"Riformare burocrazia, tasse e giustizia per rendere l'Italia più innovativa". Parla Tajani

"Serve una grande offensiva contro l'italian sounding, per mettere al posto delle imitazioni i nostri prodotti originali. Lavoriamo con la Cina, anche dopo l'uscita dalla Via della Seta". L'Europa deve diventare più competitiva, "cambiando alcune regole"

Redazione

"Credo molto nella diplomazia della crescita" come leva più importante che il governo può muovere nel prossimo anno per attrarre più investimenti, dice il ministro delgli Esteri Antonio Tajani, intervistato da Claudio Cerasa durante l'evento organizzato oggi da EY e Il Foglio. "Credo che l'Italia possa esplorare nuovi mercati e lanciare una grande offensiva per occupare gli spazi che oggi detiene l'italian sounding, mettendo al posto delle imitazioni i nostri prodotti originali".

  

"Le esportazioni rappresentano circa il 40 per cento del nostro pil, ma soprattutto un valore aggiunto all'interno del nostro pil. Dobbiamo incentivare le nostre società Ice, Simest e Sace e aiutare di più le pmi a internazionalizzarsi. Bisogna fare grandi riforme e garantire la stabilità, per attrarre investimenti su progetti e medio e lungo termine".

 

"Ancora, bisogna agire sulla burocrazia, per risolvere i tempi biblici per aprire un azienda. C'è anche il problema della giustizia: i procedimenti fermi causano un danno annuale del 3 per cento del pil. Dobbiamo infine abbassare le tasse, come con il taglio del cuneo fiscale, e armonizzarle a livello europeo".

   

"Lavoriamo in modo molto positivo con la Cina, anche dopo l'uscita dalla Via della Seta. Abbiamo avuto molte riunioni, anche a Pechino, e c'è una collaborazione strategica. A Verona ci sarà un evento con il ministro del Commercio estero cinese che vedrà insieme imprenditori italiani e cinesi", ha detto il vice premier. Quanto alla competitività con paesi ricchi ma dove non sono presenti valori democratici occidentali, Tajani ribadisce che i cardini sono "libertà, democrazia e centralità della persona. Il benessere e l'economia devono essere a disposizione della persona. Il mercato deve crescere ma deve distribuire il benessere ai cittadini". Fermo restando, secondo il ministro, che l'Europa deve diventare più competitiva, "cambiando alcune regole perché il mondo è cambiato, servono regole che ci consentano di competere a livello globale".