esistono aree con queste caratteristiche, in Zona 5 ad esempio c’è una sola fermata della metropolitana”.

 

 

Ma non è tutto, proprio dalla pandemia è arrivato un insperato aiuto per chi continua a sostenere la validità della quattro ruote: “Abbiamo visto che di fronte al Covid – continua – l’auto ha dimostrato di essere il mezzo più sicuro e la soluzione più adeguata: per questo motivo non condivido l’intenzione dell’assessore Granelli di ripristinare Area B e le strisce blu a pagamento: finché esiste il pericolo contagi sarebbe opportuno sospendere fino a settembre tutte le Ztl, compresa Area C, anche nella consapevolezza che i problemi di inquinamento non sono certo al massimo nei mesi estivi”.

 

Ragionamenti di buon senso che però fanno a pugni con una realtà sempre meno favorevole agli automobilisti fatta di ciclabili che si moltiplicano raggiungendo tutti i quartieri, di nuove aree pedonali, zone 30 e persino di tavolini all’aperto che cancellano i posteggi. Da Parigi, poi, arrivano le suggestioni del sindaco Hidalgo, tipo la città dei 15 minuti e la chiusura del centro al traffico entro il 2022, che fanno breccia non solo tra gli ambientalisti.

 

 

Un quadro che non spaventa La Russa: “Milano è la città più innovativa, stiamo sperimentando un nuovo modello di mobilità e convivenza urbana: non siamo talebani dell’auto, ben vengano questi contributi, lavoriamo tutti insieme per migliorare la città senza proclami ideologici”. Purché si riconosca il ruolo dell’automobile che per il presidente dell’Aci Milano resta insostituibile o, meglio ancora, rappresenta una forma di mobilità necessaria che si deve amalgamare con le altre: “Il tema della città policentrica  va affrontato senza pregiudizi, così quello della città in 15 minuti pur sapendo che non sono innovazioni che arriveranno a breve. Credo che ci sarà sempre bisogno dell’auto, penso agli anziani o a una famiglia che deve muoversi di mattina. Quanto alla chiusura della cerchia dei Bastioni, sono piuttosto scettico, bisogna capire quale trattamento può essere riservato ai residenti e se i mezzi sono considerati tutti allo stesso modo, se uno elettrico può essere equiparato a uno a combustibile”.

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