Spagna, esecuzione. Un olio su tela di Ramon Casas, 1895 

il circo dell'emergenza

Anche a Crotone preparano l'inchiesta dell'anno. Dopo la peste arriva sempre il boia

Salvatore Merlo

Una sottile linea rossa lega Bergamo a Cutro: la macchina della procura si è messa in moto per stanare i colpevoli della strage del mare proprio come in Lombardia cercano i responsabili della strage pandemica

L’alito della morte avvolge la vita sociale. E l’odio, nel suo travestimento preferito – il giustizialismo – si lecca i baffi. Una sottile linea rossa lega Bergamo a Cutro, e già ci sembra di sentire anche in Calabria la macchina della procura di Crotone che si è messa in moto per stanare i colpevoli della strage del mare proprio come in Lombardia cercano i responsabili della strage pandemica. Lo raccontava già Alessandro Manzoni a proposito dell’Italia del Seicento: dopo la peste arriva il boia. Con il suo contorno, oggi come allora, di speculazioni politiche, sciacallaggi, ricatti morali, plebeismi e furor di popolo intorno all’eternità sentimentale dello spaesamento provocato dalla seguente umanissima domanda: di fronte a tanti morti e a tanta sofferenza, com’è mai possibile che non ci sia un colpevole?

   

Intorno all’imponderabile, di fronte all’imprevedibilità della natura che non è sempre amichevole come nelle confezioni delle mele bio, in Italia si esibiscono gli pseudoscienziati che prevedono le pandemie di coronavirus, i domatori del mare a forza otto, gli urlatori televisivi del giorno dopo, quelli che sempre sanno come si sarebbe dovuto fare, i profittatori politici e ovviamente anche quei magistrati che nel nostro paese esercitano il ruolo del coro greco. Danno il ritmo, interpretano l’umore, s’incaricano dell’azione storica, sostituiscono la politica e molto spesso anche il buon senso.

  

A Bergamo dunque mettono sotto accusa il governo di allora che affrontò, spaesato come tutti, una malattia sconosciuta e mortale. Esattamente come a Crotone si sta preparando l’inchiesta dell’anno contro il governo di oggi che avrebbe provocato la morte per mare dei poveri migranti. Viene così componendosi il circo dell’emergenza e dell’orrore. Perché sul carro della procura di Bergamo sale la destra, per accusare la sinistra. Mentre  sul carro della procura di Crotone salirà la sinistra, per accusare la destra. Ma  si tratta del medesimo carro, ovviamente, ed è quello assai attraente del boia che risponde allo spaesamento dovuto all’imponderabilità della pandemia e del mare in tempesta. Com’è possibile che non ci sia un colpevole?  E’ forse naturale che i gruppi di potere vogliano speculare su questo sentimento. E’ la sempre mai doma conta delle teste mozze.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.