L'ex assessore Giancarlo Tancredi accompagnato dall’avvocato per l’udienza al tribunale del riesame per il caso urbanistica (foto Claudio Furlan/Lapresse) 

Editoriali

Notte prima del Riesame. L'organo collegiale che difende lo stato di diritto e boccia (spesso) i pm

Redazione

Dalle inchieste sull'urbanistica milanese al caso Garlasco, i tribunali del Riesame smontano arresti e sequestri confermati dai gip e gup. L’ultimo rifugio dello stato di diritto

Le sentenze del tribunale del Riesame hanno annullato tutti i provvedimenti di arresto che, su richiesta della procura milanese, erano state accolte dai giudici delle indagini preliminari nelle inchieste sull’urbanistica. Poi confermati dalla Cassazione, gli annullamenti delle misure cautelari hanno inferto un colpo rilevante ai teoremi della procura. Un caso analogo riguarda il Riesame di Pavia, che ha giudicato impropri i sequestri del telefono dell’ex procuratore di Pavia, indagato in uno dei mille rivoli del caso Garlasco: anche lì, non è stata rilevata traccia di corruzione, come invece ipotizzato dalla procura e convalidato dal gip. Si direbbe che il Riesame sia l’ultimo rifugio dello stato di diritto.

 

Non è facile capire perché si verifichino queste costanti bocciature di iniziative delle procure, giudicate esorbitanti da parte dei tribunali del Riesame. È però interessante notare che – come certifica una recente risposta di Via Arenula a una interrogazione di Enrico Costa – i gip confermano quasi sempre le richieste dei pm: il 94 per cento ad esempio sulle intercettazioni, e il gup addirittura il 90 per cento per i rinvii a giudizio.

 

Il Riesame non è una sezione speciale, è la riunione collegiale del tribunale della circoscrizione competente sul caso in esame. Si può pensare che il potere esercitato dalle procure attraverso le correnti che poi decidono le nomine nel Csm perda di efficienza quando a decidere è chiamato un organismo collegiale, nel quale, probabilmente, la maggioranza non si sente impegnata dai sistemi di potere interni alla magistratura e quindi si esprime sul merito delle questioni. Naturalmente si tratta solo di un’ipotesi, che può essere considerata maliziosa, ma la differenza di comportamento tra il Riesame, collegiale e i giudici delle indagini preliminari resta un fatto. Se poi le carriere (e le decisioni sulle carriere) dei magistrati inquirenti saranno separate da quelle dei giudicanti, ci si può aspettare che anche i gip e i gup si sentiranno meno condizionati dalle procure, a vantaggio della terzietà del giudizio.