Mattarella: "In alcune carceri le condizioni sono del tutto inaccettabili"
Il presidente della Repubblica, nel penitenziario di Rebibbia per l'inaugurazione dell'istallazione permanente "Benu" di Eugenio Tibaldi, ha ribadito l’importanza dei percorsi culturali negli istituti detentivi. "Tutte queste iniziative fanno sì che non siano isolati dal mondo esterno"
La cultura come strumento di rinascita per le persone detenute. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto visita al carcere femminile di Rebibbia, dove ha inaugurato “Benu”, installazione permanente di Eugenio Tibaldi realizzata insieme alle donne recluse e carica di riferimenti alla rigenerazione, al futuro e alla possibilità di un nuovo inizio. Nel suo intervento, Mattarella ha ribadito l’importanza dei percorsi culturali già attivi nei due istituti del complesso penitenziario, dove lo studio, il teatro e l’arte figurativa costituiscono strumenti fondamentali per favorire la volontà di rinascita e costruire nuove prospettive per chi si trova in detenzione. “Queste testimonianze, queste manifestazione di cultura, hanno in realtà in comune il senso e il significato che Benu intende esprimere. La rinascita, il futuro, non soltanto la speranza, ma la certezza del futuro”, ha detto Mattarella. “Tutte queste attività, tutte queste iniziative fanno sì che gli istituti di pena non siano isolati dal mondo esterno, ma facciano parte, come è doveroso, del mondo esterno, del mondo della nostra Repubblica. Per questo è un’indispensabile esigenza quella della collaborazione che viene assicurata dalla polizia penitenziaria, un ruolo decisivo in questi percorsi”. Tuttavia, il capo dello stato non ha mancato di richiamare l’attenzione sulle criticità del sistema. "Qui in questo in questo istituto vengono sviluppate queste iniziative che sono emblematiche, esemplari. Naturalmente non si può ignorare che non è dovunque così, che vi sono istituti che hanno una condizione totalmente inaccettabile, vi sono istituti in cui non vi sono attività simili”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. “Occorre che questo messaggio che viene dai cinquant’anni dell’ordinamento penitenziario italiano venga raccolto, sviluppato e praticato.
Sempre oggi, Mattarella ha diffuso un messaggio in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani (qui il testo), collegando la realtà penitenziaria ai valori universali fondanti della Repubblica italiana. Ha ricordato che l’Italia rinnova il suo "convinto sostegno a un ordine internazionale basato sul rispetto dei diritti umani", un impegno che discende direttamente dalla Costituzione e dai suoi principi: il ripudio della guerra, la giustizia, la solidarietà, l’uguaglianza e la libertà. Valori che, ha osservato, hanno guidato anche la costruzione europea, divenuta "uno spazio di pace e di diritti senza precedenti".
Infine, il Presidente ha sottolineato la responsabilità collettiva di proteggere i diritti umani: "Ricordare la centralità dei diritti umani non significa indulgere nella memoria del dolore, ma assumere quella memoria come guida per l’azione. La Dichiarazione del 1948 non deve restare un enunciato di alti ideali, ma un codice di condotta cui tutti gli Stati scelgano di conformarsi".