Giusi Bartolozzi (Ansa)

l'intervista

“Su Bartolozzi i pm di Roma vogliono mettere sotto scacco il governo”, dice l'ex giudice Zanon

Ermes Antonucci

Per l'ex giudice costituzionale, “la connessione tra l’operato della capo di gabinetto di Nordio e quello dei ministri risulta evidente" e quindi "il Tribunale dei ministri avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione a procedere anche per lei". "In ballo c'è l'equilibrio tra i poteri"

“La connessione tra l’operato della dottoressa Bartolozzi e quello dei ministri risulta evidente, direi fattuale. Separare le due vicende, come fa la procura di Roma, mi sembra un esercizio di formalismo che cela il gusto di mettere sotto scacco il governo”. A dirlo, intervistato dal Foglio, è Nicolò Zanon, fino al novembre 2023 giudice della Corte costituzionale, di fronte alla quale molto probabilmente finirà proprio la vicenda relativa alla capo di gabinetto del ministero della Giustizia. Giusi Bartolozzi è indagata dai pm romani per false informazioni rese al Tribunale dei ministri, che invece ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, e del sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso Almasri, contestando a vario titolo i reati di favoreggiamento, omissione di atti d’ufficio e peculato. La Camera, come prevedibile, rigetterà la richiesta di mandare a processo gli esponenti del governo, ma non potrà fare lo stesso per Bartolozzi, alla quale la procura di Roma ha contestato un reato autonomo. La maggioranza punta dunque a sollevare un conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta, ritenendo che Tribunale dei ministri e procura abbiano sbagliato a separare la posizione giuridica di Bartolozzi da quella degli esponenti del governo.

 

“Nella relazione del Tribunale dei ministri, Bartolozzi viene descritta come una figura centrale nell’intera vicenda Almasri – afferma Zanon – Inoltre si rintraccia un nesso teleologico tra la condotta contestata alla capo gabinetto e quella ipotizzata ai danni del ministro della Giustizia. Di conseguenza, mi sembra ci sia una connessione evidente tra le vicende e il Tribunale avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione a procedere anche nei confronti di Bartolozzi. Su questo sono pienamente d’accordo con quanto osservato dal professor Stefano Ceccanti”. 

 

“Un processo penale ordinario a carico di Bartolozzi si trasformerebbe in un processo al governo”, nota l’ex giudice della Corte costituzionale. “Si caricherebbe su un cittadino ‘laico’, cioè non ministro, una responsabilità enorme. Lo trovo anche sleale nei confronti di questa persona, che viene per certi versi usata per ottenere un’altra cosa”. Insomma, per Zanon la questione “è proprio evidente: come si fa a sostenere che le false informazioni costituiscano un reato autonomo, se il contesto in cui questa ipotesi è nata è proprio quello nel quale sono state formulate le accuse nei confronti dei ministri? Il titolo di reato è diverso, certo, ma nasce da quella vicenda lì”, osserva ancora Zanon. 

 

Per l’ex giudice della Corte costituzionale, il caso Bartolozzi assume una rilevanza che va ben oltre le questioni relative alla possibilità o meno di estendere la procedura di autorizzazione a procedere a un cittadino “laico”: “Qui c’è in ballo l’equilibrio tra i poteri. Siamo di fronte a una questione che riguarda la tutela delle prerogative della rappresentanza politica e del Parlamento, che va al di là degli schieramenti politici”. 

 

Per Zanon, dunque, il Parlamento “fa bene a rivendicare l’attribuzione della facoltà di considerare in modo unitario le vicende al centro dell’attenzione”. Tuttavia, “il conflitto dinanzi alla Corte costituzionale porta con sé delle insidie: qualcuno potrebbe sostenere la tesi che la ricostruzione dei fatti appartiene interamente all’autorità giudiziaria”. Staremo a vedere. 

 

Nelle ultime ore, la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha ricevuto le risposte alle richieste di chiarimento che aveva deciso di inviare alla procura di Roma e al Tribunale dei ministri. La prima ha confermato la notizia dell’iscrizione di Bartolozzi nel registro degli indagati per false informazioni, il secondo si è dichiarato incompetente in merito alla posizione della capo di gabinetto. Chiariti questi aspetti, la maggioranza potrà ora chiedere alla presidenza della Camera di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta, facendo anche leva sullo spirito di leale collaborazione mostrato nei confronti della magistratura. 
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]