Il pm De Tommasi durante il processo a carico di Alessia Pifferi a Milano, 12 aprile 2024 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI) 

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Crolla il processo parallelo sul caso Pifferi messo in piedi dal pm De Tommasi

Redazione

Assolti l'avvocata, il perito e le psicologhe accusati dal magistrato di aver falsificato i test cognitivi della donna che aveva lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. Intanto il consiglio giudiziario segnala un deficit di equilibrio nella condotta del pm

Il gup di Milano Roberto Crepaldi ha assolto l’avvocata Alessia Pontenani, lo psichiatra Marco Garbarini e quattro psicologhe che lavoravano nel carcere di San Vittore (Paola Guerzoni, Federica Martinetti, Letizia Marazzi e Fiorella Gazzale), accusati a vario titolo di favoreggiamento e falso nel processo parallelo che era stato aperto sul caso di Alessia Pifferi, condannata in appello a 24 anni di carcere per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. Ad aprire il processo parallelo è stato il pm Francesco De Tommasi, lo stesso che ha ottenuto la condanna di Pifferi, convinto che Pontenani avesse orchestrato con le psicologhe un’operazione per far risultare Pifferi come una persona affetta da un deficit cognitivo molto grave, con ovvie ripercussioni sul piano della capacità di intendere le conseguenze delle proprie azioni. De Tommasi mise sotto indagine l’avvocata Pontenani durante il processo alla sua assistita, chiedendo e ottenendo persino la realizzazione di intercettazioni telefoniche all’insaputa della collega pm con cui stava conducendo il processo Pifferi, Rosaria Stagnaro, che non appena venne a conoscenza dei fatti rinunciò al caso. Insomma, De Tommasi si è così ritrovato a essere allo stesso tempo pm del processo contro Pifferi e pm dell’indagine contro la legale di Pifferi e le psicologhe. Come se non bastasse, all’inizio del processo contro Pontenani, De Tommasi aveva chiesto l’astensione del giudice Crepaldi perché all’epoca delle polemiche sull’indagine parallela aveva firmato un comunicato dell’Anm di Milano, di cui faceva parte, in cui si auspicava “il sereno svolgimento dei procedimenti” (la richiesta di De Tommasi è poi stata respinta dal presidente del tribunale di Milano, Fabio Roia). Proprio pochi giorni fa, il consiglio giudiziario di Milano ha espresso parere negativo alla valutazione quadriennale di professionalità di De Tommasi, riscontrando un “difetto del prerequisito dell’equilibrio”. Ma ovviamente il magistrato continuerà a svolgere il suo lavoro.