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Editoriali

Bibbiano, atto primo: Foti condannato a quattro anni

Redazione

Lo psicoterapeuta, titolare del centro studi "Hansel e Gretel", ha alterato psichicamente i suoi pazienti. La sentenza del gup di Reggio Emilia 

Primi verdetti, seppur provvisori, del processo sul “caso Bibbiano”, incentrato su un presunto sistema di affidi illeciti di minori nei comuni della Val d’Enza, basato sulla falsificazione di relazioni e la manipolazione delle testimonianze dei bambini da parte di assistenti sociali e psicologi nella gestione di sospetti casi di abusi sessuali. Al termine del filone in rito abbreviato, il gup di Reggio Emilia ha condannato a quattro anni Claudio Foti, psicoterapeuta titolare del centro studi torinese “Hansel e Gretel”, con l’accusa di abuso d’ufficio e lesioni gravissime. È invece caduta l’accusa di frode processuale. Secondo la procura, che aveva chiesto una condanna a sei anni, Foti avrebbe praticato psicoterapia su una minore con “modalità suggestive”, radicando in lei “il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e dal socio” e causandole “disturbi depressivi”. L’accusa di abuso d’ufficio riguarda invece lo svolgimento dell’attività di psicoterapia in violazione delle norme sugli affidamenti dei servizi pubblici.

Seppur provvisoria, la sentenza riconosce in maniera significativa il nesso tra il metodo psicoterapeutico praticato da Foti e dai suoi collaboratori (quello dell’emersione dei ricordi rimossi dell’abuso), fortemente contestato sul piano scientifico, e l’alterazione psichica dei pazienti minori. È invece stata assolta l’assistente sociale Beatrice Benati, per la quale la procura aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi per violenza privata e tentata violenza privata. Il gup ha anche disposto il rinvio a giudizio per 17 indagati e il proscioglimento di altri cinque. Tra i rinviati a giudizio c’è l’ex sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti. Andrà a processo per abuso d’ufficio, mentre è stato prosciolto dall’accusa di falso. Il processo dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell’affidamento dell’appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell’Unione dei comuni della Val d’Enza.

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