Festa dell'Ottimismo

Calenda attacca Pd e 5 stelle e dice: "Lavoriamo con governo su industria 4.o. Sarà in manovra"

Il segretario di Azione, all'evento a Firenze, attacca ancora i dem (e anche Vincenzo De Luca): "Lui dice delle cose giuste, ma se poi li appoggia le sue parole diventano cabaret. La cultura del governo del Pd mangiata da M5s e Avs". Poi sui rapporti con il governo: "Su industria 4.0 stiamo parlano". E ancora: "Fuori dai poli sparisco? Per cambiare le cose bisogna rischiare"

Redazione

"Potrei parlare con un segretario del Pd che abbia un impianto di cultura e governo. Parlerei volentieri con un segretario del Pd che quando Conte dice 'non mi faccio vedere alla chiusura in Toscana' gli dà un calcio nel sedere, che fa riacquistare dignità al Pd che è un grande partito socialista". Carlo Calenda, intervistato da Ruggiero Montenegro durante la festa dell'Ottimismo a Firenze, mantiene la barra dritta: Azione sempre fuori dai due poli. "Oggi - dice - la sinistra è profondamente regredita da una cultura di governo a una di non governo, a una incapacità di assumersi le responsabilità. Ma come si fa in Calabria a candidare uno che promette 7 mila forestali? Nemmeno Cetto Laqualunque. Il Pd aveva una cultura di governo, mangiata da Avs e M5s. Si sono detti pro cinesi e pro russi, siccome io considero Cina e Russia nemici dell'occidente penso che debbano stare fuori da ogni governo". Inutile dire che il bersaglio preferito del capo di Azione, i 5 stelle: "Sono pericolosi populisti". Ma Calenda non risparmia una stoccata anche a Vincenzo De Luca, che è intervenuto prima di lui all'evento del Foglio: "L'Ho sentito qui e io vado anche oltre rispetto a lui, ma poi non li puoi appoggiare se no diventa un cabaret, non è politica. Il mio invito a De Luca su Fico è di ripensarci profondamente". Sui rapporti con il governo invece Calenda spiega: "Con loro stiamo lavorando insieme su industria 4.0, ne abbiamo parlato dovrebbe essere in manovra".

Al rischio di sparizione che Azione corre rimanendo fuori da centrodestra e centrosinistra Calenda replica: "Sparisco? I rischi sono connaturati al tentativo di voler cambiare qualcosa. Noi vogliamo essere liberi di fare le battaglie che nessuno fa, mentre la cultura riformista della sinistra sta sparendo. C'è un confine alle alleanze che si possono fare, io con filo russi e filo cinesi non sto insieme". Calenda ha poio aggiunto: "Con questa legge elettorale ci presenteremmo da soli, arrivi a pareggio e sei determinante. Ma ci sarà un proporzionale con sbarramento al 3% e indicazione del presidente del Consiglio. Ce la giocheremo al Centro con i liberali, quelli veri, non quelli che ti svegli e ti ritrovi nel campo largo".